martedì 21 giugno 2016
Aosta, due emittenti tornano all'analogico
Aosta, due emittenti tornano all'analogico
Due delle tre emittenti locali che avevano abbracciato il Digitale Terrestre annunciano il ritorno all'analogico. Colpa del Governo, dicono. Gasparri (ex min. Comunicazioni): il Governo ha sbagliato tutto
Roma - Che ci sarebbe potuto scappare qualche problema nel "costringere" la Valle d'Aosta a convertirsi all digital lo si poteva supporre, ma certo alza non poca polvere la decisione di un importante imprenditore televisivo locale di rinunciare alla modalità digitale terrestre e tornare all'analogico.
"Ci ritroviamo con un ministero delle Comunicazioni che spinge e finanzia la sperimentazione digitale in aree definite all-digital come la Valle d'Aosta e la Sardegna ma poi, attraverso i propri organi periferici, costringe gli operatori locali a lavorare secondo l'interpretazione di una legge scritta esclusivamente per l'emissione analogica e che di fatto ne impedisce lo sviluppo e la sperimentazione stessa".
Con queste parole Mauro Pagliero, che gestisce sia Rete St.Vincent che E21 Network, ha annunciato la decisione della propria azienda di rinunciare al DTT, una rinuncia che peraltro apre un fortissimo conflitto con le regole per lo switch-off regionale (il passaggio appunto da analogico a digitale) decise da Roma.
Pagliero sottolinea come la decisione significa che "due delle uniche tre emittenti televisive locali rimaste in Valle d'Aosta rinunciano al digitale terrestre e da oggi tornano a trasmettere in modalità analogica abbandonando la sperimentazione del digitale terrestre, adottata 24 ore su 24 da circa un anno".
Sì, perché se c'è qualcosa destinato ad alzare polvere è proprio la voce di chi nel DTT ha creduto ed investito, cercando anzi di sottrarsi alla morìa delle televisioni locali e spingendo sull'innovazione.
Pagliero non risparmia critiche in questo senso: "Chi, come il sottoscritto, ha creduto in questa nuova tecnologia investendo centinaia di migliaia di euro senza trarne alcun vantaggio economico non viene tutelato. Anzi - insiste - viene considerato e punito come un abusivo da quelle persone che nell'amministrarci purtroppo ignorano gli indispensabili fondamenti tecnici connessi ai reali vantaggi che la tecnologia digitale terrestre può offrire". Secondo Pagliero "non basta riempirsi la bocca con la definizione di regione all digital senza però conoscere il significato tecnico della parola stessa". Il riferimento è a quella che viene vissuta come impossibilità di mettere in pratica il DTT e dunque di dar corpo sul territorio agli investimenti sopportati negli scorsi anni.
Su queste polemiche si è incardinata anche l'esternazione di ieri dell'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che durante una trasmissione su RaiUtile ha accusato sia il Governo che la RAI di ritardi intollerabili.
"La RAI - ha attaccato l'esponente di Alleanza Nazionale - non ha nessun piano. A Fabiani (consigliere di amministrazione RAI, ndr.) devono spiegare cos'è il digitale terrestre. Ora ha capito, forse, che c'è la TV a colori".
Secondo Gasparri "questo governo non ha fatto nulla per il digitale terrestre. È una grande irresponsabilità". A suo dire "noi abbiamo inaugurato il digitale e stanziato dei fondi, dopo loro non hanno fatto più nulla. Sono dei devastatori della modernità". "Occorrono volontà e investimenti - ha attaccato - Il Governo non li ha previsti e ci fa perdere tempo. Adesso ha rimesso gli incentivi sui decoder e non solo sui televisori digitali. Una cosa che, avevano detto, non si poteva fare". In realtà a dirlo, come si ricorderà, sono state le autorità europee di Bruxelles che hanno dichiarato illegittimi gli stanziamenti voluti dal governo Berlusconi per i decoder.
Gasparri ha poi concluso sostenendo che "serve dare priorità anche nel servizio pubblico al DTT: quindi più tecnologia e meno nani e ballerine. E avere volontà come sistema paese di andare in questa direzione". A suo dire "se il Governo non fa nulla, non si farà nemmeno nel 2022" lo switch-off su base nazionale.
"Ci ritroviamo con un ministero delle Comunicazioni che spinge e finanzia la sperimentazione digitale in aree definite all-digital come la Valle d'Aosta e la Sardegna ma poi, attraverso i propri organi periferici, costringe gli operatori locali a lavorare secondo l'interpretazione di una legge scritta esclusivamente per l'emissione analogica e che di fatto ne impedisce lo sviluppo e la sperimentazione stessa".
Con queste parole Mauro Pagliero, che gestisce sia Rete St.Vincent che E21 Network, ha annunciato la decisione della propria azienda di rinunciare al DTT, una rinuncia che peraltro apre un fortissimo conflitto con le regole per lo switch-off regionale (il passaggio appunto da analogico a digitale) decise da Roma.
Pagliero sottolinea come la decisione significa che "due delle uniche tre emittenti televisive locali rimaste in Valle d'Aosta rinunciano al digitale terrestre e da oggi tornano a trasmettere in modalità analogica abbandonando la sperimentazione del digitale terrestre, adottata 24 ore su 24 da circa un anno".
Sì, perché se c'è qualcosa destinato ad alzare polvere è proprio la voce di chi nel DTT ha creduto ed investito, cercando anzi di sottrarsi alla morìa delle televisioni locali e spingendo sull'innovazione.
Pagliero non risparmia critiche in questo senso: "Chi, come il sottoscritto, ha creduto in questa nuova tecnologia investendo centinaia di migliaia di euro senza trarne alcun vantaggio economico non viene tutelato. Anzi - insiste - viene considerato e punito come un abusivo da quelle persone che nell'amministrarci purtroppo ignorano gli indispensabili fondamenti tecnici connessi ai reali vantaggi che la tecnologia digitale terrestre può offrire". Secondo Pagliero "non basta riempirsi la bocca con la definizione di regione all digital senza però conoscere il significato tecnico della parola stessa". Il riferimento è a quella che viene vissuta come impossibilità di mettere in pratica il DTT e dunque di dar corpo sul territorio agli investimenti sopportati negli scorsi anni.
Su queste polemiche si è incardinata anche l'esternazione di ieri dell'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che durante una trasmissione su RaiUtile ha accusato sia il Governo che la RAI di ritardi intollerabili.
"La RAI - ha attaccato l'esponente di Alleanza Nazionale - non ha nessun piano. A Fabiani (consigliere di amministrazione RAI, ndr.) devono spiegare cos'è il digitale terrestre. Ora ha capito, forse, che c'è la TV a colori".
Secondo Gasparri "questo governo non ha fatto nulla per il digitale terrestre. È una grande irresponsabilità". A suo dire "noi abbiamo inaugurato il digitale e stanziato dei fondi, dopo loro non hanno fatto più nulla. Sono dei devastatori della modernità". "Occorrono volontà e investimenti - ha attaccato - Il Governo non li ha previsti e ci fa perdere tempo. Adesso ha rimesso gli incentivi sui decoder e non solo sui televisori digitali. Una cosa che, avevano detto, non si poteva fare". In realtà a dirlo, come si ricorderà, sono state le autorità europee di Bruxelles che hanno dichiarato illegittimi gli stanziamenti voluti dal governo Berlusconi per i decoder.
Gasparri ha poi concluso sostenendo che "serve dare priorità anche nel servizio pubblico al DTT: quindi più tecnologia e meno nani e ballerine. E avere volontà come sistema paese di andare in questa direzione". A suo dire "se il Governo non fa nulla, non si farà nemmeno nel 2022" lo switch-off su base nazionale.
Questo video non lo vedrete mai nelle Tv. Forse si vergognano del loro Premier?
Questo video non lo vedrete mai nelle Tv. Forse si vergognano del loro Premier?: Un Renzi clown, uno showman inadeguato a svolgere questo ruolo. L'Italia non era mai caduta così in basso a livello internazionale
Il regalo di Berlusconi agli Italiani
Sicuramente la maggioranza degli Italiani ignora del regalo che Silvio Berlusconi ha fatto agli Italiani quando era presidente del consiglio;
Lo spargimento delle scie chimiche è merito suo, in un accordo fatto al tempo del Bush
presidente Statunitense.
Ho avuto modo di vedere il protocollo d'intesa firmato da Berlusconi.
