Rapporto sulla chemioterapia
Abbiamo bisogno di un nuovo approccio al cancro?
il giovedì 18 giugno 2009
da Giuseppe Nacci
in LA CHEMIOTERAPIA
Allegato File
Risulta che ci siano più pazienti di cancro che muoiono a causa della chemioterapia piuttosto che di cancro. Le statistiche mediche annoverano queste morti come “successi” della chemioterapia, perché il paziente non è morto a causa del cancro...
Nel manuale di consultazione per i medici disponibile nella libreria di ogni buon studio medico, potete trovare quali sono le 10 medicine chemioterapiche “top” usate negli USA, e leggerete anche che tutte hanno tra gli effetti collaterali enumerati il cancro stesso. Infatti – in dipendenza di come interpretate le statistiche – risulta che ci siano più pazienti di cancro che muoiono a causa della chemioterapia piuttosto che di cancro. Le statistiche mediche annoverano queste morti come “successi” della chemioterapia, perché il paziente non è morto a causa del cancro. Poche persone sono a conoscenza di come molti studi manipolano i dati a supporto dei loro “successi statistici”. Pochissimi sanno che i farmaci chemioterapici non sono approvati dalla FDA (Food and Drug Administration). Essi possono essere amministrati legalmente solo in virtù della “regola della probabile causa”, la quale stabilisce che i farmaci sperimentali possono essere usati solo se gli effetti collaterali del farmaco non sono peggiori dell’effetto finale indotto dalla malattia. Infatti, ogni bottiglia di farmaco chemioterapico ha la stampigliatura “solo per uso sperimentale”, ed il paziente deve firmare una liberatoria prima che il dottore possa prescriverla o somministrarla.
Abbiamo bisogno di un nuovo approccio al cancro?
Nel 1971 Richard Nixon annunciò la guerra al cancro, e promise che si sarebbe trovata una cura entro il 1977, anno del bicentenario. In ognuno dei 25 anni seguenti, sono morti a causa del cancro più americani dell’anno precedente.
Il fallimento della chemioterapia nel controllo del cancro è diventata ormai evidente anche all’establishment oncologico. Scientific American presentò in copertina una storia intitolata: “La guerra sul cancro: sta per essere persa”. Nell’articolo, l’eminente epidemiologo John C. Bailar III – medico laureato a Yale, dottore in statistica, presidente del Dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica della McGill University – menzionava l’inesorabile incremento delle morti per cancro a dispetto del crescente uso di chemioterapie tossiche. Egli concluse che gli scienziati devono cercare in nuove direzioni se vogliono fare qualche progresso contro questo killer che non perdona.
Si aggiunse alla sua voce il prestigioso giornale medico The Lancet. Descrivendo il fallimento della terapia convenzionale al fine di frenare l’aumento dei decessi per cancro al seno, il giornale sottolineò la discrepanza esistente tra la percezione pubblica della situazione e la realtà.
“Se si è dato credito a tutte le montature giornalistiche dei media, al trionfalismo proprio della professione medica delle ricerche pubblicate, e ai miracoli quasi settimanali annunciati con le trombe dalle organizzazioni contro il cancro, ora ci si potrebbe stupire che le donne stiano tutte morendo a causa di questo cancro”. Niente come le terapie convenzionali – chemioterapia, radioterapia e chirurgia – sono state spinte ai loro limiti con così squallidi risultati. L’editoriale richiamava infine i ricercatori a “mettere in dubbio i dogmi e a dirigere gli sforzi della ricerca in direzioni più fruttuose”.
John Cairns, professore di microbiologia all’università di Harvard, nel 1985 pubblicò una critica devastante su Scientific American. “A parte qualche raro caso, non è stato possibile trovare alcun improvviso cambiamento nel tasso di decessi per ognuno dei maggiori tipi di cancro, che possa essere imputabile alla chemioterapia. Deve ancora essere stabilito se alcuni dei cancri comuni possano essere curati effettivamente dalla chemioterapia”.
Infat ti la chemioterapia è risultata curativa in molti pochi casi – testicoli, Hodgkin’s, corio-carcinoma, leucemia nei bambini. Nei più comuni tumori solidi – polmone, colon, pancreas, seno, ecc. – la chemio non è curativa.
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