La guerra criminale contro la Libia
A cura del biosociologo Carmelo Viola
RICUSO CHI MI GOVERNA
Non occorre rifarsi a troppi fatti né a troppa erudizione per comprendere che la guerra contro la Libia rientra fra le più orrende criminalità del nostro tempo. Non ho tempo di fare ulteriori ricerche. Scrivo di getto secondo la voce della mia coscienza e la reazione emotiva, che si prova quando si vede torturare un bambino. Anzitutto va chiarito che la decisione dell'ONU - già responsabile, per fare un esempio, dell'aggressione e del massacro dell'Iraq - non è bocca di verità. Anzi, è forse l'esatto contrario se solo, nata per mantenere la pace, da tempo delibera solo azioni di guerra e nel senso che fa più comodo alla criminocrazia USA (un'immensa fogna a cielo aperto), come la legittimazione della depredazione del territorio palestinese da parte di una cricca di terroristi sionisti, poi travestitisi della pelle di agnello.
1) Né ONU né NATO sono preposte a fare da giudici e giustizieri di eventuali capi di Stato indegni, altrimenti sarebbero già dovuti intervenire in Italia per liberarci da quella masnada di avventurieri che conosciamo. Tuttavia, risulta non provata la carneficina che Gheddafi avrebbe prodotta sparando contro il proprio stesso popolo. Probabilmente è la solita balla da sfruttare per demonizzare la vittima di turno da fare scomparire e possibilmente uccidere, esattamente come è avvenuto con Saddam, accusato di detenere armi di distruzioni di massa, come se, tutto sommato, non ne avrebbe avuto il diritto anche lui, se si pensa che le più potenti armi di distruzione di massa sono in possesso proprio degli USA (e probabilmente di altri potenze come la Francia, la Gran Bretagna, la Cina e la Russia). Saddam era certamente molto meno criminale dei supercriminali a piede libero Bush, padre e figlio, emblemi della fogna suddetta e il suo regime rispettava i diritti naturali più di quanto non facciano gli USA, al cui interno esiste perfino un pezzo di Terzo Mondo e non occorre aggiungere altro. Balla è la missione umanitaria in difesa dei civili e credo che i nipotini di Gheddafi non indossassero la divisa militare!
2) Gheddafi ha fatto da un'accozzaglia di tribù un popolo per la prima volta. Ha costruito enormi infrastrutture come autostrade e perfino un acquedotto sotto la sabbia del deserto per portare l'acqua alle tribù più lontane. Ha incrementato l'industria del petrolio e lo scambio commerciale con l'estero. Ha quasi raggiunto il 100% dell'alfabetizzazione, ha costruito numerose università, ha dotato il suo popolo di un tenore di vita probabilmente superiore a quello nostro. Della piccola Tripoli (che io conosco bene) si dice che abbia fatto una metropoli. Ha portato l'aspettativa di vita da una media di circa 40 anni ad oltre settant'anni. E così via...
3) Con Gheddafi esisteva un patto di pace fra il suo paese e il nostro a cui riservava un trattamento di maggiore riguardo.
4) Gheddafi non ha aggredito il nostro paese, quindi nessun diritto di autodifesa può essere accampato.
5) Gheddafi ha diritto di difendersi - come ogni Stato - da insurrezioni armate Si tratta probabilmente di un gruppo di sobillati, prezzolati ed illusi da chi ha interesse di mirare ai pozzi di petrolio e al tesoro aureo di Gheddafi, esattamente come l'avrebbe il nostro Stato se i sicilianisti (ed io potrei essere uno di questi), con maggiori motivazioni, si ergessero contro il potere centrale, il cui esercito verrebbe scagliato - legittimamente - contro gli stessi. Non si può escludere che tra gli insorti una buona parte della responsabilità spetti al nipote di re Idris il primo, speranzoso di rimettere in sesto la distrutta dinastia dei Senussiti di Bengasi, parassiti come tutti o quasi i monarchi. Non vedo proprio perché la stessa logica di potere non debba valere anche per gli altri Stati.
6) Gheddafi si è detto disposto a trattare pure essendo dalla parte della ragione e ciononostante l'aggressione non ha fine, come se già in partenza non fosse contraria a tutte le convenzioni internazionali oltreché all'imperativo categorico della coscienza. Per di più, per l'Italia l'aggressione, per giunta senza la normale dichiarazione di guerra, dopo esperiti tutti i tentativi di componimento pacifico di eventuali controversie, è totalmente contraria all'art. 11 della Costituzione, che per i responsabili semplicemente è come se non esistesse (del resto, come anche la Costituzione nel suo insieme).
7) Così stando le cose, ritengo i responsabili dell'aggressione allo Stato autonomo ed amico della Libia - da Washington a Bruxelles a Roma - dei criminali della peggiore specie.
8) Con l'uccisione di un figlio di Gheddafi e dei suoi tre bambini, i raid italiani, targati NATO (altro che mafia!), persistenti, avrebbero dovuto cessare ma i responsabili preferiscono confermare le azioni criminali fra le più repellenti.
(9 Sono padre e vecchio, ho perso recentemente una figlia. So che significa per un genitore essere privato di un figlio e di tre nipotini, pluriomicidio che certamente viene recepito come una vittoria da parte di novelli barbari alla Gengis Khan. Solidarizzo con Gheddafi, che può avere torti personali ma estranei a questo conflitto, ed esprimo tutto il mio senso di schifo a coloro che indegnamente mi rappresentano in un'operazione così al di sotto di ogni livello subumano.
Con osservanza di ogni maledizione, il cittadino 82enne Carmelo R. Viola
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