lunedì 26 dicembre 2016
lunedì 19 dicembre 2016
domenica 18 dicembre 2016
sabato 17 dicembre 2016
venerdì 16 dicembre 2016
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
martedì 6 dicembre 2016
NO AD ELEZIONI ANTICIPATE
MATTARELLA TUONA: ‘NO AD ELEZIONI ANTICIPATE, GOVERNO TECNICO CON PRODI E ALFANO’ - IL POPOLO DICE DI NO, VOGLIAMO LE ELEZIONI, SUBITO !
di permy76 · 5 dicembre 2016
L’Italia si sveglia con un governo che si prepara alle dimissioni e con il presidente del Consiglio Matteo Renzi che si prepara a rimettere il proprio mandato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’ampia maggioranza degli italiani ha bocciato la riforma costituzionale che il segretario del Pd si è messo sulle spalle e alla quale ha affidato la propria faccia. Il dato definitivo dice che al No è andato oltre il 59 per cento dei voti, mentre al Sì il 40,4.
Il Quirinale cerca di frenare sul nascere l’ira funesta del premier Matteo Renzi, la sua sete di rifarsi sul tavolo verde della scommessa perduta con gli italiani. La possibilità che voglia imprimere un’accelerazione alla fine della legislatura, così da poter capitalizzare quel 40 per cento che sembra preludere a un partito totalmente «suo», e di maggioranza relativa di fronte ai grillini e a un centrodestra diviso tra le leadership di Berlusconi e Salvini.
Le dimissioni annunciate stanotte da Renzi secondo lo staff presidenziale sarebbero dovute essere ricondotte, smaltita la delusione, a mero «atto formale» senza alcuna ulteriore «drammatizzazione» verso crisi al buio. Invano era stato raccomandato al leader piddino di non farne una questione personale, un plebiscito su se stesso.
L’annuncio choc di Mattarella
Il governo, si ragiona, è pur tuttavia un’altra cosa. La prima intenzione del presidente Sergio Mattarella sarebbe quindi quella di formare un nuovo governo tecnico, rinunciando ad elezioni anticipate come chiesto da diverse fazioni politiche e schieramenti. Il presidente della Repubblica ha tuonato così: "Non andremo a elezioni anticipate, le uniche elezioni si terranno nel 2018 e fino ad allora sarà compito di Alfano e Romano Prodi guidare il Paese".
Fonte Liberi.It
di permy76 · 5 dicembre 2016
L’Italia si sveglia con un governo che si prepara alle dimissioni e con il presidente del Consiglio Matteo Renzi che si prepara a rimettere il proprio mandato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’ampia maggioranza degli italiani ha bocciato la riforma costituzionale che il segretario del Pd si è messo sulle spalle e alla quale ha affidato la propria faccia. Il dato definitivo dice che al No è andato oltre il 59 per cento dei voti, mentre al Sì il 40,4.
Il Quirinale cerca di frenare sul nascere l’ira funesta del premier Matteo Renzi, la sua sete di rifarsi sul tavolo verde della scommessa perduta con gli italiani. La possibilità che voglia imprimere un’accelerazione alla fine della legislatura, così da poter capitalizzare quel 40 per cento che sembra preludere a un partito totalmente «suo», e di maggioranza relativa di fronte ai grillini e a un centrodestra diviso tra le leadership di Berlusconi e Salvini.
Le dimissioni annunciate stanotte da Renzi secondo lo staff presidenziale sarebbero dovute essere ricondotte, smaltita la delusione, a mero «atto formale» senza alcuna ulteriore «drammatizzazione» verso crisi al buio. Invano era stato raccomandato al leader piddino di non farne una questione personale, un plebiscito su se stesso.
L’annuncio choc di Mattarella
Il governo, si ragiona, è pur tuttavia un’altra cosa. La prima intenzione del presidente Sergio Mattarella sarebbe quindi quella di formare un nuovo governo tecnico, rinunciando ad elezioni anticipate come chiesto da diverse fazioni politiche e schieramenti. Il presidente della Repubblica ha tuonato così: "Non andremo a elezioni anticipate, le uniche elezioni si terranno nel 2018 e fino ad allora sarà compito di Alfano e Romano Prodi guidare il Paese".
Fonte Liberi.It
sabato 3 dicembre 2016
venerdì 2 dicembre 2016
giovedì 1 dicembre 2016
mercoledì 30 novembre 2016
martedì 29 novembre 2016
domenica 27 novembre 2016
Le SCIE CHIMICHE a Genova...Doriano54: FACCIAMO UN PO' DI CHIAREZZA!!
Le SCIE CHIMICHE a Genova...Doriano54: FACCIAMO UN PO' DI CHIAREZZA!!: Marco Mazzola Per chi non avesse ancora ben chiaro quello che, accade nei nostri cieli...... Possedere il clima come arma. Questo ...
Manipolazione climatica - la RAI informa la popolazione - 3 di 3
Manipolazione climatica - la RAI informa la popolazione - 3 di 3
Manipolazione climatica - la RAI informa la popolazione 2 di 3
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Manipolazione climatica - la RAI informa la popolazione - 1 di 3
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sabato 26 novembre 2016
giovedì 24 novembre 2016
domenica 20 novembre 2016
venerdì 18 novembre 2016
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
mercoledì 16 novembre 2016
Associazione Animalista Ambientalista: Diventa anche tu un eroe, salva un animale
Associazione Animalista Ambientalista: Diventa anche tu un eroe, salva un animaleEssere un eroe non è da tutti , ci vogliono i coglioni e non è da tutti
martedì 15 novembre 2016
venerdì 11 novembre 2016
Chi ucciderà Trump ?
I democratici non accettano la democrazia: manifestazioni contro Trump
I sostenitori della Clinton non si rassegnano alla sconfitta e inscenano proteste con insulti al nuovo presidente. Numerosi arresti, feriti in una sparatoria
Sono
demnocratici solo a parole. Perché non rispettano il voto
popolare, perché schifano che Donald Trump possa essere stato
votato legittimamente da tutti gli americani, perché non accettano
che il loro candidato (Hillary Clinton) non possa essere stato
eletto. Così, questi finti democratici sono scesi in piazza in
tutta l'America al grido "Not my president". Non lo
riconoscono, insomma. E sputano su ogni singolo voto che è stato
depositato nell'urna e, quindi, su ogni singolo americano che ha
voluto dare fiducia al tycoon.È bastato realizzare che Trump
avesse vinto davvero...
Penso
che se Trump non abbasserà la testa con l'alta finanza, banche e
Lobby – farà la fine di kennedy, poi diranno che a ucciderlo e
stato il solito pazzo di turno.
mercoledì 9 novembre 2016
Batosta per l'arroganza dei mercati e della vampiresca alta finanza
Pronostici un cavolo, hanno fatto di tutto per influenzare il pubblico che la Clinton fosse favorita, personalmente era quasi certo che avrebbe vinto Trump, temevo solo un imbroglio; naturalmente io non sono un sondagista e neppure competente, diciamo che vado a naso ! Comunque ha vinto il popolo o il populismo, speriamo anche in Italia.
Wall Street aveva puntato “sull’usato sicuro” rappresentato da Hillary Clinton. Mentre il magnate è imprevedibile e quindi nell'immediato la reazione sarà negativa. Ma la sua vittoria piena potrebbe non avere un esito catastrofico nei prossimi mesi. Dal Ttip alle spese federali, dai trattati alle relazioni internazionali, ecco la linea del nuovo presidente Usa
Ha vinto a sorpresa, contro ogni pronostico, spiazzando Wall Street che aveva puntato “sull’usato sicuro” rappresentato da Hillary Clinton e dalla sua garanzia di continuità politica con l’amministrazione Obama. La vittoria di Donald Trump, candidato repubblicano sui generis, inviso al partito repubblicano e a praticamente tutto l’establishment statunitense, ha davvero il sapore di una Brexit in salsa americana. Non solo perché ha preso in contropiede i mercati, che nella notte hanno iniziato a scivolare man mano che si materializzava lo spettro di una sua vittoria, ma anche perché ha vinto il candidato che esprime le posizioni più isolazioniste degli ultimi cinquant’anni sotto il profilo dell’economia e del commercio internazionale. Il candidato che in campagna elettorale ha ribadito in tutte le salse non solo la sua contrarietà al Ttip, il trattato di libero scambio con l’Europa che è tutt’ora in fase di negoziazione, ma anche la volontà di rimettere in discussione gli accordi già firmati come il Nafta e il Tpp
La vittoria di Trump è dunque una doccia fredda per i mercati (almeno nell’immediato, con le borse negative in tutto il mondo) ed è altamente probabile che anche Wall Street reagisca male alla notizia alla riapertura delle contrattazioni. Diversi analisti valutano che l’impatto della sua nomina sulla Borsa si possa tradurre in una correzione del 3-6%, qualcuno si è spinto addirittura a dire dell’8-10%. Ma sarebbe sbagliato pensare che la reazione immediata della Borsa possa dare una misura dell’impatto atteso sull’economia delle politiche della nuova amministrazione: si tratta di una reazione emotiva, in questo caso dettata dal timore dell’ignoto. Trump è un personaggio controverso e imprevedibile, è un populista. Non è un politico, non ha esperienza e, in generale, le sue ricette non paiono in molti casi adeguate al governo di una grande potenza mondiale. Naturale quindi che i mercati reagiscano male.