Quindi se l'Italia è quotidianamente avvelenata è merito di Berlusca.
venerdì 17 giugno 2016
mercoledì 15 giugno 2016
Più si beve latte e più calcio si perde dalle ossa: parola del British
Più si beve latte e più calcio si perde dalle ossa: parola del British Medical JournalMarcello Pamio - 14 gennaio 2016
Non esiste alimento migliore. Il latte che sgorga dalle mammelle è da sempre raccomandato da medici e nutrizionisti per il fabbisogno proteico e soprattutto per l’apporto di calcio, minerale questo fondamentale per far crescere e mantenere in salute la struttura ossea.
Fin qui nulla da eccepire se si trattasse del latte di mamma e se le mammelle fossero di una bella madre e non di una vacca ingravidata artificialmente.
Questa premessa è obbligatoria perché ancora oggi c’è chi confonde le due cose. Si confonde il latte materno, vero e unico nutrimento basilare per il sano e corretto sviluppo del neonato d’uomo, con il latte di vacca, alimento predisposto esclusivamente per la crescita rapidissima dei vitelli.
Fin qui nulla da eccepire se si trattasse del latte di mamma e se le mammelle fossero di una bella madre e non di una vacca ingravidata artificialmente.
Questa premessa è obbligatoria perché ancora oggi c’è chi confonde le due cose. Si confonde il latte materno, vero e unico nutrimento basilare per il sano e corretto sviluppo del neonato d’uomo, con il latte di vacca, alimento predisposto esclusivamente per la crescita rapidissima dei vitelli.
Confusione questa assai pericolosa per la salute umana, ma ormai incarnata nell’inconscio collettivo per la gioia delle lobbies alimentari e farmaceutiche.
Per fortuna sempre più studi scientifici stanno evidenziando e sottolineando tale rischio, affermando che il latte vaccino non va bene per l’alimentazione umana.
L’ennesima ricerca arriva dalla svedese università di Uppsala è ed stata pubblicata su uno dei giornali scientifici più accreditati al mondo, il British Medical Journal.
Nello studio vengono presi in esame due grandi coorti composte da 61.433 donne (dai 39 ai 74 anni) e 45.339 uomini (dai 45 ai 79 anni), monitorati per ben 20 anni.
Per fortuna sempre più studi scientifici stanno evidenziando e sottolineando tale rischio, affermando che il latte vaccino non va bene per l’alimentazione umana.
L’ennesima ricerca arriva dalla svedese università di Uppsala è ed stata pubblicata su uno dei giornali scientifici più accreditati al mondo, il British Medical Journal.
Nello studio vengono presi in esame due grandi coorti composte da 61.433 donne (dai 39 ai 74 anni) e 45.339 uomini (dai 45 ai 79 anni), monitorati per ben 20 anni.
Durante il follow-up medio di 20 anni, 15.541 donne sono morte e 17.252 hanno avuto una frattura ossea, delle quali 4.259 all’anca. Per gli uomini in un follow-up medio di 11,2 anni, 10.112 sono morti e 5.066 hanno avuto una frattura, dei quali 1.116 all’anca.
Le conclusioni dello studio svedese non lasciano spazio a nessun dubbio: i ricercatori hanno scoperto che non solo non vi è stata alcuna riduzione delle fratture ossee nelle persone che hanno consumato latte, ma addirittura nelle donne il consumo stesso di latte è stato associato ad una maggiore probabilità di subire una frattura.Le persone che hanno bevuto tre bicchieri o più di latte al giorno avevano il doppio delle probabilità di morire presto rispetto a chi ne aveva consumato meno di uno.
Le conclusioni dello studio svedese non lasciano spazio a nessun dubbio: i ricercatori hanno scoperto che non solo non vi è stata alcuna riduzione delle fratture ossee nelle persone che hanno consumato latte, ma addirittura nelle donne il consumo stesso di latte è stato associato ad una maggiore probabilità di subire una frattura.Le persone che hanno bevuto tre bicchieri o più di latte al giorno avevano il doppio delle probabilità di morire presto rispetto a chi ne aveva consumato meno di uno.
L’autore dello studio, il professor Karl Michaelsson, spiega che i loro risultati “possono mettere in dubbio la validità delle raccomandazioni su un consumo elevato di latte per prevenire le fratture da fragilità. Un maggior consumo di latte nelle donne e uomini non è accompagnato da un minor rischio di frattura. Invece può essere associato ad un più alto tasso di morte”.
Ma non ci hanno sempre detto che per prevenire l’osteoporosi bisogna bere tanto latte e mangiare tanti formaggi?
Questa cosa è risaputa da sempre in chi si occupa seriamente di nutrizione umana, mentre è ancora un’eresia da estirpare con ogni mezzo per coloro che studiano sui libri scritti dalle lobbies farmaceutiche e si basano sulle piramidi alimentari redatte dalle industrie alimentari!
Ma non ci hanno sempre detto che per prevenire l’osteoporosi bisogna bere tanto latte e mangiare tanti formaggi?
Questa cosa è risaputa da sempre in chi si occupa seriamente di nutrizione umana, mentre è ancora un’eresia da estirpare con ogni mezzo per coloro che studiano sui libri scritti dalle lobbies farmaceutiche e si basano sulle piramidi alimentari redatte dalle industrie alimentari!
A parte le sterili diatribe sul latte sì o latte no, i dati parlano chiaro: nei paesi maggiori consumatori di latte e latticini vi è il maggior numero di fratture ossee. E questo è un dato di fatto assodato.
Come si spiega? Come la mettiamo?
Come si spiega? Come la mettiamo?
Semplicissimo: da una parte l’elevato contenuto del lattosio, lo zucchero del latte che crea un ambiente acidificante dato che a livello intestinale viene degradato ad acido lattico, e tale ambiente fa aumentare le infiammazioni e lo stress ossidativo. Condizioni queste alla base di un maggior rischio di mortalità e paradossalmente di fratture ossee.
Nella medesima ricerca tale associazione di rischio è stata osservata anche con l’assunzione dei derivati del latte come i formaggi, anche se in questo caso sono andati coi piedi di piombo per non andare a cozzare esageratamente contro interessi economici enormi (industria casearia).
Nella medesima ricerca tale associazione di rischio è stata osservata anche con l’assunzione dei derivati del latte come i formaggi, anche se in questo caso sono andati coi piedi di piombo per non andare a cozzare esageratamente contro interessi economici enormi (industria casearia).
E’ bene ricordare che il latte di un mammifero è specie-specifico quindi adatto e perfetto per il cucciolo di quella specie. Il latte di donna per esempio è perfetto per il neonato dell’uomo, la cui crescita è molto lenta, mentre il latte di vacca è perfetto per far crescere molto velocemente il vitello. Un neonato in sei mesi raggiunge il peso di circa 7/8 kg, mentre nello stesso periodo il vitello oltre 300 kg.
Quindi è normale che il latte vaccino contenga livelli spropositati di ormoni della crescita (estrogeni ma non solo), cosa che non ha il latte umano. Questo esubero di ormoni andrà a squilibrare in senso negativo la funzionalità delle ghiandole endocrine e tutto il delicatissimo asse ormonale umano (ipofisi, tiroide, seni, ovaie, testicoli, prostata, ecc.).
Quindi è normale che il latte vaccino contenga livelli spropositati di ormoni della crescita (estrogeni ma non solo), cosa che non ha il latte umano. Questo esubero di ormoni andrà a squilibrare in senso negativo la funzionalità delle ghiandole endocrine e tutto il delicatissimo asse ormonale umano (ipofisi, tiroide, seni, ovaie, testicoli, prostata, ecc.).
Altre ricerche hanno riscontrato che il latte delle vacche da allevamento intensivo (tutto il latte venduto nella grande distribuzione) contiene un ormone, l’estrone solfato, in maniera 33 volte superiore a quello delle vacche che producono latte normalmente.
L’estrone solfato è imputato di essere la causa di numerosi tumori ormono-sensibili: seno, prostata, testicoli e colon...
L’estrone solfato è imputato di essere la causa di numerosi tumori ormono-sensibili: seno, prostata, testicoli e colon...
Un altro fattore imputato nei tumori al seno e alla prostata è l’Insulin-like Growth Factor (IGF-1). Questo ormone, isolato nel latte vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumano regolarmente latticini. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino.