Statistiche alla mano, però, si può dire che in meno del 50% dei casi l’andamento degli indici di Borsa nel giorno successivo all’elezione del presidente degli Stati Uniti è stato rappresentativo del trend imboccato da Wall Street nei 12 mesi successivi. E occorre anche sottolineare che la vittoria di Trump è una vittoria piena: oltre alla presidenza i repubblicani mantengono la maggioranza alla Camera e conquistano il Senato. In queste condizioni il sostegno alle sue politiche è assicurato, al netto dei problemi di bilancio e dei dissensi in seno al partito. Una situazione opposta a quella che verosimilmente avrebbe incontrato la Clinton se fosse stata eletta.
Trump arriva alla Casa Bianca forte di una leadership piena e raccoglie in eredità un Paese che si è rimesso in carreggiata dopo la tremenda crisi finanziaria del 2007-2009, con un’economia in moderata crescita, una disoccupazione ridotta ai minimi termini e Wall Street ai massimi storici. Un’eredità da maneggiare con cura, perché l’economia sta dando i primi segnali di surriscaldamento, tanto che a dicembre la Federal Reserve dovrebbe decidere l’atteso rialzo di un quarto di punto dei tassi d’interesse, preludio di una graduale inversione di tendenza della politica monetaria. E a preoccupare gli analisti è anche (se non soprattutto) l’ultima ondata di dati trimestrali che ha segnato un sostanziale rallentamento degli utili societari a fronte di una ripresa generalizzata della dinamica salariale. Stipendi più alti stimolano i consumi interni e dunque contribuiscono alla crescita dell’economia, ma dall’altro lato erodono i profitti aziendali. Il combinato disposto tra crescita dei tassi d’interesse e contrazione degli utili potrebbe dunque innescare a breve una decisa correzione sui mercati statunitensi che – come detto – sono da tempo ai massimi storici. In questo quadro delicato, che richiede un attento fine tuning per evitare di soffocare la crescita economica, l’arrivo di Trump rischia di essere dirompente, ma non necessariamente in senso negativo.
Le sue ricette di politica economica, ricette dalla forte impronta reaganiana, potrebbero avere a medio termine un effetto benefico sulla crescita, anche se nel lungo periodo possono creare gravi squilibri nei conti pubblici. Discorso che vale in particolare per la drastica riduzione delle aliquote fiscali promessa in campagna elettorale: dal 39,6 al 33% la massima aliquota individuale e, soprattutto, il taglio dal 35 al 15% delle tasse alle imprese. Una mossa che, secondo le stime del Tax Policy Center, potrebbe costare 7.200 miliardi di dollari in termini di minori entrate nei primi 10 anni e fino a 21.000 miliardi nei successivi 10 anni.
Un forte impatto sulla crescita potrebbe averlo anche il piano di investimenti in infrastrutture che da solo potrebbe valere oltre 500 miliardi di dollari l’anno. La necessità di rilanciare gli investimenti infrastrutturali era un punto in comune nei programmi di Trump e della Clinton, ma la differenza sta nel come finanziarli. Mentre la candidata democratica ipotizzava un incremento della tassazione a carico dei cittadini più abbienti e dei profitti aziendali parcheggiati all’estero, Trump ha promesso tagli alle spese federali, riduzione degli sprechi e il lancio sul mercato di emissioni obbligazionarie ad hoc. Come ulteriore stimolo, in campagna elettorale il neopresidente ha promesso una forte deregulation in molti settori, dalla finanza all’ambiente, con l’obiettivo di mettere il propulsore alla crescita, portandola dall’attuale 2% al 4% annuo. Quanto poi Trump possa realizzare queste promesse è tutto da vedere, ma nell’arco di qualche anno l’impatto teorico del pacchetto sull’economia Usa può essere significativo, anche se al prezzo di un netto peggioramento delle condizioni materiali degli americani più poveri (tra le prime cose a saltare ci sarà l’Obama care, cioè il programma di assistenza sanitaria ai più bisognosi) e delle condizioni dell’ambiente, specie se verranno cancellate le attuali normative sulle emissioni.
Un aspetto delicato della presidenza Trump sarà quello delle relazioni internazionali, in particolare in ambito commerciale. La volontà dichiarata di rinegoziare i trattati può avere ripercussioni non banali sulle imprese americane e sulla loro possibilità di accedere ai mercati qualora l’alzata di scudi isolazionista finisca con il concretizzarsi davvero, anche se pare altamente improbabile soprattutto per via del peso delle grandi lobby industriali e finanziarie che si opporrebbero con forza a mosse per loro penalizzanti. In realtà, superato lo shock iniziale della vittoria a sorpresa di Trump, occorrerà vedere quale equilibrio si creerà nei prossimi mesi con i grandi attori economici. Se è possibile che a medio termine l’economia americana tragga beneficio dal programma del nuovo presidente, è molto più incerta invece la ricaduta che queste elezioni possono avere sull’Europa e la sua economia ed è sicuro che non è una buona notizia per i Paesi emergenti, a partire ovviamente dal Messico la cui valuta ha già iniziato a subire i contraccolpi della vittoria di Trump.
fonte fatto quotidiano
Wall Street aveva puntato “sull’usato sicuro” rappresentato da Hillary Clinton. Mentre il magnate è imprevedibile e quindi nell'immediato la reazione sarà negativa. Ma la sua vittoria piena potrebbe non avere un esito catastrofico nei prossimi mesi. Dal Ttip alle spese federali, dai trattati alle relazioni internazionali, ecco la linea del nuovo presidente Usa
Ha vinto a sorpresa, contro ogni pronostico, spiazzando Wall Street che aveva puntato “sull’usato sicuro” rappresentato da Hillary Clinton e dalla sua garanzia di continuità politica con l’amministrazione Obama. La vittoria di Donald Trump, candidato repubblicano sui generis, inviso al partito repubblicano e a praticamente tutto l’establishment statunitense, ha davvero il sapore di una Brexit in salsa americana. Non solo perché ha preso in contropiede i mercati, che nella notte hanno iniziato a scivolare man mano che si materializzava lo spettro di una sua vittoria, ma anche perché ha vinto il candidato che esprime le posizioni più isolazioniste degli ultimi cinquant’anni sotto il profilo dell’economia e del commercio internazionale. Il candidato che in campagna elettorale ha ribadito in tutte le salse non solo la sua contrarietà al Ttip, il trattato di libero scambio con l’Europa che è tutt’ora in fase di negoziazione, ma anche la volontà di rimettere in discussione gli accordi già firmati come il Nafta e il Tpp
La vittoria di Trump è dunque una doccia fredda per i mercati (almeno nell’immediato, con le borse negative in tutto il mondo) ed è altamente probabile che anche Wall Street reagisca male alla notizia alla riapertura delle contrattazioni. Diversi analisti valutano che l’impatto della sua nomina sulla Borsa si possa tradurre in una correzione del 3-6%, qualcuno si è spinto addirittura a dire dell’8-10%. Ma sarebbe sbagliato pensare che la reazione immediata della Borsa possa dare una misura dell’impatto atteso sull’economia delle politiche della nuova amministrazione: si tratta di una reazione emotiva, in questo caso dettata dal timore dell’ignoto. Trump è un personaggio controverso e imprevedibile, è un populista. Non è un politico, non ha esperienza e, in generale, le sue ricette non paiono in molti casi adeguate al governo di una grande potenza mondiale. Naturale quindi che i mercati reagiscano male.
Statistiche alla mano, però, si può dire che in meno del 50% dei casi l’andamento degli indici di Borsa nel giorno successivo all’elezione del presidente degli Stati Uniti è stato rappresentativo del trend imboccato da Wall Street nei 12 mesi successivi. E occorre anche sottolineare che la vittoria di Trump è una vittoria piena: oltre alla presidenza i repubblicani mantengono la maggioranza alla Camera e conquistano il Senato. In queste condizioni il sostegno alle sue politiche è assicurato, al netto dei problemi di bilancio e dei dissensi in seno al partito. Una situazione opposta a quella che verosimilmente avrebbe incontrato la Clinton se fosse stata eletta.
Le sue ricette di politica economica, ricette dalla forte impronta reaganiana, potrebbero avere a medio termine un effetto benefico sulla crescita, anche se nel lungo periodo possono creare gravi squilibri nei conti pubblici. Discorso che vale in particolare per la drastica riduzione delle aliquote fiscali promessa in campagna elettorale: dal 39,6 al 33% la massima aliquota individuale e, soprattutto, il taglio dal 35 al 15% delle tasse alle imprese. Una mossa che, secondo le stime del Tax Policy Center, potrebbe costare 7.200 miliardi di dollari in termini di minori entrate nei primi 10 anni e fino a 21.000 miliardi nei successivi 10 anni.