La d.ssa Susan Hankinson di Harvard ha dimostrato che le donne sotto i 50 anni con i tassi di IGF-1 più elevati hanno un rischio 7 volte maggiore di contrarre il cancro al seno rispetto a donne con valori bassi. Stessa cosa per il cancro alla prostata, solo che in questo caso gli uomini con maggior IGF avevano un tasso di rischio fino a 9 volte maggiore.
La d.ssa Susan Hankinson di Harvard ha dimostrato che le donne sotto i 50 anni con i tassi di IGF-1 più elevati hanno un rischio 7 volte maggiore di contrarre il cancro al seno rispetto a donne con valori bassi. Stessa cosa per il cancro alla prostata, solo che in questo caso gli uomini con maggior IGF avevano un tasso di rischio fino a 9 volte maggiore.
Infine il latte vaccino è un alimento difficilmente digeribile e assimilabile per il nostro metabolismo in quanto sempre più spesso l’uomo è privo dei due enzimi basilari imputati a questo compito: la rennina e la lattasi.
L’intolleranza al lattosio colpisce il 95% dei soggetti asiatici, il 74% dei nativi americani, il 70% degli africani, il 53% dei messicani e il 15% dei caucasici. Non esiste al mondo una sostanza intollerante quanto il latte vaccino. Ci sarà un motivo oppure no?
Senza questi enzimi o con una loro carenza, le proteine e gli zuccheri del latte non sono correttamente digeribili e possono creare nel tempo seri problemi all’organismo (problemi gastro-intestinali, diarrea, flatulenza, morbo di crohn, ecc.).
L’intolleranza al lattosio colpisce il 95% dei soggetti asiatici, il 74% dei nativi americani, il 70% degli africani, il 53% dei messicani e il 15% dei caucasici. Non esiste al mondo una sostanza intollerante quanto il latte vaccino. Ci sarà un motivo oppure no?
Senza questi enzimi o con una loro carenza, le proteine e gli zuccheri del latte non sono correttamente digeribili e possono creare nel tempo seri problemi all’organismo (problemi gastro-intestinali, diarrea, flatulenza, morbo di crohn, ecc.).
La medicina naturale sa queste cose da sempre, mentre la medicina allopatica è ancora dell’idea che il latte vaccino sia l’alimento perfetto per l’essere umano, l’alimento che protegge le ossa dall’osteoporosi…
E questo anche se, come dice l’oncologo Franco Berrino, “non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche”. Invece ciò che è risaputo è che “la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di carne e di latticini”.
E questo anche se, come dice l’oncologo Franco Berrino, “non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche”. Invece ciò che è risaputo è che “la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di carne e di latticini”.
Esattamente il contrario di quello che ci viene detto.
Beata ignoranza…
Beata ignoranza…
Lo studio è pubblicato nel sito ufficiale del British Medical Journal www.bmj.com/content/349/bmj.g6015
Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore
Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore 8 volte meglio di quello degli onnivori. Bastano 2 settimane di dieta vegetale per alzare le difese contro il cancro!Tratto da www.vegetariani-roma.it/il-sangue-dei-vegani-combatte-la-crescita-del-tumore-8-volte-meglio-di-quello-degli-onnivori-bastano-2-settimane-di-dieta-vegetale-per-alzare-le-difese-contro-il-cancro/
Figura 3 – Morte delle cellule tumorali con sangue vegan
La dieta vegana negli ultimi anni si sta rivelando il modo più efficace per prevenire, arrestare ed invertire la progressione del cancro, in modo naturale e senza effetti collaterali debilitanti.
Due recenti studi lo confermano, uno del dottor Ornish, ricercatore di fama mondiale in seguito ai suoi studi sulle cause e sui metodi di prevenzione e di cura delle malattie cardiache attraverso una corretta alimentazione, e uno del Pritikin Center, clinica promotrice del trattamento di patologie croniche unicamente grazie a dieta ed esercizio fisico.
Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore 8 volte meglio di quello degli onnivori – bastano 2 settimane di dieta vegetale per alzare le difese contro il cancro
Due recenti studi lo confermano, uno del dottor Ornish, ricercatore di fama mondiale in seguito ai suoi studi sulle cause e sui metodi di prevenzione e di cura delle malattie cardiache attraverso una corretta alimentazione, e uno del Pritikin Center, clinica promotrice del trattamento di patologie croniche unicamente grazie a dieta ed esercizio fisico.
Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore 8 volte meglio di quello degli onnivori – bastano 2 settimane di dieta vegetale per alzare le difese contro il cancro
Dr.Ornish – La dieta vegana potrebbe inibire la crescita del cancro 8 volte meglio Ornish e il suo team di ricercatori ha trovato 93 uomini con cancro alla prostata in fase precoce che si sono offerti di rinunciare a radiazioni, chemioterapia e chirurgia. Poi i pazienti sono stati assegnati ad un gruppo che ha modificato il proprio stile di vita, includendo una dieta vegana a bassa percentuale di grassi (10% sul totale calorico) insieme ad altri comportamenti sani (come camminare 30 minuti sei giorni alla settimana ed esercizi di meditazione) e un gruppo di controllo, che si è limitato a guardare e aspettare.
Dato che il cancro alla prostata è il cancro più diffuso tra gli uomini, anche il Dipartimento della Difesa ha fornito il finanziamento per lo studio. Un anno dopo, i risultati sono stati conteggiati e pubblicati nel numero di settembre 2005 del Journal of Urology, la rivista ufficiale dell’Associazione Urologica americana.
Entro la fine dello studio, 6 dei pazienti del gruppo di controllo avevano abbandonato perché i loro tumori erano in crescita e non potevano più aspettare.
Dato che il cancro alla prostata è il cancro più diffuso tra gli uomini, anche il Dipartimento della Difesa ha fornito il finanziamento per lo studio. Un anno dopo, i risultati sono stati conteggiati e pubblicati nel numero di settembre 2005 del Journal of Urology, la rivista ufficiale dell’Associazione Urologica americana.
Entro la fine dello studio, 6 dei pazienti del gruppo di controllo avevano abbandonato perché i loro tumori erano in crescita e non potevano più aspettare.
Non un solo paziente del gruppo che seguiva la dieta vegana ha subito la stessa sorte. Infatti, mentre l’attività media del cancro è aumentata nel gruppo di controllo, misurata con test PSA, i marcatori tumorali erano DIMINUITI nel gruppo vegano.
Entro la fine dell’anno il tasso di crescita del cancro, come misurato dai test (vedi grafici figura 1 e 2), era enormemente differente tra i due gruppi. Per i pazienti a dieta vegana, i marcatori tumorali erano nettamente calati.
Entro la fine dell’anno il tasso di crescita del cancro, come misurato dai test (vedi grafici figura 1 e 2), era enormemente differente tra i due gruppi. Per i pazienti a dieta vegana, i marcatori tumorali erano nettamente calati.
Ma lo studio non si è fermato qui, essendo questi risultati a dir poco rivoluzionari.
Forse una dieta vegan incrementa la forza anti-cancro del sistema immunitario?
Forse una dieta vegan incrementa la forza anti-cancro del sistema immunitario?
Ornish ed i suoi colleghi ricercatori erano intenzionati a venirne a capo.
Hanno quindi preso colture di cellule tumorali umane e le hanno incubate con il sangue prelevato dai pazienti affetti da cancro, alla fine dell’anno. Il siero del sangue prelevato da chi faceva parte del gruppo di controllo ha solo debolmente inibito le cellule tumorali, riducendo la loro crescita solo del 9%, ma il siero preso da coloro che hanno trascorso l’anno consumando una dieta vegana ha inibito la crescita del cancro del 70%, quasi una differenza di 8 volte!
Hanno quindi preso colture di cellule tumorali umane e le hanno incubate con il sangue prelevato dai pazienti affetti da cancro, alla fine dell’anno. Il siero del sangue prelevato da chi faceva parte del gruppo di controllo ha solo debolmente inibito le cellule tumorali, riducendo la loro crescita solo del 9%, ma il siero preso da coloro che hanno trascorso l’anno consumando una dieta vegana ha inibito la crescita del cancro del 70%, quasi una differenza di 8 volte!
E Ornish ha scoperto che quanto più i pazienti si erano attenuti al programma, migliori sono stati i loro risultati, più il loro cancro sembrava essere in remissione e meglio il loro stesso sangue riusciva ad uccidere le cellule tumorali in laboratorio.