Un forte impatto sulla crescita potrebbe averlo anche il piano di investimenti in infrastrutture che da solo potrebbe valere oltre 500 miliardi di dollari l’anno. La necessità di rilanciare gli investimenti infrastrutturali era un punto in comune nei programmi di Trump e della Clinton, ma la differenza sta nel come finanziarli. Mentre la candidata democratica ipotizzava un incremento della tassazione a carico dei cittadini più abbienti e dei profitti aziendali parcheggiati all’estero, Trump ha promesso tagli alle spese federali, riduzione degli sprechi e il lancio sul mercato di emissioni obbligazionarie ad hoc. Come ulteriore stimolo, in campagna elettorale il neopresidente ha promesso una forte deregulation in molti settori, dalla finanza all’ambiente, con l’obiettivo di mettere il propulsore alla crescita, portandola dall’attuale 2% al 4% annuo. Quanto poi Trump possa realizzare queste promesse è tutto da vedere, ma nell’arco di qualche anno l’impatto teorico del pacchetto sull’economia Usa può essere significativo, anche se al prezzo di un netto peggioramento delle condizioni materiali degli americani più poveri (tra le prime cose a saltare ci sarà l’Obama care, cioè il programma di assistenza sanitaria ai più bisognosi) e delle condizioni dell’ambiente, specie se verranno cancellate le attuali normative sulle emissioni.
Un aspetto delicato della presidenza Trump sarà quello delle relazioni internazionali, in particolare in ambito commerciale. La volontà dichiarata di rinegoziare i trattati può avere ripercussioni non banali sulle imprese americane e sulla loro possibilità di accedere ai mercati qualora l’alzata di scudi isolazionista finisca con il concretizzarsi davvero, anche se pare altamente improbabile soprattutto per via del peso delle grandi lobby industriali e finanziarie che si opporrebbero con forza a mosse per loro penalizzanti. In realtà, superato lo shock iniziale della vittoria a sorpresa di Trump, occorrerà vedere quale equilibrio si creerà nei prossimi mesi con i grandi attori economici. Se è possibile che a medio termine l’economia americana tragga beneficio dal programma del nuovo presidente, è molto più incerta invece la ricaduta che queste elezioni possono avere sull’Europa e la sua economia ed è sicuro che non è una buona notizia per i Paesi emergenti, a partire ovviamente dal Messico la cui valuta ha già iniziato a subire i contraccolpi della vittoria di Trump.
fonte fatto quotidiano
lunedì 7 novembre 2016
sabato 5 novembre 2016
Presenze Aliene: GLI ELOHIM
Presenze Aliene: GLI ELOHIM: GLI ELOHIM dario.giacoletto@vodafone.it Il termine “Elohìm” (è plurale maschile, al singolare “el”, al femminile “Eloha”) è term...
Antichi Alieni
Antichi alieni: Identikit degli Elohim
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Le sembianze degli antichi alieni colonizzatori possono essere dedotte da alcuni passaggi nella Bibbia e nei testi antichi?
Che la Bibbia non parli di Dio è chiaro, basta leggerla sollevando le coperte della teologia, dell’esoterismo e del cabalismo, con mente aperta e serena. Allora di chi parla, potrebbe chiedersi qualcuno? Parla di un essere in carne e ossa chiamato Yahweh, il quale era un elohim, uno dei tanti, l’elohim di Israele, e proprio nella Bibbia ne vengono citati altri, Astarte l’elohim di Sidone, Camos l’elohim dei Moabiti e Milcom l’elohim degli Ammoniti (1Re 11:33), tanto che Yahweh mostrava gelosia per il suo popolo verso di loro: «Non seguirai altri elohim, elohim dei popoli che vi staranno attorno, perché Yahweh, il tuo elohim che sta in mezzo a te, è un elohim geloso» (Deuteronomio 6:14,15).
Altro passo biblico chiaro ed esplicito è Deuteronomio 32:8, dove parla della divisione della terra in base al numero dei figli degli elohim, divisione avvenuta ai tempi di Peleg (Genesi 10:25), e dove si parla anche di nuovi elohim, «Hanno sacrificato… a elohim che non conoscevano, novità venute da poco… » (Dt.32:17).
Il passo del libro dei Giudici, 11:24 è incontestabile, «Non possiedi tu quello che Camos tuo elohim ti ha fatto possedere? Così anche noi possiederemo il paese di quelli che Yahweh ha scacciato davanti a noi». Tutto questo viene spiegato perfettamente dal traduttore di ebraico antico Mauro Biglino nei suoi libri, ma proprio nei suoi convegni le domande più frequenti sono: da dove sono arrivati gli elohim e come sono fatti. Cercherò pertanto di compilare un vero e proprio identikit degli elohim, attingendo a documentazione extrabiblica, in quanto la Bibbia è scarna di informazioni in merito, anche se non totalmente priva.
Molto simili a noi
Una prima chiara informazione viene data propro con la nostra creazione, in quanto siamo stati fatti con la loro immagine (Genesi 1:27), in ebraico tselem, termine che indica un quid di materia che contiene l’immagine, la cui radice del termine sta a indicare un “qualcosa da tagliare, estrarre” (something cut off – “BDB Hebrew and English Lexicon”, op.citata in bibliografia).
Questo materiale che contiene l’immagine degli elohim, e deve essere tagliato via, veniva preso dal loro sangue. Chiaro in merito è il cosiddetto poema mesopotamico Enuma Elish (“Quando in alto” – 1800 a.C.), che tratta le imprese del dio Marduk, e ci narra che «allorché lo ebbero legato (il dio Kingu) e portato davanti a Ea, gli imposero la punizione e tagliarono il suo sangue. Col suo sangue egli (Marduk) costruì l’umanità…» (E.E. VI, 31-33). In un altro racconto mesopotamico, l’Antra-hasis (il sommamente saggio), poema epico in lingua accadica della prima metà del II millenio a.C., viene specificato l’intero procedimento, «che un dio venga immolato e quindi gli dei si purificheranno mediante immersione. Con la sua carne e con il suo sangue possa Nintu mescolare l’argilla, in modo che dio e uomo siano mescolati insieme nell’argilla… essi risposero sì, i grandi Anunnaki (nome sumero accadico per indicare gli elohim. Nda), i responsabili dei destini».
Quindi è evidente che lo tselem altro non è che il DNA degli elohim, che è stato mescolato al DNA di un primate, particolarmente compatibile per tale operazione genetica, che trovarono al loro arrivo sulla terra, facendolo evolvere in quello che siamo noi oggi, l’homo sapiens, un ibrido.
Ecco quindi il primo dato inequivocabile: erano, e forse ancora sono, molto simili a noi, quindi antropomorfi e sessuati, maschi e femmine, e avevano le nostre stesse esigenze. In questo la Bibbia è chiara: «udirono l’elohim che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno» (Genesi 3:8). Chiaro è anche l’incontro di Abramo alle Querce di Mamre (Genesi 18), «Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui», e uno di questi uomini lo riconobbe come il suo elohim, mentre gli altri due erano dei malakhim, degli el minori sottoposti all’elohim capo che accompagnavano, e che la tradizione e la teologia trasformerà poi in angeli.
Questi, entrati nella tenda di Abramo, vengono rifocillati, si ripuliscono dal lungo viaggio, e dopo questo incontro la sorella e moglie di Abramo, Sara, rimane incinta, cosa che prima le risultava impossibile con Abramo: è evidente anche in altri passi biblici che alcune gravidanze hanno richiesto l’intervento concreto di alcuni malakh, tra cui la nascita miracolosa di Sansone (Giudici 13), in cui «Il malakh di Yahweh apparve a questa donna e le disse… tu concepirai e partorirai un figlio… la donna andò a dire al marito: un uomo di Yaweh è venuto da me», l’annunciazione di Samuele (1Samuele 1:1-20) e la più famosa annunciazione di Gesù (Luca 1:26), dove Maria viene visitata dal cosiddetto angelo Gabriele. In ebraico antico, però, ghevriel non è un nome proprio di persona, ma indica uno status di “uomo forte di Dio” o “uomo a cui è stato dato un potere”, dalla radice ghever, singolare dell’ebraico ghibborim, gli uomini potenti nati dagli accoppiamenti tra i figli degli elohim e le figlie degli adam, che all’epoca risultarono tovòt, che in ebraico antico non significa belle, ma buone, capaci, adatte a, e nel caso in questione, adatte ad accoppiarsi sessualmente con gli elohim (Genesi 6).
Dalla pelle bianchissima
Abbiamo a questo punto un secondo elemento: gli elohim e gli adam sono molto simili e sessualmente compatibili anche a fini procreativi, e questa compatibilità si evidenziò sin dall’inizi secondo la mitologia ebraica, in quanto il serpente della Genesi era un elohim di nome Semael, che sedusse Eva in tutti i sensi: «Il serpente mi sedusse e io mangiai» (Bibbia ebraica Giuntina 2010 – Genesi 3:13), precisando che la radice ebraica di mangiare indica anche l’atto di fare l’amore, e sedurre in ebraico ha il doppio significato di ingannare e fecondare (ishiani); infatti, stando sempre alla mitologia semita, Caino fu il frutto dell’accoppiamento sacrilego.