Titolo: Intensive lifestyle changes may affect the progression of prostate cancer(I cambiamenti intensivi di stile di vita possono influenzare la progressione del cancro alla prostata)
Autori: Ornish D, et al. 2005.
Pubblicato su: Journal of Urology. 174:1065-70.
Autori: Ornish D, et al. 2005.
Pubblicato su: Journal of Urology. 174:1065-70.
Pritikin center: 2 settimane di dieta vegana per aumentare la morte delle cellule tumorali del seno del 20-30%
Ornish e i suoi ricercatori si sono chiesti se lo stesso potesse avvenire con il cancro al seno. Questa volta però non hanno voluto attendere un anno per i risultati: hanno quindi prelevato un campione di sangue a 12 donne e poi chiesto loro di consumare una dieta vegana a basso contenuto di grassi per 14 giorni. Alla fine hanno prelevato un altro campione.
Hanno preso questi campioni e li hanno testati su 3 differenti tipi di cancro al seno: il loro sangue ha avuto il potere di rallentare e interrompere la crescita delle cellule tumorali, grazie ad appena 2 settimane di dieta vegana.
La crescita del tumore è diminuita del 6,6, 9,9 e 18,5% rispettivamente per i 3 tipi di tumore al seno considerati, mentre l’apoptosi (ovvero la morte delle cellule tumorali) è aumentata del 20, 23 e 30%.
Quindi c’è da chiedersi: che tipo di sangue vogliamo?
Uno che non ha effetti sulla crescita tumorale, oppure vogliamo un sangue che è capace di rallentare e bloccare il cancro in ogni angolo del nostro corpo?
Hanno preso questi campioni e li hanno testati su 3 differenti tipi di cancro al seno: il loro sangue ha avuto il potere di rallentare e interrompere la crescita delle cellule tumorali, grazie ad appena 2 settimane di dieta vegana.
La crescita del tumore è diminuita del 6,6, 9,9 e 18,5% rispettivamente per i 3 tipi di tumore al seno considerati, mentre l’apoptosi (ovvero la morte delle cellule tumorali) è aumentata del 20, 23 e 30%.
Quindi c’è da chiedersi: che tipo di sangue vogliamo?
Uno che non ha effetti sulla crescita tumorale, oppure vogliamo un sangue che è capace di rallentare e bloccare il cancro in ogni angolo del nostro corpo?
Figura 3 – Morte delle cellule tumorali con sangue vegan
(*)apoptosi = indica una forma di morte cellulare programmata.
Si tratta di un processo ben distinto rispetto alla necrosi cellulare, e in condizioni normali contribuisce al mantenimento del numero di cellule di un sistema.
Ad esempio, durante il suo sviluppo, l’embrione umano presenta gli abbozzi di mani e piedi “palmati”: affinché le dita si differenzino, è necessario che le cellule che costituiscono le membrane interdigitali muoiano (questo processo si chiama appunto apoptosi, e non necrosi)
Si tratta di un processo ben distinto rispetto alla necrosi cellulare, e in condizioni normali contribuisce al mantenimento del numero di cellule di un sistema.
Ad esempio, durante il suo sviluppo, l’embrione umano presenta gli abbozzi di mani e piedi “palmati”: affinché le dita si differenzino, è necessario che le cellule che costituiscono le membrane interdigitali muoiano (questo processo si chiama appunto apoptosi, e non necrosi)
Titolo: Effects of a low-fat, high-fiber diet and exercise program on breast cancer risk factors in vivo and tumor cell growth and apoptosis in vitro.(Effetti di un basso contenuto di grassi, di una dieta ricca di fibre e di un programma di esercizio sui fattori di rischio di cancro al seno, nella crescita delle cellule in vivo del tumore e l’apoptosi in vitro) (per il significato di apoptosi vedi a fine pagina)
Autori: Barnard RJ, Gonzalez JH, Liva ME, Ngo TH.
Pubblicato su: Nutr Cancer. 2006;55(1):28-34.
Pubblicato su: Nutr Cancer. 2006;55(1):28-34.
gravi e nascoste cause dei tumori
Frequenti, gravi e nascoste cause dei tumoriDottor Giuseppe Di Bella - 26 aprile 2016
Nella recente intervista del Dr Giuseppe Di Bella a Telecolor "i tumori più diffusi"! https://m.youtube.com/watch?v=RJ_OJ1wPBrQ sono state evidenziate le più frequenti cause dei tumori, tra cui i maggiori, più pericolosi e documentati fattori di rischio di induzione neoplastica, nascosti al pubblico:
A) L’ elevato incremento della radioattività atmosfericaQuesta è causata dall’indiscriminato uso bellico di grandi quantitativi di uranio impoverito in Serbia, nel Kosovo, in Medio Oriente, soprattutto in Iraq, e nei poligoni militari.
Le radiazioni ionizzanti, mutagene, da elementi radioattivi, rappresentano sicuramente uno dei massimi rischi di malattie neoplastiche oltre che degenerative, causando anche malformazioni e gravi danni all’equilibrio biologico e alle funzioni vitali. Si calcola che i bombardamenti nucleari americani di Hiroshima e Nagasaki, oltre al milione di morti provocato al momento dell’esplosione e nei giorni immediatamente successivi, abbiano causato un numero almeno doppio di decessi per l’induzione di tumori solidi e leucemie.
Le radiazioni ionizzanti, mutagene, da elementi radioattivi, rappresentano sicuramente uno dei massimi rischi di malattie neoplastiche oltre che degenerative, causando anche malformazioni e gravi danni all’equilibrio biologico e alle funzioni vitali. Si calcola che i bombardamenti nucleari americani di Hiroshima e Nagasaki, oltre al milione di morti provocato al momento dell’esplosione e nei giorni immediatamente successivi, abbiano causato un numero almeno doppio di decessi per l’induzione di tumori solidi e leucemie.
B) La crescente dispersione nell’ambiente di notevoli quantitativi di chemioterapici.Per il continuo estendersi delle patologie neoplastiche aumenta progressivamente l’uso di chemioterapici, tra cui quelli somministrati ad alte dosi in vena, come i derivati del Platino, Vincristina, Taxani, Topotecani, ecc… che si possono considerare tra le sostanze tossiche a più alto rischio mutageno (il tumore nasce da una mutazione) e pertanto oncogene, disperse poi senza alcuna precauzione nell’ambiente. Infatti gli escrementi di quanti sono sottoposti a chemio non sono trattati come rifiuti tossici speciali, ma eliminati attraverso la comune rete fognaria. Significativo il rapporto N°02/16 (2002) dell’Istituto Superiore di Sanità sull’induzione di tumore da parte dei chemioterapici :-
“Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” che ha preso in considerazione i danni a breve e/o a lungo termine causati dall’esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici (CA). «Proprio a causa delle loro proprietà citotossiche e immunosoppressive – si legge nel Rapporto – gli antibastici possono paradossalmente causare tumori secondari. Infatti, non solo sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’insorgenza di neoplasie». E ancora: «Mentre per i pazienti tali effetti tossici sono considerati ‘accettabili’ in vista dei possibili (palliativi) benefici terapeutici, essi non dovrebbero mai colpire i medici, i farmacisti, gli infermieri e gli altri possibili operatori. Invece, a partire dagli anni ‘70, numerosi studi hanno dimostrato la pericolosità per gli operatori sanitari». «Alcuni degli effetti tossici che colpiscono i pazienti sono stati osservati anche in operatori sanitari e in particolare in infermieri dei reparti oncologici (…) sono stati rilevati disturbi a livello oculare, cutaneo e respiratorio causati da chemioterapici vescicanti; reazioni allergiche da composti del platino (…). Possibili tumori causati da chemioterapici cancerogeni; effetti sull’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’apparato riproduttivo dei figli degli operatori sanitari dei figli degli operatori sanitari»
L’induzione tumorale da chemioterapici è ormai scientificamente documentata. La prestigiosa rivista medico scientifica Nature, (ai massimi livelli dell’Impact Factor) ha pubblicato uno studio intitolato: “Treatment-induced damage to the tumor microenvironment promotes prostate cancer therapy resistance through WNT16B”. Gli autori hanno spiegato i meccanismi biochimici e molecolari per cui la somministrazione di chemioterapici può indurre il cancro. Questo studio spiega che la chemioterapia, usata per combattere il cancro, in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. Analizzando gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata, sono state scoperti "evidenti danni nel DNA" nelle cellule sane intorno all'area colpita dal cancro.
Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
La scoperta che "l'aumento della WNT16B...interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali...era del tutto inattesa", ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, nello stato di Washington. "I nostri risultati, hanno spiegato i ricercatori, indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita cinetica del cancro, e questo ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie". In pratica è un meccanismo generalizzato, esteso ad ogni tipo di varietà istologica di tumore.
Se è pertanto documentato che i chemioterapici possono eliminare un certo quantitativo di cellule neoplastiche, è altrettanto documentato e incontestabile che possono indurre raffiche di mutazioni, ognuna delle quali seleziona cloni tumorali più aggressivi e resistenti in soggetti debilitati dall’effetto tossico e immunosoppressivo della chemio, creando così le premesse di disseminazioni tumorali generalizzate e inarrestabili.
Ovviamente queste non sono che vili calunnie e basse insinuazioni dei soliti biechi complottisti contro gli immacolati e disinteressati circoli di potere globali, che gestiscono con la massima e nota onestà e trasparenza, economia, politica, finanza e informazione.
Ovviamente queste non sono che vili calunnie e basse insinuazioni dei soliti biechi complottisti contro gli immacolati e disinteressati circoli di potere globali, che gestiscono con la massima e nota onestà e trasparenza, economia, politica, finanza e informazione.
Giuseppe Di Bella
Ttip, pubblicati i documenti: salute e ambiente a rischio
Ttip, pubblicati i documenti: salute e ambiente a rischio Redazione InformaSalus.it
Greenpeace Olanda ha pubblicato oggi sul sito www.ttip-leaks.org parte dei testi negoziali del TTIP per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato di cui troppo poco si discute in Italia e che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. I negoziati per il trattato di libero scambio fra Stati Uniti e Unione europea (Ttip) sono in corso da oltre tre anni e si è da poco concluso il 12mo round negoziale a New York.
Greenpeace ha deciso di pubblicare i documenti per garantire la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato di cui troppo poco si discute in Italia e che interessa quasi un miliardo di persone, nell’Unione Europea e negli USA. Se andrà in porto, infatti, il Ttip creerà la più grande area di libero scambio del pianeta, sommando due economie che insieme, rappresentando oltre 800 milioni di persone, ammontano già oggi al oltre il 46% del Pil dell'intero pianeta. Un trattato in cui il commercio sarebbe solo la parte minore e le cui conseguenze sarebbero gigantesche e inciderebbero radicalmente sulla vita di entrambi i continenti.
“È ora di far luce sul TTIP. Con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica”, ha dichiarato Federica Ferrario di Greenpeace Italia. “Questi documenti svelano che la società civile aveva ragione a essere preoccupata. Fermiamo i negoziati e cominciamo a discuterne pubblicamente. Sapevamo che la posizione dell’UE non era bella, ora possiamo vedere che la posizione degli Stati Uniti è addirittura peggio. Un compromesso tra i due sarebbe inaccettabile”, continua la Ferraio.
Dal punto di vista della protezione dell’ambiente e dei consumatori, quattro aspetti sono seriamente preoccupanti.
Con il TTIP innanzitutto, potrebbero sparire per sempre le conquiste fatte nell’ambito della tutela ambientale. Nessuno dei capitoli al momento visionabili fa infatti alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli Stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante.
Con il TTIP innanzitutto, potrebbero sparire per sempre le conquiste fatte nell’ambito della tutela ambientale. Nessuno dei capitoli al momento visionabili fa infatti alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions). Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation (WTO – in italiano anche Organizzazione Mondiale per il Commercio, OMC) permette agli Stati di regolare il commercio “per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante” o per “la conservazione delle risorse naturali esauribili”. L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante.
Anche la protezione del clima rischia di diventare più difficile. Gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono che è necessario mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima. Eppure nei testi ottenuti non c’è alcun riferimento alla protezione del clima.
I capitoli del TTIP dedicati alla “Cooperazione Regolamentare”, non menzionano in nessun modo il cosiddetto “principio di precauzione”, ossia l’obbligo da parte del legislatore di definire misure preventive rispetto a sostanze controverse, come le sostanze chimiche con note interferenze sul sistema endocrino.
Porte aperte, infine, all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali: con il TTIP le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi. Su questo punto Greenpeace fan che se la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, i documenti diffusi mostrano che l’industria ha avuto invece una voce privilegiata su decisioni importanti.
Porte aperte, infine, all’ingerenza dell’industria e delle multinazionali: con il TTIP le grandi aziende ottengono garanzie sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali, fin dalle prime fasi. Su questo punto Greenpeace fan che se la società civile ha avuto ben poco accesso ai negoziati, i documenti diffusi mostrano che l’industria ha avuto invece una voce privilegiata su decisioni importanti.
“Chi ha cura delle questioni ambientali, del benessere degli animali, dei diritti dei lavoratori o della privacy su internet dovrebbe essere preoccupato per quel che c’è in questi documenti”, continua Ferrario. “Si confermano le forti obiezioni della società civile e di milioni di persone che in tutto il mondo hanno protestato contro il TTIP, che non è altro che un grande trasferimento di poteri democratici dai cittadini al grande business. Chiediamo a tutti i rappresentanti eletti, alla società civile, ai cittadini di leggere questi documenti e di impegnarsi in un dibattito approfondito”.
Per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico, Greenpeace, invita tutti a all’appuntamento nazionale di sabato 7 maggio 2016 a Roma, durante il quale la coalizione italiana #StopTTIP darà voce alla società civile finora esclusa dai negoziati.
Ci pagheranno tutti in Bit…Ci piaccia o no
Ci pagheranno tutti in Bit…Ci piaccia o noMaurizio Blondet – 10 maggio 2016 - www.maurizioblondet.it
Un lunedì dello scorso aprile un centinaio di altissimi capi di banche d’affari e “delle più grandi istituzioni finanziarie del mondo” si sono riuniti in un ufficio del Nasdaq a Times Square. In gran segreto. Lo scopo: una esercitazione, una simulazione riguardante trasferimenti finanziari con un nuovo metodo. Che ha avuto successo. Come ha notificato giuliva Bloomberg:
“Alla fine della giornata, tutti loro avevano visto qualcosa di straordinario: dollari americani trasformati in veri attivi digitali, utilizzabili istantaneamente fin dall’apertura di una transazione commerciale. Il sistema attuale (di trasferimenti e bonifici, ndr.) complesso, pesante, soggetto ad errori, ci mette dei giorni per trasferire denaro nella città o nel mondo, è sostituito istantaneamente da un nuovo sistema quasi sicuro e che risponde in tempo reale”. Un software “che trasformerà la finanza”, era quello che i massimi capintesta del totalitarismo finanziario.
http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-05-02/inside-the-secret-meeting-where-wall-street-tested-digital-cash
http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-05-02/inside-the-secret-meeting-where-wall-street-tested-digital-cash
E’ un incontro che ricorda molto da vicino quello di Jekyll Island, in cui nel 1910 i banchieri d’affari cospirarono per creare la Federal Reserve come loro banca privata di emissione (1).
Il sistema è fondato “sulla tecnologia blockhain”: la stessa su cui si fonda il bitcoin, la cosiddetta criptovaluta digitale, che ci è stata gabellata come la “moneta libertaria” e anarchica, perché esistente “sulla Rete” (cosa di più democratico? Chiedete ai 5 Stelle) sottratta alla dittatura delle banche centrali, le quali non posson svalutarla, eccetera.
Il punto è che il sistema è piaciuto ai signori riuniti a Times Square. I quali dice Bloomberg, “non erano lì solo per parlare della tecnologia”, ma di adottarla e di applicarla nel proprio interesse. Fra di loro c’erano i massimi responsabili di “Nasdaq, Citigroup, Visa, Fidelity, Fiserv e Pfizer”. E’ un’accelerazione decisiva verso l’abolizione completa del contante fisico e la materializzazione del denaro, come denuncia l’economista Michael Snyder (direttore di The Economic Collapse).
Il punto è che il sistema è piaciuto ai signori riuniti a Times Square. I quali dice Bloomberg, “non erano lì solo per parlare della tecnologia”, ma di adottarla e di applicarla nel proprio interesse. Fra di loro c’erano i massimi responsabili di “Nasdaq, Citigroup, Visa, Fidelity, Fiserv e Pfizer”. E’ un’accelerazione decisiva verso l’abolizione completa del contante fisico e la materializzazione del denaro, come denuncia l’economista Michael Snyder (direttore di The Economic Collapse).