Appurata la somiglianza antropomorfa e la compatibilità sessuale, si evince però che questi comunque dovevano avere delle caratteristiche fisionomiche che permettessero di distinguerli dai comuni mortali, anche se mortali lo erano anche loro (Salmi 82). Una di queste era la pelle bianchissima: i messaggeri degli Anunnaki sumeri venivano chiamati nell’antica scrittura cuneiforme GAL.GA, di cui GAL vuol dire “essere vivente, creatura”, e GA “latte”, a indicare esseri dalla carnagione lattea.
In sumero-accadico questi erano chiamati MIL.KU, e nella Bibbia Malakh, dalla stessa radice consonantica mlk. Curioso che in lingua inglese la parola per indicare il latte sia milk. Una conferma la troviamo nel libro apocrifo di Enoch (canonico per gli ortodossi etiopi), nella parte sulla nascita di Noè e il suo aspetto che turba il padre Lamech: «Matusalemme diede moglie a suo figlio Lamech: ella rimase incinta e partorì un figlio maschio. E il suo corpo era bianco come la neve e rosso come un bocciolo di rosa… e gli occhi erano molto belli… quando li aprì illuminò tutta la casa come il sole… Lamech si spavento e scappò via… Mi è nato un bambino strano, diverso da un figlio d’uomo… assomiglia ai figli del Dio del cielo… Mi sembra che non sia veramente mio figlio, ma degli angeli».
Privi di peli
Possiamo dedurre un altro particolare osservando noi stessi, visto che siamo simili. Dal punto di vista funzionale, siamo completamente nudi e la nostra epidermide è esposta al mondo esterno. Le uniche specie non pelose sono solitamente quelle che vivono sottoterra, oppure specie acquatiche e specie ricoperte di armature tipo l’armadillo. Può essere che abbiamo perso il pelo in seguito all’intervento genetico, anche perché sembrerebbe assurdo che l’abbiamo perso in piena era glaciale, e quindi si deduce che gli elohim dovessero esserne privi. Si può leggere, sempre nelle tavolette sumere, che la dea NIN.TA, insieme a EA, crea il LU.LU (il mescolato), il primo uomo, e diede alla nuova creatura «una pelle simile alla pelle di un dio».
Questa assenza di peli (o quanto meno di un pelo di una certa consistenza) negli elohim può farci dedurre che sul loro pianeta di provenienza, Nibiru secondo Zecharia Sitchin, vivessero sottoterra, forse perché il pianeta errante (la parola pianeta deriva dal greco e significa stella errante) non veniva costantemente riscaldato da una stella, e quindi sfruttavano il calore del nucleo, dando vita alle leggende di un mondo sotterraneo, il mito della terra cava come Agarthi, o Argavartha, terra d’origine dei Veda indù.
Inoltre, nella Bibbia si può notare che Yahweh ha sempre richiesto, durante la sua presenza fisica tra gli uomini, una squadra di servitori (Numeri 8:23-25) completamente dedicata a lui, che voleva tra i 25 e i 50 anni di età, sani e belli (Levitico 21:16-22) e soprattutto depilati, lavati e unti (Numeri 8:7), procedura richiesta anche dai Neteru egizi (gli elohim stanziati in Egitto). Insomma, la presenza di peli non la gradivano, e chi aveva contatti diretti con loro doveva essere rigorosamente depilato!
Il corpo umano, a differenza di quello dei primati, sembra essere stato progettato per suscitare eccitazione sessuale e unioni di coppia, lunghezza del pene maggiori, ampie dimensioni del seno femminile, lobi delle orecchie, labbra sensibili, angolazioni vaginali che incoraggia una copulazione faccia a faccia di tipo molto intimo, abbondanza di ghiandole odorifere e mobilità facciale unica nel mondo animale, il tutto avvenuto – secondo la scienza ufficiale – a seguito della normale evoluzione darwiniana, il che è improbabile, in quanto tali mutazioni richiederebbero un periodo molto lungo e di estrema tranquillità civile, umana e sociale, condizione non presente al momento del presunto salto evolutivo. L’uomo viveva in condizioni ancora selvagge, che non permettevano ovviamente una vita tanto tranquilla da avere rapporti goderecci, anzi, osserviamo ancora in natura accoppiamenti veloci negli animali, atti a garantire la sopravvivenza della specie e ridurre il tempo di esposizione a potenziali attacchi da predatori. È dunque lecito chiedersi dove avvenne questa evoluzione. Forse su un altro pianeta?
Molto alti e con il cranio più grande
Oltre a questo, abbiamo subito un anomalo ingrossamento della calotta cranica, che è stato in parte controproducente dal punto di vista della sopravvivenza della specie, in quanto ha reso difficoltoso il parto (già pregiudicato dal passaggio alla postura eretta, che ha portato tanti vantaggi ma ha ristretto il bacino), con un aumento del numero di decessi al momento del parto.
Forse il cranio più grosso potrebbe essere sempre una conseguenza del mix genetico: in tutte le parti del mondo, nelle antiche culture nate nello stesso periodo vi sono delle descrizioni di questi presunti dèi arrivati dal cielo e dotati di un cranio dolicocefalo: grossi crani allungati come in alcune statuite votive pre sumeriche, che spiegano il rituale della deformazione dei crani volontaria con il tentativo di assomigliare alle divinità.
Inoltre, il cranio allungato molto probabilmente causava un tiraggio della pelle del volto, causando a sua volta una fisionomia rettiliana: in tutto il mondo le divinità venivano associate o identificate con i serpenti.
Un’altra caratteristica identificativa degli elohim doveva essere anche la loro altezza, da 1,80 m. a 2,50 m. Quindi erano molto alti, ma non non giganti: quelli erano altri esseri, forse anch’essi arrivati dal cielo, ma da un altro sistema stellare, oppure, secondo altre teorie mitologiche, i giganti erano il frutto di esperimenti pre-adam, che successivamente si sono estinti in quanto sterili come specie. Secondo miti ebraici, infatti, l’elohim biblico creò prima del nostro altri ben cinque mondi, con tanto di esseri, ma li distrusse man mano perché non soddisfatto.
Certo è strano immaginare un Dio universale e onnipotente che sperimenta, sbaglia, distrugge e ricrea. Più chiari ed espliciti furono i Sumeri, che descrissero sulle loro tavolette tutti gli esperimenti sbagliati degli anunnaki, perché non li consideravano dèi, come li considereremmo noi oggi, ma esseri superiori da temere e rispettare, in quanto potevano essere molto crudeli.
I primi uomini prodotti dagli anunnaki avevano non pochi difetti: uno non riusciva a chiudere le mani, altri aveva gli occhi sempre aperti, un altro aveva i piedi gonfi e paralizzati, alcuni erano affetti da problemi psichici, altri non trattenevano l’urina, c’erano donne incapaci di partorire e individui privi di organi genitali.
Più longevi
L’unica enorme differenza tra noi e gli elohim purtroppo sembra l’estrema longevità di questi ultimi, in confronto alla nostra misera esistenza di al massimo un centinaio di anni, anche se in principio, stando al testo biblico, i primi uomini vivevano fino a 900 anni e più. Ciò potrebbe spiegarsi proprio con la genetica, in quanto gli elohim venivano chiamati anche i puri, purezza intesa dal punto di vista genetico e non spirituale, e sicuramente la loro struttura genetica doveva essere perfetta, e nella mitosi cellulare il telomero dei loro cromosomi non perdeva sequenze di DNA. Quindi, accoppiandosi solo tra di loro, rigorosamente dèi maschi con dèe sorellastre, garantivano questa purezza, anche se successivamente anche alcuni di loro si sono corrotti. Questa tattica è stata adottata ingenuamente anche dagli uomini: come abbiamo già detto, Abramo era sposato con Sara, sua sorellastra: «Inoltre essa è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre» (Genesi 20:12), cosa che si dimostrò letale per l’uomo, in quanto non puro. Ogni volta che una cellula si divide, il DNA si fa un poco più corto; un neonato ha una sequenza di 20.000 lettere (basi azotate) di sequenza, mentre un sessantenne ne ha 10.000 circa.
I geni nocivi, danneggiati, sono recessivi, cioè sono dominati da un equivalente gene positivo, ovvero sicuro. Perché una malattia si sviluppi, occorre ereditare due coppie del gene recessivo, uno da ciascun genitore, perciò i rapporti consaguinei sono pericolosi per noi, ma non per gli elohim, i puri.
Da dove sono arrivati?
Rimane a questo punto un ultimo quesito, da dove sono arrivati? Di preciso non si sa. Anu, la divinità suprema dei Sumeri, l’equivalente dell’Elyon biblico (l’Altissimo), si dice provenisse da Aldebaran (la stella alfa della costellazione del Toro), mentre i Nefilim (i giganti della Bibbia) sembrerebbero arrivare dalla costellazione di Orione, identificata dal termine aramaico nefilà, mentre Allah per il Corano proviene da Sirio, «è Lui il Signore di Sirio», dalla Sura LIII – An-Najim (la stella), come l’Oannes babilonese o Nommo della tribù africana dei Dogon del Mali.