I signori sono interessati, come spiega Bloomberg, al fatto che questa che viene creata è moneta spendibile, o gli somiglia molto. “I pagamenti elettronici attuali sono in realtà dei messaggi che avvertono che del denaro deve passare da un conto all’altro, un sistema che prende tempo, anche dei giorni, perché le banche attendono delle conferme. Per contro, i dollari digitali sono pre-caricati nel sistema blockchain; così possono essere spesi quasi all’istante contro qualunque attivo”.
Insomma sarebbe un borsellino elettronico pre-pagato, quello che vi darà il vostro salario, pensione, o altro pagamento; che saranno versati ovviamente sul “vostro” borsellino elettronico. “Vostro” fra virgolette, perché ce l’ha la vostra banca, non voi in tasca.
Naturalmente ve la vendono come passo decisivo contro “l’evasione fiscale, il riciclaggio, il crimine organizzato”, propaganda utilissima a conquistare l’immediato favore delle masse di moralisti giustizialisti e manettari, e farne il corpo elettorale (sono legione) che dirà sì, anzi pretenderà il passaggio al sistema (“così nessuno può nascondere niente”) e se ne farà psico-polizia volontaria. Anzi hanno già cominciato. In significativa coincidenza con l’incontro segreto di Times Square, Mario Draghi ha annunciato l’abolizione della banconota da 5000 euro, e tutti i media: “Bella misura anti-riciclaggio”, raccontando che “Il Lussemburgo ha stampato l’anno scorso il doppio del suo Pil in banconote” per lo più da 500 euro, “il che è sospetto secondo Euroactiv”.
Naturalmente ve la vendono come passo decisivo contro “l’evasione fiscale, il riciclaggio, il crimine organizzato”, propaganda utilissima a conquistare l’immediato favore delle masse di moralisti giustizialisti e manettari, e farne il corpo elettorale (sono legione) che dirà sì, anzi pretenderà il passaggio al sistema (“così nessuno può nascondere niente”) e se ne farà psico-polizia volontaria. Anzi hanno già cominciato. In significativa coincidenza con l’incontro segreto di Times Square, Mario Draghi ha annunciato l’abolizione della banconota da 5000 euro, e tutti i media: “Bella misura anti-riciclaggio”, raccontando che “Il Lussemburgo ha stampato l’anno scorso il doppio del suo Pil in banconote” per lo più da 500 euro, “il che è sospetto secondo Euroactiv”.
Certo che è sospetto. Ma non per i motivi che vi spiegano. Anzitutto: come mai la Banca Centrale Europea consente al Lussemburgo di continuare ad essere un paradiso fiscale, non esige l’adeguamento delle sue leggi allo standard europeo (che a noi viene imposto)? E peggio: come mai permette al Lussemburgo di stampare banconote per due volte il suo Pil? A quanto ne sapevo (o credevo di saper) ogni paese dell’euro può fabbricare in proprio solo la moneta metallica; le banconote, le stampa la BCE che se ne incamera il signoraggio (in pratica, anche se sono le banche centrali locali a stamparle concretamente, lo fanno su mandato BCE e coi limiti del mandato).
Invece di porre fine a questo scandalo, ecco la soluzione di Draghi: “Fuorilegge le banconote da 500 euro” entro il 2018. Applausi giustizialisti.
Invece di porre fine a questo scandalo, ecco la soluzione di Draghi: “Fuorilegge le banconote da 500 euro” entro il 2018. Applausi giustizialisti.
Mica si fermano qui. Già Svezia e Norvegia vogliono la sparizione di banconote di taglio minore. In Usa è stata allestita una campagna per l’abolizione della banconota da 100 dollari. Il governo della Danimarca ha posto “la soppressione del denaro fisico” come suo programma. In Norvegia è la più grossa banca del paese a reclamarne l’abolizione totale. Il sistema testato a Times Square fornisce lo strumento ideale.
Quale miglior regalo per le banche? Possono andare in bancarotta, senza temere la corsa agli sportelli dei correntisti e risparmiatori per ritirare il loro denaro: quale ‘denaro? Quale “loro”? Il deposito in banca è – come è scritto – non più “vostro”, ma della banca: è l’esproprio, per ora solo virtuale, di tutte le ricchezze che non siano in contanti o in oro. La quale lo usa come briciola per creare tutto il denaro dal nulla su cui lucra gli interessi, indebitandoci tutti. Adesso nessuno potrà sottrarsi alla frode bancaria fondamentale tenendo i suoi risparmi sotto il mattone. Né pagare in contanti le bollette. Dovrà pagarle attraverso transazioni bancarie, che alla banca costano nulla (grazie a blockchain) ma su cui lucrerà le “commissioni” applicate ad ogni uso di carte di credito o di debito (i bancomat, borsellini elettronici pre-pagati).
Quale miglior regalo per le banche? Possono andare in bancarotta, senza temere la corsa agli sportelli dei correntisti e risparmiatori per ritirare il loro denaro: quale ‘denaro? Quale “loro”? Il deposito in banca è – come è scritto – non più “vostro”, ma della banca: è l’esproprio, per ora solo virtuale, di tutte le ricchezze che non siano in contanti o in oro. La quale lo usa come briciola per creare tutto il denaro dal nulla su cui lucra gli interessi, indebitandoci tutti. Adesso nessuno potrà sottrarsi alla frode bancaria fondamentale tenendo i suoi risparmi sotto il mattone. Né pagare in contanti le bollette. Dovrà pagarle attraverso transazioni bancarie, che alla banca costano nulla (grazie a blockchain) ma su cui lucrerà le “commissioni” applicate ad ogni uso di carte di credito o di debito (i bancomat, borsellini elettronici pre-pagati).
Pensate a un Potere Grillo con il Bit Nel 2014 il sistema bancario ha risucchiato commissioni da 417 miliardi di transazioni elettroniche, tante ne sono avvenute quell’anno. Domani, il numero di transazioni si moltiplicherà per 3 o per quattro. O più. E di tanto si moltiplicheranno i lucri delle banche.
Sì, perché sono commissioni ingigantite dal fatto che una società dove il contante fisico è abolito obbliga letteralmente tutti – “piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi” (Apocalisse 13) – a diventare clienti forzati delle banche. Naturalmente non vi accorgerete che questo si chiama Totalitarismo. Lo chiameranno Trasparenza, e voi ci crederete. Se non voi, il vostro vicino: quello che vi denuncerà a Europol. Per psico-reato.
Avete già visto: Italia e Francia vietano pagamenti in contanti sopra i mille euro; la Spagna sotto i 2500. E’ una tendenza che avrà un’accelerazione, dopo il successo dell’esperimento a Times Square.
Sì, perché sono commissioni ingigantite dal fatto che una società dove il contante fisico è abolito obbliga letteralmente tutti – “piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi” (Apocalisse 13) – a diventare clienti forzati delle banche. Naturalmente non vi accorgerete che questo si chiama Totalitarismo. Lo chiameranno Trasparenza, e voi ci crederete. Se non voi, il vostro vicino: quello che vi denuncerà a Europol. Per psico-reato.
Avete già visto: Italia e Francia vietano pagamenti in contanti sopra i mille euro; la Spagna sotto i 2500. E’ una tendenza che avrà un’accelerazione, dopo il successo dell’esperimento a Times Square.
Il governo, qualunque governo, non solo sarà lieto perché ogni minima evasione fiscale verrà resa impossibile. Sarà ancor più lieto di sapere, in ogni istante, a chi avete pagato qualcosa e perché. Avete pagato una stanza d’albergo: eravate con l’amante? Già adesso in USA pagare un hotel in contanti è un dato “sospetto” e l’FBI pretende dagli albergatori che glielo segnalino. Avete dato 50 euro alla parrocchia? Ai “tradizionalisti di Lefèvre”? Al Movimento per la Vita? Dunque siete cattolici forse contrari alla Cirinnà, magari all’imposizione del gender nelle scuole, e poco contenti delle nozze gay. Europol vi ha già iscritto nei suoi registri elettronici: siete “omofobi”, o sospetti tali. Oppure avete contribuito a un partito di quelli che stanno crescendo, e già vengono criminalizzati come “xenofobi”, “identitari”, nazionalisti, razzisti. Questi partiti che Bruxelles e Berlino e Parigi vogliono tanto dichiarare illegali e proibiti perché “dalla parte sbagliata della storia”, e “privi di misericordia” verso gli immigrati. Non riceveranno più un bit. Niente più idee sbagliate. Solo una avrà diritto da esistere, quella Giusta.
Il potere potrà controllare e sorvegliare ogni minimo particolare delle nostre vite. Non ci sarà più vita privata alcuna. Naturalmente con l’imperiosa ingiunzione delle masse manettare, che gridano “Fatelo! Non abbiamo niente da nascondere, NOI!”. Ovviamente sono quelli che, in realtà stanno dicendo: “Abolite la libertà di parola, tanto NOI non abbiamo niente da dire”. E questi sono la maggioranza assoluta, cari lettori.Quando Grillo si lascia scappare che vuole “il cento per cento dei voti”, ossia del potere, provatevi ad immaginare un potere tipo Cinque Stelle nel regime di abolizione del contante. Il Potere totale (Totalmente Trasparente, Assolutamente Morale) si ergerà a giudice ed arbitro di quelli che saranno autorizzati a utilizzare il sistema senza contanti; e di quelli che, avendo idee “sbagliate”, o peggio compiendo azioni “disapprovate dalla Rete”, devono essere sbattuti fuori. Il Potere si darà leggi per rendere legale questa esclusione selettiva degli avversari ideologici e degli altri. Già abbiamo visto l’inizio di una campagna – assolutamente liberticida – contro i medici che (in grande maggioranza) si rifiutano di praticare aborti. Gli si potrà bloccare lo stipendio pubblico, perché “l’aborto è una legge dello Stato” e bisogna obbedirle. Inoltre la libertà di coscienza non prevale quando viola “i diritti delle donne”. I medici fermi nell’obbedire alla loro coscienza saranno ridotti alla fame.
E’ possibile immaginare che il Potere Morale imponga, per consentire ai cittadini di esser parte del sistema di pagamenti digitali, un giuramento di fedeltà alle “regole” che sono “le sole giuste e morali”. Il resto lo sapete, perchè ne siete stati preavvertiti:
"… obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome” (Apocalisse 13:16-18)
NOTA
Sulla congiura di Jekyll Island, si veda http://www.libreidee.org/2014/01/jackill-island-il-golpe-dei-banchieri-che-crearono-la-fed/
NO FASSINO, SÌ APPENDINO - Lettera aperta agli amici torinesi
NO FASSINO, SÌ APPENDINO - Lettera aperta agli amici torinesi: Questo articolo può essere riprodotto parzialmente o integralmente purché sia preceduto dalla nota 'riprendiamo il testo dal sito www.micromega.net' e sia seguito in calce dalla dicitura 'copyright Paolo Flores d'Arcais'd
domenica 12 giugno 2016
sabato 11 giugno 2016
Diretta Informazioni: +ULTIM'ORA DA ROMA+ Di Battista tira giù un casino...
Diretta Informazioni: +ULTIM'ORA DA ROMA+ Di Battista tira giù un casino...: COSA FAREMO A ROMA? EVITEREMO TUTTO QUESTO! ACEA (Azienda Comunale Energia e Ambiente) è una SPA controllata dal Comune di Roma che si ...
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Diretta Informazioni: VERGOGNA! CACCIATA LA GABANELLI! LA FECCIA MASSONI...: 1. LA GRANDE VENDETTA ELKANN-SCOTT JOVANE: FUORI LA GABANELLI DAL ‘’CORRIERE DELLA SERA’’ 2. BASTONATI SU RAI3 DA “REPORT” (ACQUISTO REC...
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mercoledì 8 giugno 2016
«È l'Islam che lo dice. Il Corano lo ordina»
«È l'Islam che lo dice. Il Corano lo ordina»
L'imam: «Giusto picchiare le donne»
Verona, dopo la predica Amal massacrata dal marito. Lo ha denunciato: ora vive barricata in casa con i figli
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ROMA — «Sentito che ci ha detto l'imam? Che dobbiamo
picchiare la moglie! Perché le donne sono stupide, sono come le pecore
che devono essere governate da un pastore. Voi uomini avete ragione di
picchiarle, perché è l'Islam che lo dice. Il Corano lo ordina». Era il
26 agosto 2005, al termine della preghiera del tramonto, il predicatore
d'odio islamico Wagdy Ghoneim parlò con i fedeli raccolti nella moschea
di Verona in via Biondani, uno stabile dell'Ucoii (Unione delle comunità
e organizzazioni islamiche in Italia). Leader dei Fratelli Musulmani,
incarcerato in Egitto, espulso dagli Stati Uniti e dal Canada per
apologia di terrorismo, Ghoneim riuscì ad ottenere un visto d'ingresso
in Italia, su invito dell' Ucoii, tenendo quattro incontri a Bologna,
Verona, Padova e Sesto San Giovanni.
Tra gli intervenuti ad ascoltarlo nel capoluogo scaligero c'era il marocchino Moustapha Ben Har, 46 anni, un uomo violento, che aveva costretto la moglie a suon di botte ad abortire due volte e l'aveva spedita tre volte al pronto soccorso con la faccia rotta; che era stato denunciato per l'accoltellamento di un connazionale che risiede nello stesso stabile; che infine si è ritrovato disoccupato per i continui litigi sul posto di lavoro. Una volta rientrato a casa, Moustapha, forte di una legittimazione islamica al comportamento brutale, rivolse minacce pesanti ad Amal El Bourfai, 33 anni, conosciuta e sposata a Casablanca: «L'imam ci ha detto che le donne sono senza anima. Sono create solo per fare bambini, sbrigare le faccende domestiche e soddisfare i piaceri del marito. Le mogli non possono alzare la voce. Chi comanda è solo il marito. Se la moglie sbaglia, è normale punirla. Questo è l'insegnamento del profeta ».
Quella sera Amal ebbe veramente paura. Strinse a sé i due figlioletti, Aiman, oggi di 4 anni, ed Elias, che a maggio ne compierà 3. Ripensò ai primi giorni di matrimonio, quando Moustapha si rivolgeva a lei con dolcezza. E come all'improvviso, due mesi dopo il suo arrivo in Italia nel 2000, lui cominciò a picchiarla perché lei non era ancora rimasta incinta: «Sei come una terra secca, non dai il frutto!». Amal si sentiva in colpa e sopportava le botte. Fino a quando dalle analisi non emerse che il problema era del marito. Lui si sottopose a una terapia ormonale che ebbe successo. Ma in realtà lui non amava i figli. Per ben due volte la sua furia criminale costrinse la moglie ad abortire per le percosse al ventre. Anche dopo la nascita di Aiman, lui l'aggredì stendendola a terra e saltandole sul ventre. Era incinta di quattro mesi, sanguinava, andò in ospedale e riuscì a portare avanti la gravidanza fino alla nascita di Elias. Poi Amal è stata costretta ad abortire per la terza volta in ospedale, perché lui non voleva più figli: «Non ho i soldi per mantenerli».
Di fatto è solo lei a lavorare, come operaia in un'azienda ortofrutticola, con un compenso tra i 600 e i 700 euro. Ben poco per quattro persone. E, come se non bastasse, regolarmente lui le sequestrava i soldi per andare con prostitute. Si è ripetuto lo scorso 19 gennaio, il giorno dopo aver ritirato la busta paga. Quando lei si è ribellata, lui l'ha riempita di botte, le ha spaccato due denti e fatto l'occhio nero, costringendola a tornare al pronto soccorso. Perfino quando decideva di fare l'amore con lei, prima la picchiava per costringerla a seguirlo a letto. Per tre volte lei ha sporto denuncia e poi l'ha ritirata: «Se non lo fai, appena torni a casa non troverai più i bambini», la minacciava ripetutamente.
Amal si sente impotente perché Moustapha le ha sottratto tutti i documenti: il passaporto, il permesso di soggiorno, la tessera sanitaria e il codice fiscale. Lei dipende da lui in tutto, perché formalmente risiede in Italia per ricongiungimento familiare. La svolta è avvenuta con la denuncia dopo il più recente ricovero al pronto soccorso, denuncia che Amal non intende più ritirare. Lui, per vendetta, ha deciso di scappare in Marocco portandosi via i figlioletti. Ha già spedito ai familiari a Casablanca, su un pullman che parte da Verona, i suoi bagagli. Da allora Amal si è barricata in casa con i figli. Ha chiesto aiuto al centro di assistenza sociale di San Giovanni Lupatoto, il comune di residenza in provincia di Verona, sentendosi rispondere che se avesse voluto usufruire di una struttura di accoglienza, avrebbe dovuto versare 95 euro al giorno. Ieri è tornata in tribunale chiedendo, tramite il suo avvocato, Rosanna Credendino, un provvedimento urgente di allontanamento di Moustapha dall'abitazione. Lunedì andrà in questura per chiedere il divieto di allontanamento dal territorio nazionale del marito e dei figli.