Quindi sembra che provenissero dallo spazio, da altri mondi, fatto che trova conferma in alcune particolari loro esigenze, tra cui respirare i fumi del grasso animale arrostito, che per loro era nichochà, termine ebraico che sta per calmante, rilassante, lenitivo e non “soave” come riporta erroneamente la traduzione canonica del testo biblico. È stato dimostrato che i tipi di grasso richiesti dall’elohim Yahweh, «il grasso e cioè l’intera coda presso l’estremità della spina dorsale, il grasso che avvolge le viscere e tutto quello che vi è sopra, i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato» (Levitico 3:9,10), bruciando producono dei fumi che assumono una struttura molecolare simile alle endorfine, ma la vera curiosità è che i nostri astronauti, che hanno effettuato passeggiate spaziali, al rientro hanno tutti sentito un forte odore di carne bruciata, fenomeno dovuto alla desquamazione della pelle dello stesso astronauta. Di conseguenza, la NASA ha chiesto a un’azienda britannica di ricreare in laboratorio quell’odore, così da usarlo nell’addestramento di chi deve andare in missione nello spazio. Gli elohim potevano essere così assuefatti all’odore da esserne diventati dipendenti. Un’altra stranezza proviene dal cosiddetto nettare degli dèi, il vino, in quanto sembrerebbe che uva e vino aiutino gli astronauti (fonte, rivista Science Illustrated n.4 sett./ott. 2012, pag.7 – Notizie Flash).
Recenti esperimenti dimostrano che il resveratrolo protegge contro l’osteoporosi e l’insulino-resistenza, da affezioni che possono coinvolgere gli astronauti in seguito a un prolungato periodo di tempo nello spazio. Il resveratrolo è contenuto nel vino rosso e nel succo d’uva nera, ed è allo studio una sua integrazione nella dieta degli astronauti. Interessante è notare che nella Bibbia, prima del Diluvio, l’uomo non conoscesse la pianta della vigna. Il primo a piantarla fu Noè dopo la catastrofe universale, dopo che l’elohim gli donò i semi, e «cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò» (Genesi 9:20,21), in quanto probabilmente non abituato a tale bevanda, e ne ignorava gli effetti. Dato altrettanto curioso e interessante è che le prime tracce di coltivazione della vite sono state rinvenute nella regione del Caucaso, in Armenia e nel Turkestan, proprio nella zona dove si posò, per la tradizione, l’arca di Noè dopo il Diluvio.
Un’ultima curiosità fisionomica, che non posso non citare, proviene dall’Iliade (suggerita da Mauro Biglino sul suo sito www.maurobiglino.it), precisamente nel Libro XIII, dove Poseidone si presenta nelle vesti dell’indovino Calcante, ma viene riconosciuto: «Questo non è Calcante… le orme dei piedi da dietro come delle gambe ho riconosciuto facilmente di lui che se ne andava: riconoscibili sono i theoi». Forse gli dèi avevano sei dita invece di cinque, come l’alieno di Roswell protagonista della famosa autopsia?
di Luca Bitondi
Mauro Biglino - Il ,,PROBLEMA BIGLINO,, e L'Idolatria dell'anno 2016
Mauro Biglino - Il ,,PROBLEMA BIGLINO,, e L'Idolatria dell'anno 2016
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
venerdì 4 novembre 2016
Mauro Biglino - Ottobre 2016 : Padroni e schiavi !!!
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giovedì 3 novembre 2016
Associazione a delinquere per distruggere la Siria
Associazione a delinquere per distruggere la SiriaTratto da www.pressenza.com/it/2016/10/associazione-delinquere-per-distruggere-la-siria
Riprodotto con permesso, da Counterpunch www.counterpunch.org/2016/10/04/overthrowing-the-syrian-government-a-joint-criminal-enterprise/
Riprodotto con permesso, da Counterpunch www.counterpunch.org/2016/10/04/overthrowing-the-syrian-government-a-joint-criminal-enterprise/
Le forze armate siriane debbono riprendere la parte di Aleppo occupata dai ribelli.
Avaaz ha il compito di schierare l’opinione pubblica contro questa operazione militare dipingendola come null’altro che uno sforzo congiunto Russo-Siriano per massacrare i civili, soprattutto bambini. La Siria è vittima di una Associazione a Delinquere che da lungo tempo ha pianificato di distruggerla, dopo aver distrutto l’Iraq nel 2003.
Tutti affermano di voler porre fine alla guerra in Siria e riportare la pace in Medio Oriente.
Beh, quasi tutti.
Avaaz ha il compito di schierare l’opinione pubblica contro questa operazione militare dipingendola come null’altro che uno sforzo congiunto Russo-Siriano per massacrare i civili, soprattutto bambini. La Siria è vittima di una Associazione a Delinquere che da lungo tempo ha pianificato di distruggerla, dopo aver distrutto l’Iraq nel 2003.
Tutti affermano di voler porre fine alla guerra in Siria e riportare la pace in Medio Oriente.
Beh, quasi tutti.
“Questa è una situazione tipo playoff in cui è necessario che entrambe le squadre perdano, o almeno non si vuole che una vinca – si preferisce un pareggio”, ha dichiarato al new York Times nel giugno 2013 Alon Pinkas, ex console generale di Israele a New York. “Entrambi devono sanguinare, perdere sangue fino alla morte: questo è il pensiero strategico qui”.
Efraim Inbar, direttore del Centro Begin-Sadat per gli Studi Strategici, ha sottolineato gli stessi punti nel mese di agosto 2016: “L’Occidente dovrebbe perseguire l’ulteriore indebolimento dello Stato Islamico, ma non la sua distruzione… Permettere che i cattivi uccidano i cattivi suona molto cinico, ma è cosa utile e anche etica da farsi se tiene i cattivi occupati e meno in grado di nuocere ai buoni… Inoltre, l’instabilità e le crisi a volte contengono presagi di un cambiamento positivo… l’amministrazione americana non sembra in grado di riconoscere che l’ISIS può essere uno strumento utile per minare l’ambizioso piano di Teheran di dominio sul Medio Oriente”.
Va bene, non esattamente tutti.
Ma sicuramente il sito umanitario Avaaz vuole porre fine alla guerra e riportare la pace…
O no?
Avaaz sta facendo circolare una petizione che ha raccolto oltre un milione di firme ed ha l’obiettivo di un milione e mezzo. E ‘probabile che ci riescano, con parole come queste: “100 bambini sono stati uccisi ad Aleppo da Venerdì scorso” e “Troppo è troppo!”
Avaaz continua: “Non vi è alcun modo semplice per porre fine a questa guerra, ma c’è solo un modo per evitare questo terrore dal cielo – che le persone in tutto il mondo chiedano una no-fly-zone per proteggere i civili”.
Ma sicuramente il sito umanitario Avaaz vuole porre fine alla guerra e riportare la pace…
O no?
Avaaz sta facendo circolare una petizione che ha raccolto oltre un milione di firme ed ha l’obiettivo di un milione e mezzo. E ‘probabile che ci riescano, con parole come queste: “100 bambini sono stati uccisi ad Aleppo da Venerdì scorso” e “Troppo è troppo!”
Avaaz continua: “Non vi è alcun modo semplice per porre fine a questa guerra, ma c’è solo un modo per evitare questo terrore dal cielo – che le persone in tutto il mondo chiedano una no-fly-zone per proteggere i civili”.
No-fly-zone? Non suona familiare? Quello fu lo stratagemma che servì per distruggere le difese aeree della Libia e aprì quel paese al cambio di regime nel 2011. Fu promosso con zelo da Hillary Clinton, che è anche nota per sostenere la stessa mossa in Siria.
E quando l’Occidente dice “no-fly”, significa che alcuni possono volare e altri no. Con la no-fly-zone in Libia la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno volato quanto volevano, uccidendo numerosi civili, distruggendo infrastrutture e permettendo ai ribelli islamici di occupare parte del paese.
La petizione di Avaaz fa la stessa distinzione. Alcuni dovrebbe volare e altri no.
E quando l’Occidente dice “no-fly”, significa che alcuni possono volare e altri no. Con la no-fly-zone in Libia la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno volato quanto volevano, uccidendo numerosi civili, distruggendo infrastrutture e permettendo ai ribelli islamici di occupare parte del paese.
La petizione di Avaaz fa la stessa distinzione. Alcuni dovrebbe volare e altri no.
“Costruiamo un clamoroso appello globale a Obama e altri leader per resistere al terrore di Putin e di Assad. Questa potrebbe essere la nostra ultima, migliore occasione per contribuire a porre fine a questo assassinio di massa di bambini indifesi. Aggiungi il tuo nome”.
Quindi si tratta solo di omicidi di massa di bambini indifesi, e per fermarli dovremmo chiamare il Re dei Droni, Obama, a por fine al “terrore dal cielo”.
Non solo Obama, ma altri leader “buoni”, i membri della NATO: “Al presidente Obama, al Presidente Erdogan, al presidente Hollande, alla Signora Primo Ministro May, e ad altri leader mondiali: Come cittadini in tutto il mondo inorriditi dal massacro di innocenti in Siria, vi chiediamo di far rispettare una no-fly-zone nel nord della Siria, inclusa Aleppo, per fermare il bombardamento dei civili della Siria e garantire che gli aiuti umanitari giungano ai più bisognosi”.
Quindi si tratta solo di omicidi di massa di bambini indifesi, e per fermarli dovremmo chiamare il Re dei Droni, Obama, a por fine al “terrore dal cielo”.
Non solo Obama, ma altri leader “buoni”, i membri della NATO: “Al presidente Obama, al Presidente Erdogan, al presidente Hollande, alla Signora Primo Ministro May, e ad altri leader mondiali: Come cittadini in tutto il mondo inorriditi dal massacro di innocenti in Siria, vi chiediamo di far rispettare una no-fly-zone nel nord della Siria, inclusa Aleppo, per fermare il bombardamento dei civili della Siria e garantire che gli aiuti umanitari giungano ai più bisognosi”.
La tempistica di questa petizione è eloquente. Arriva proprio quando il governo siriano sta spingendo per porre fine alla guerra e riconquistare la parte orientale di Aleppo. E’ parte della massiccia campagna di propaganda in corso per conculcare la pubblica opinione circa la guerra siriana su due soli fattori: meno vittime e aiuti umanitari.
In questa prospettiva, i ribelli scompaiono. E scompaiono tutti i loro sostenitori stranieri, il denaro saudita, i fanatici wahhabiti, le reclute ISIS provenienti da tutto il mondo, le armi degli Stati Uniti e il supporto francese. La guerra è solo causata dallo strano capriccio di un “dittatore” che si diverte a bombardare i propri bambini indifesi e a bloccare gli aiuti umanitari. Questa rappresentazione riduce cinque anni di guerra in Siria ad una situazione simile a quanto fu raffigurato in Libia per giustificare la no-fly-zone: nient’altro se non un dittatore malvagio che bombarda il suo popolo.
In questa prospettiva, i ribelli scompaiono. E scompaiono tutti i loro sostenitori stranieri, il denaro saudita, i fanatici wahhabiti, le reclute ISIS provenienti da tutto il mondo, le armi degli Stati Uniti e il supporto francese. La guerra è solo causata dallo strano capriccio di un “dittatore” che si diverte a bombardare i propri bambini indifesi e a bloccare gli aiuti umanitari. Questa rappresentazione riduce cinque anni di guerra in Siria ad una situazione simile a quanto fu raffigurato in Libia per giustificare la no-fly-zone: nient’altro se non un dittatore malvagio che bombarda il suo popolo.
Per il pubblico che ama trangugiare gli eventi mondiali sotto forma favola, tutto questo si presta a pennello: firmare una petizione al computer e salvare i bambini.
La petizione Avaaz non ha lo scopo di porre fine alla guerra e riportare la pace. Essa mira esplicitamente ad ostacolare l’offensiva del governo siriano per riprendere Aleppo. L’esercito siriano ha subito pesanti perdite in cinque anni di guerra, le sue potenziali reclute di fatto sono state invitate a evitare il pericoloso servizio militare andando in Germania. La Siria ha bisogno dell’aviazione per ridurre le proprie perdite. La petizione Avaaz chiede di paralizzare l’offensiva siriana e quindi si schiera dalla parte dei ribelli.
Aspetta un attimo – ma vuoi dire che vogliono far vincere i ribelli? Non esattamente. Gli unici ribelli in teoria abbastanza forti per vincere sono quelli dell’ISIS. Nessuno vuole davvero questo.
La petizione Avaaz non ha lo scopo di porre fine alla guerra e riportare la pace. Essa mira esplicitamente ad ostacolare l’offensiva del governo siriano per riprendere Aleppo. L’esercito siriano ha subito pesanti perdite in cinque anni di guerra, le sue potenziali reclute di fatto sono state invitate a evitare il pericoloso servizio militare andando in Germania. La Siria ha bisogno dell’aviazione per ridurre le proprie perdite. La petizione Avaaz chiede di paralizzare l’offensiva siriana e quindi si schiera dalla parte dei ribelli.
Aspetta un attimo – ma vuoi dire che vogliono far vincere i ribelli? Non esattamente. Gli unici ribelli in teoria abbastanza forti per vincere sono quelli dell’ISIS. Nessuno vuole davvero questo.
Il fatto evidente è che per porre fine a questa guerra, come per la maggior parte delle guerre, un contendente deve vincere. Quando è chiaro qual è la parte vincente, allora ci possono essere fruttuosi negoziati per cose come l’amnistia. Ma questa guerra non può essere “conclusa con trattative”. Gli Stati Uniti potrebbero sostenere una simile conclusione solo se Washington potesse usare i negoziati per imporre le proprie marionette – pardon, gli “esuli pro-democrazia che vivono in Occidente”. Ma così come stanno le cose, le marionette sarebbero respinte come traditori da parte della maggioranza dei siriani che sostengono il governo, e come apostati da parte dei ribelli. Quindi, nessun contendente deve vincere per porre fine a questa guerra. Il risultato meno peggiore sarebbe che il governo di Assad sconfiggesse i ribelli, al fine di preservare lo stato. Per questo, le forze armate siriane hanno bisogno di riprendere la parte orientale di Aleppo occupata dai ribelli.
Avaaz ha il compito di spingere l’opinione pubblica a opporsi a questa operazione militare, dipingendola come nient’altro che uno sforzo congiunto russo-siriano per uccidere i civili, soprattutto bambini. Per questo, invocano un’operazione militare della NATO per abbattere (che è quello che “no-fly” significa) gli aerei siriani e russi che danno supporto aereo all’offensiva dell’esercito siriano.
Avaaz ha il compito di spingere l’opinione pubblica a opporsi a questa operazione militare, dipingendola come nient’altro che uno sforzo congiunto russo-siriano per uccidere i civili, soprattutto bambini. Per questo, invocano un’operazione militare della NATO per abbattere (che è quello che “no-fly” significa) gli aerei siriani e russi che danno supporto aereo all’offensiva dell’esercito siriano.
Ma neppure tali drastiche misure mirano a porre fine alla guerra. Mirano a indebolire la parte vincente per evitare che vinca. Per prolungare una situazione di stallo. Mirano – per usare l’assurda espressione in uso durante la guerra in Bosnia – a creare un “campo di gioco equo”, come se la guerra fosse un evento sportivo. Mirano a mantenere la guerra in atto fino a quando nulla rimarrà della Siria, e ciò che resta della popolazione siriana riempia i campi profughi in Europa.
Come il New York Times ha riportato da Gerusalemme nel settembre del 2013: “La sinergia tra le posizioni israeliane e americane, anche se non esplicitamente articolata dai leader dei due paesi, potrebbe essere una fonte fondamentale di sostegno per Obama che cerca l’approvazione del Congresso per attacchi chirurgici in Siria”. E ha aggiunto: “le preoccupazioni di Israele per la sua sicurezza nazionale hanno un ampio sostegno bipartisan a Washington, e l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), l’influente lobby pro-Israele a Washington, ha fatto sentire il suo peso martedì scorso a sostegno della strategia di Obama”. (Questo avvenne quando Obama stava progettando di “punire il presidente Bashar al-Assad per l’uso di armi chimiche senza cercare di destituirlo dal potere” – prima che Obama decidesse per l’alternativa di affiancare la Russia nel disarmare l’arsenale chimico siriano, decisione per la quale Obama continua ad essere condannato dalla lobby pro-Israele e dal Partito della Guerra).
Come il New York Times ha riportato da Gerusalemme nel settembre del 2013: “La sinergia tra le posizioni israeliane e americane, anche se non esplicitamente articolata dai leader dei due paesi, potrebbe essere una fonte fondamentale di sostegno per Obama che cerca l’approvazione del Congresso per attacchi chirurgici in Siria”. E ha aggiunto: “le preoccupazioni di Israele per la sua sicurezza nazionale hanno un ampio sostegno bipartisan a Washington, e l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), l’influente lobby pro-Israele a Washington, ha fatto sentire il suo peso martedì scorso a sostegno della strategia di Obama”. (Questo avvenne quando Obama stava progettando di “punire il presidente Bashar al-Assad per l’uso di armi chimiche senza cercare di destituirlo dal potere” – prima che Obama decidesse per l’alternativa di affiancare la Russia nel disarmare l’arsenale chimico siriano, decisione per la quale Obama continua ad essere condannato dalla lobby pro-Israele e dal Partito della Guerra).
L’AIPAC “non ha dichiarato nulla, tuttavia, circa l’esito preferito della guerra civile …”.