Questa è la drammatica storia di una «madre coraggio», che lotta con tutte le sue forze per rimanere in Italia con i due figlioletti, e di un marito violento che ha già presentato richiesta per ottenere la cittadinanza italiana, essendo residente dal 1989. Che immagina di comportarsi in modo islamicamente corretto in virtù dell'aberrante predicazione d'odio dei Fratelli Musulmani a cui si rifanno gli aderenti all' Ucoii. Basta leggere il commento di Hamza Roberto Piccardo nel Corano a cura dell' Ucoii, il più diffuso nelle moschee d'Italia, del versetto IV, 34: «Si può ben capire perché il Corano fornisca al marito gli strumenti per fronteggiare l'insubordinazione della moglie prima di arrivare all'estremo rimedio del divorzio: rimprovero, esclusione dall'affettività e dal rapporto coniugale, punizione fisica. In proposito di quest'ultima si noti che la Sunna dell'Inviato l'ha sconsigliata con fermezza e, in caso estremo, l'ha permessa a condizione di risparmiare il volto e che i colpi vengano inferti con un fazzoletto o con il siwak (il bastoncino che si usa per la pulizia dei denti)». Questo dettaglio tecnico, sul modo islamicamente corretto di picchiare le mogli, deve essere sfuggito a Moustapha. E a migliaia di mariti violenti che in Italia invocano il Corano per brutalizzare le loro donne. Questo è l'appello di Amal: «Aiutatemi a restare a casa mia con i miei due bambini, aiutatemi ad allontanare il marito violento! Voglio vivere in Italia da donna libera e voglio che i miei figli vi crescano da persone libere!».
Tra gli intervenuti ad ascoltarlo nel capoluogo scaligero c'era il marocchino Moustapha Ben Har, 46 anni, un uomo violento, che aveva costretto la moglie a suon di botte ad abortire due volte e l'aveva spedita tre volte al pronto soccorso con la faccia rotta; che era stato denunciato per l'accoltellamento di un connazionale che risiede nello stesso stabile; che infine si è ritrovato disoccupato per i continui litigi sul posto di lavoro. Una volta rientrato a casa, Moustapha, forte di una legittimazione islamica al comportamento brutale, rivolse minacce pesanti ad Amal El Bourfai, 33 anni, conosciuta e sposata a Casablanca: «L'imam ci ha detto che le donne sono senza anima. Sono create solo per fare bambini, sbrigare le faccende domestiche e soddisfare i piaceri del marito. Le mogli non possono alzare la voce. Chi comanda è solo il marito. Se la moglie sbaglia, è normale punirla. Questo è l'insegnamento del profeta ».
Quella sera Amal ebbe veramente paura. Strinse a sé i due figlioletti, Aiman, oggi di 4 anni, ed Elias, che a maggio ne compierà 3. Ripensò ai primi giorni di matrimonio, quando Moustapha si rivolgeva a lei con dolcezza. E come all'improvviso, due mesi dopo il suo arrivo in Italia nel 2000, lui cominciò a picchiarla perché lei non era ancora rimasta incinta: «Sei come una terra secca, non dai il frutto!». Amal si sentiva in colpa e sopportava le botte. Fino a quando dalle analisi non emerse che il problema era del marito. Lui si sottopose a una terapia ormonale che ebbe successo. Ma in realtà lui non amava i figli. Per ben due volte la sua furia criminale costrinse la moglie ad abortire per le percosse al ventre. Anche dopo la nascita di Aiman, lui l'aggredì stendendola a terra e saltandole sul ventre. Era incinta di quattro mesi, sanguinava, andò in ospedale e riuscì a portare avanti la gravidanza fino alla nascita di Elias. Poi Amal è stata costretta ad abortire per la terza volta in ospedale, perché lui non voleva più figli: «Non ho i soldi per mantenerli».
Di fatto è solo lei a lavorare, come operaia in un'azienda ortofrutticola, con un compenso tra i 600 e i 700 euro. Ben poco per quattro persone. E, come se non bastasse, regolarmente lui le sequestrava i soldi per andare con prostitute. Si è ripetuto lo scorso 19 gennaio, il giorno dopo aver ritirato la busta paga. Quando lei si è ribellata, lui l'ha riempita di botte, le ha spaccato due denti e fatto l'occhio nero, costringendola a tornare al pronto soccorso. Perfino quando decideva di fare l'amore con lei, prima la picchiava per costringerla a seguirlo a letto. Per tre volte lei ha sporto denuncia e poi l'ha ritirata: «Se non lo fai, appena torni a casa non troverai più i bambini», la minacciava ripetutamente.
Amal si sente impotente perché Moustapha le ha sottratto tutti i documenti: il passaporto, il permesso di soggiorno, la tessera sanitaria e il codice fiscale. Lei dipende da lui in tutto, perché formalmente risiede in Italia per ricongiungimento familiare. La svolta è avvenuta con la denuncia dopo il più recente ricovero al pronto soccorso, denuncia che Amal non intende più ritirare. Lui, per vendetta, ha deciso di scappare in Marocco portandosi via i figlioletti. Ha già spedito ai familiari a Casablanca, su un pullman che parte da Verona, i suoi bagagli. Da allora Amal si è barricata in casa con i figli. Ha chiesto aiuto al centro di assistenza sociale di San Giovanni Lupatoto, il comune di residenza in provincia di Verona, sentendosi rispondere che se avesse voluto usufruire di una struttura di accoglienza, avrebbe dovuto versare 95 euro al giorno. Ieri è tornata in tribunale chiedendo, tramite il suo avvocato, Rosanna Credendino, un provvedimento urgente di allontanamento di Moustapha dall'abitazione. Lunedì andrà in questura per chiedere il divieto di allontanamento dal territorio nazionale del marito e dei figli.
Questa è la drammatica storia di una «madre coraggio», che lotta con tutte le sue forze per rimanere in Italia con i due figlioletti, e di un marito violento che ha già presentato richiesta per ottenere la cittadinanza italiana, essendo residente dal 1989. Che immagina di comportarsi in modo islamicamente corretto in virtù dell'aberrante predicazione d'odio dei Fratelli Musulmani a cui si rifanno gli aderenti all' Ucoii. Basta leggere il commento di Hamza Roberto Piccardo nel Corano a cura dell' Ucoii, il più diffuso nelle moschee d'Italia, del versetto IV, 34: «Si può ben capire perché il Corano fornisca al marito gli strumenti per fronteggiare l'insubordinazione della moglie prima di arrivare all'estremo rimedio del divorzio: rimprovero, esclusione dall'affettività e dal rapporto coniugale, punizione fisica. In proposito di quest'ultima si noti che la Sunna dell'Inviato l'ha sconsigliata con fermezza e, in caso estremo, l'ha permessa a condizione di risparmiare il volto e che i colpi vengano inferti con un fazzoletto o con il siwak (il bastoncino che si usa per la pulizia dei denti)». Questo dettaglio tecnico, sul modo islamicamente corretto di picchiare le mogli, deve essere sfuggito a Moustapha. E a migliaia di mariti violenti che in Italia invocano il Corano per brutalizzare le loro donne. Questo è l'appello di Amal: «Aiutatemi a restare a casa mia con i miei due bambini, aiutatemi ad allontanare il marito violento! Voglio vivere in Italia da donna libera e voglio che i miei figli vi crescano da persone libere!».
Magdi Allam
27 gennaio 2007
lunedì 6 giugno 2016
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giovedì 2 giugno 2016
Francia, gli scioperi contro la riforma del Codice del lavoro paralizzan...
Fratelli Francesi non mollate, non vi fate rincoglionire come quei merdosi di lavoratori Italioti, siete la speranza dell'Europa. w i lavoratori Francesi, w il vostro sindacato, che a differenza di queli Italiani sono venduti al potere.
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mercoledì 1 giugno 2016
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