Vero. Come il rapporto del 2013 da Gerusalemme continuava: “Poiché si sono offuscate le speranze per la nascita di una forza ribelle secolare moderata che possa creare un cambiamento democratico e anche un dialogo costruttivo con Israele, un terzo approccio ha guadagnato consenso: lasciare che i cattivi brucino se stessi. ‘Il perpetuarsi del conflitto incontra assolutamente l’interesse di Israele’, ha detto Nathan Thrall, un analista con sede a Gerusalemme per l’International Crisis Group”.
Vero. Come il rapporto del 2013 da Gerusalemme continuava: “Poiché si sono offuscate le speranze per la nascita di una forza ribelle secolare moderata che possa creare un cambiamento democratico e anche un dialogo costruttivo con Israele, un terzo approccio ha guadagnato consenso: lasciare che i cattivi brucino se stessi. ‘Il perpetuarsi del conflitto incontra assolutamente l’interesse di Israele’, ha detto Nathan Thrall, un analista con sede a Gerusalemme per l’International Crisis Group”.
La verità è che la Siria è vittima di una Associazione a Delinquere che da lungo tempo ha pianificato di distruggere l’ultimo Stato Arabo indipendente laico nazionalista in Medio Oriente, dopo aver distrutto l’Iraq nel 2003. Mentre viene attribuita alla repressione governativa di “pacifiche proteste” nel 2011, la rivolta armata era stata pianificata per anni ed è stata sostenuta da potenze esterne: Arabia Saudita, Turchia, Stati Uniti e Francia, tra le altre. I motivi francesi rimangono misteriosi, a meno che non siano collegati a quelli di Israele che vede la distruzione della Siria come un mezzo per indebolire il suo rivale nella regione, l’Iran. Anche l’Arabia Saudita vuole indebolire l’Iran, ma per motivi religiosi. La Turchia, ex potenza imperiale nella regione, ha ambizioni territoriali e politiche proprie. Fare a pezzi la Siria può soddisfare tutti.
Questa cospirazione sfacciata e perfettamente aperta per distruggere la Siria è un grave crimine internazionale, e gli Stati di cui sopra sono co-cospiratori. In questa impresa criminale congiunta essi sono uniti a organizzazioni apparentemente “umanitarie” come Avaaz che diffondono propaganda di guerra col pretesto di proteggere i bambini. Questo funziona perché la maggior parte degli americani semplicemente non può credere che il loro governo possa fare cose del genere. Poiché la gente comune ha buone intenzioni e odia vedere bambini uccisi, immagina che per il loro governo sia lo stesso. Questa fede rassicurante è difficile da abbattere. E’ più naturale credere che i criminali siano persone malvagie in un paese di cui in effetti non si capisce niente.
Non vi è alcuna possibilità che questa impresa criminale possa mai suscitare l’attenzione dei procuratori presso la Corte Penale Internazionale che, come la maggior parte delle principali organizzazioni internazionali, è totalmente sotto il controllo degli Stati Uniti. Ad esempio, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari politici, che analizza e contestualizza le questioni politiche per il Segretario Generale Ban Ki Moon, è un diplomatico americano, Jeffrey Feltman, che era un membro chiave del team di Hillary Clinton quando provocò il cambio di regime in Libia. E complici in questa impresa criminale sono tutte le organizzazioni pro-governative “non governative” come Avaaz che spingono l’ipocrisia su nuove distanze sfruttando la compassione per i bambini al fine di giustificare e perpetuare questo grande crimine contro l’umanità e contro la pace nel mondo.
Traduzione di Leopoldo Salmaso
Cancro & vaccini: il business intoccabile
Cancro & vaccini: il business intoccabileMarcello Pamio - 11 ottobre 2016
I media mainstream sono tacitamente uniti nella lotta contro la Verità e contro la corretta informazione.
Tutti i giornali, i quotidiani nazionali ed i canali televisivi stanno eseguendo piroette e tuffi carpiati per attaccare, denigrare e distruggere tutto quello che esce dalla visione ufficialmente riconosciuta.
Il paradigma non si discute!
L’equazione è sempre la solita: più le persone si risvegliano dall’offuscamento e dal torpore cerebrali e più il Sistema attacca! E’ una legge matematica.
Tutti i giornali, i quotidiani nazionali ed i canali televisivi stanno eseguendo piroette e tuffi carpiati per attaccare, denigrare e distruggere tutto quello che esce dalla visione ufficialmente riconosciuta.
Il paradigma non si discute!
L’equazione è sempre la solita: più le persone si risvegliano dall’offuscamento e dal torpore cerebrali e più il Sistema attacca! E’ una legge matematica.
Se genitori consapevoli decidono di non inoculare nel corpo del proprio figlio sostanze tossiche e velenose come i vaccini, vengono tacciati di essere irresponsabili e incoscienti.
Se qualcuno decide di non seguire i dettami di una medicina fallimentare totalmente fagocitata da un’Industria farmaceutica avida e affamata di soldi, viene sistematicamente terrorizzato e trattato da idiota.
Se dei Medici in Scienza e Coscienza seguono le volontà dei propri assistiti (sia nell’ambito vaccinale che oncologico), subiscono pressioni, attacchi, vengono indagati e anche radiati dal sindacato della casta dei camici bianchi: il tristemente noto Ordine. Tale organizzazione infatti ha lo scopo di mantenere l’ordine delle cose.
Se infine accade che una persona intraprende un percorso diverso dai canonici, santissimi e intoccabili protocolli oncologici e per caso muore, apriti Cielo, arrivano a sbeffeggiarla perfino nella tomba. D’altronde non c’è rispetto nella vita figuriamoci nella morte.
Se qualcuno decide di non seguire i dettami di una medicina fallimentare totalmente fagocitata da un’Industria farmaceutica avida e affamata di soldi, viene sistematicamente terrorizzato e trattato da idiota.
Se dei Medici in Scienza e Coscienza seguono le volontà dei propri assistiti (sia nell’ambito vaccinale che oncologico), subiscono pressioni, attacchi, vengono indagati e anche radiati dal sindacato della casta dei camici bianchi: il tristemente noto Ordine. Tale organizzazione infatti ha lo scopo di mantenere l’ordine delle cose.
Se infine accade che una persona intraprende un percorso diverso dai canonici, santissimi e intoccabili protocolli oncologici e per caso muore, apriti Cielo, arrivano a sbeffeggiarla perfino nella tomba. D’altronde non c’è rispetto nella vita figuriamoci nella morte.
Sorge a questo punto una domanda: come mai il Sistema ha messo in moto la macchina bellica propagandistica, rispolverando i tribunali della santa inquisizione (dalla tunica nera si è passati al camice bianco) per instaurare una vergognosa caccia alle streghe?
Perché un tale accanimento mediatico, scientifico e politico?
Cosa c’è sotto? Qui Prodest? A chi giova questa situazione?
Possiamo veramente credere che i giornali nazionali e le trasmissioni televisive demenzialmente offensive per le intelligenze e le coscienze umane stiano lavorando per il bene comune?
Siamo proprio sicuri che agli azionisti dei media mainstream (carta stampata e tivù) e a quelli delle industrie chimiche-farmaceutiche stia a cuore la salute delle persone?
Oppure c’è dell’altro?…
Perché un tale accanimento mediatico, scientifico e politico?
Cosa c’è sotto? Qui Prodest? A chi giova questa situazione?
Possiamo veramente credere che i giornali nazionali e le trasmissioni televisive demenzialmente offensive per le intelligenze e le coscienze umane stiano lavorando per il bene comune?
Siamo proprio sicuri che agli azionisti dei media mainstream (carta stampata e tivù) e a quelli delle industrie chimiche-farmaceutiche stia a cuore la salute delle persone?
Oppure c’è dell’altro?…
Cancro & PILL’epidemiologo ed esperto di tumori Franco Berrino in una recente intervista ha detto una cosa molto interessante: “Se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c’è crescita, diminuisce lo spread. La sanità è la più grande industria italiana, non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione. Si tratta di una commistione di ignoranza, di stupidità e di interessi”.
La malattia fa guadagnare moltissimo mentre la prevenzione e la salute no!
Il cancro e tutte le cure ufficiali forniteci dell’Industria fanno crescere il PIL e quindi i fatturati delle industrie.
La malattia fa guadagnare moltissimo mentre la prevenzione e la salute no!
Il cancro e tutte le cure ufficiali forniteci dell’Industria fanno crescere il PIL e quindi i fatturati delle industrie.
Solo le prime dieci corporation della chimica e farmaceutica (quell’entità che va sotto il nome di Big Pharma) fagocitano dalla società ogni anno oltre 361 miliardi di euro.
1° Pfizer: fatturato 57,7 miliardi di dollari
2° Novartis: fatturato 54 miliardi
3° Merck: fatturato 41,3 miliardi
4° Sanofi: fatturato 37 miliardi
5° Roche: fatturato 34,9 miliardi
6° GlaxoSmithKline: fatturato 34,4 miliardi
7° AstraZeneca: fatturato 33,6 miliardi
8° Johnson&Johnson: fatturato 24,4 miliardi
9° Abbott: fatturato 22,4 miliardi
10° Eli Lilly: fatturato 21,9 miliardi.
2° Novartis: fatturato 54 miliardi
3° Merck: fatturato 41,3 miliardi
4° Sanofi: fatturato 37 miliardi
5° Roche: fatturato 34,9 miliardi
6° GlaxoSmithKline: fatturato 34,4 miliardi
7° AstraZeneca: fatturato 33,6 miliardi
8° Johnson&Johnson: fatturato 24,4 miliardi
9° Abbott: fatturato 22,4 miliardi
10° Eli Lilly: fatturato 21,9 miliardi.
Nonostante le crisi economiche i loro fatturati aumentano sempre. La malattia rappresenta il business per eccellenza e non esiste inflazione, deflazione e/o stagnazione che possa intaccarlo.
Le prime 50 aziende farmaceutiche fatturano oltre 600 miliardi di euro ogni anno. Con così tanti soldi il potere di far pressione sul mondo politico, scientifico e accademico è indiscutibile e fuori da ogni discussione.
Il cancro rappresenta oggettivamente una delle maggiori spese per un qualsiasi Sistema sanitario nazionale e per questo uno dei pilastri fondamentali per le industrie.
Più ci ammaliamo, più la sanità spende e più le lobbies guadagnano!
Le prime 50 aziende farmaceutiche fatturano oltre 600 miliardi di euro ogni anno. Con così tanti soldi il potere di far pressione sul mondo politico, scientifico e accademico è indiscutibile e fuori da ogni discussione.
Il cancro rappresenta oggettivamente una delle maggiori spese per un qualsiasi Sistema sanitario nazionale e per questo uno dei pilastri fondamentali per le industrie.
Più ci ammaliamo, più la sanità spende e più le lobbies guadagnano!
Il cancro in numeri nel 2016Secondo l’AIRTUM, l’Associazione Italiana Registri Tumori, nel 2016 verranno diagnosticati oltre 365.000 nuovi casi di tumore maligno[1] (190.000 uomini e 175.000 donne) ad eccezione dei carcinomi della cute.[2]
“Ogni giorno oltre 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno-infiltrante”.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) per il 2013 (ultimo anno al momento disponibile) i decessi sono stati poco più di 176.000. Sembra quindi che la sopravvivenza media si attesti attorno al 50% circa (365.000 nuove diagnosi ma ne muoiono 176.000).
Ma la realtà è assai diversa e molto più triste.
“Ogni giorno oltre 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno-infiltrante”.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) per il 2013 (ultimo anno al momento disponibile) i decessi sono stati poco più di 176.000. Sembra quindi che la sopravvivenza media si attesti attorno al 50% circa (365.000 nuove diagnosi ma ne muoiono 176.000).
Ma la realtà è assai diversa e molto più triste.
Mortalità per cancro nel 2016L’Associazione Italiana Registri Tumori nell’ultimo documento “I numeri del cancro in Italia, 2016” descrive la “prevalenza” e cioè il numero di persone ancora vive dopo una diagnosi di neoplasia.
Tale numero ovviamente dipende dalla frequenza della malattia (incidenza), dal tipo di cancro e dalla prognosi (sopravvivenza).
Nel 2010 il numero di persone vive dopo una diagnosi di cancro era di 2.587.347.
Quelle con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni erano il 60% del totale dei pazienti prevalenti nel 2010, pari 1.543.531. Erano invece 918.439 (il 35% del totale) i pazienti la cui diagnosi risaliva a oltre 10 anni.
Questi dati sono molto interessanti perché ci dicono che le persone ancora vive a 10 anni dalla diagnosi sono solamente il 35% del totale, quindi se la matematica non è una opinione la mortalità media per cancro è del 65%.
Attenzione perché si tratta di medie statistiche che interessano vari tipi di tumori tra cui quello ai testicoli (che ha di per sé una guarigione altissima pari al 94%) o quello alla tiroide (la cui guarigione si attesta al 76% anche perché la maggior parte sono sovradiagnosi, ecc.).
Quindi il 35% di sopravvivenza è un valore apparente e del tutto sovrastimato perché nel conteggio totale ci sono tumori che sono guaribilissimi.
Nei registri dei tumori quando una persona viva dopo una diagnosi di tumore non mostra eccessi rilevanti di mortalità rispetto al resto della popolazione si definisce “già guarita”.
E qui viene il bello.
Tale numero ovviamente dipende dalla frequenza della malattia (incidenza), dal tipo di cancro e dalla prognosi (sopravvivenza).
Nel 2010 il numero di persone vive dopo una diagnosi di cancro era di 2.587.347.
Quelle con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni erano il 60% del totale dei pazienti prevalenti nel 2010, pari 1.543.531. Erano invece 918.439 (il 35% del totale) i pazienti la cui diagnosi risaliva a oltre 10 anni.
Questi dati sono molto interessanti perché ci dicono che le persone ancora vive a 10 anni dalla diagnosi sono solamente il 35% del totale, quindi se la matematica non è una opinione la mortalità media per cancro è del 65%.
Attenzione perché si tratta di medie statistiche che interessano vari tipi di tumori tra cui quello ai testicoli (che ha di per sé una guarigione altissima pari al 94%) o quello alla tiroide (la cui guarigione si attesta al 76% anche perché la maggior parte sono sovradiagnosi, ecc.).
Quindi il 35% di sopravvivenza è un valore apparente e del tutto sovrastimato perché nel conteggio totale ci sono tumori che sono guaribilissimi.
Nei registri dei tumori quando una persona viva dopo una diagnosi di tumore non mostra eccessi rilevanti di mortalità rispetto al resto della popolazione si definisce “già guarita”.
E qui viene il bello.
Nel 2010 erano 704.648 le persone “già guarite”, pari al 27% di tutti i prevalenti.
Tradotto significa che mediamente solo il 27% delle persone ammalate di cancro sono considerate realmente guarite!
Se è solo il 27% del totale che si può considerare guarito, cosa è accaduto al rimanente 73%? Nelle donne che hanno avuto una diagnosi di tumore della mammella l’eccesso di mortalità rispetto alla popolazione generale diventa trascurabile solo dopo circa 20 anni dalla diagnosi. Quindi una donna che ha avuto un tumore al seno può considerarsi guarita solo dopo due decadi...
Gli oncologi stimano che solo il 16% delle donne vive dopo un tumore della mammella si possono considerare guarite.[3] E il restante 84%?
Non sono esattamente i dati di mortalità e sopravvivenza che gli esperti ci vengono a raccontare in televisione.
Noi, il gregge disorientato, dobbiamo rimanere ignoranti perché è vietatissimo mettere in discussione il paradigma. Non dobbiamo sapere che oggi si muore sempre di più per il cancro o per le cure ufficiali…
Cosa questa risaputa da parecchio tempo per gli addetti ai lavori.
Tradotto significa che mediamente solo il 27% delle persone ammalate di cancro sono considerate realmente guarite!
Se è solo il 27% del totale che si può considerare guarito, cosa è accaduto al rimanente 73%? Nelle donne che hanno avuto una diagnosi di tumore della mammella l’eccesso di mortalità rispetto alla popolazione generale diventa trascurabile solo dopo circa 20 anni dalla diagnosi. Quindi una donna che ha avuto un tumore al seno può considerarsi guarita solo dopo due decadi...
Gli oncologi stimano che solo il 16% delle donne vive dopo un tumore della mammella si possono considerare guarite.[3] E il restante 84%?
Non sono esattamente i dati di mortalità e sopravvivenza che gli esperti ci vengono a raccontare in televisione.
Noi, il gregge disorientato, dobbiamo rimanere ignoranti perché è vietatissimo mettere in discussione il paradigma. Non dobbiamo sapere che oggi si muore sempre di più per il cancro o per le cure ufficiali…
Cosa questa risaputa da parecchio tempo per gli addetti ai lavori.
Una delle riviste di oncologia più prestigiose al mondo, il “Clinical Oncology”, nel dicembre 2004 ha pubblicato uno studio dal titolo: “Contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni”
Si tratta del più imponente studio osservazionale della durata di ben 14 anni su 227.874 pazienti (72.903 australiani e 154.971 americani) sui 22 tipi di tumori più diffusi.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia.
Lo studio ha concluso che il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza a 5 anni è in Australia del 2,3% e negli Stati Uniti del 2,1%.
“Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione gli autori.
“In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli”.
Ma se la chemioterapia citotossica contribuisce nella sopravvivenza a 5 anni per un misero 2%, cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti? Sono morti? E se sì di chi è la colpa: del cancro o della cura?
Si è liberi di pensare che Big Pharma stia lavorando alacremente per sconfiggere il cancro ma così facendo si è lontanissimi dalla realtà.
Ecco la previsione futura:
Si tratta del più imponente studio osservazionale della durata di ben 14 anni su 227.874 pazienti (72.903 australiani e 154.971 americani) sui 22 tipi di tumori più diffusi.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia.
Lo studio ha concluso che il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza a 5 anni è in Australia del 2,3% e negli Stati Uniti del 2,1%.
“Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione gli autori.
“In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli”.
Ma se la chemioterapia citotossica contribuisce nella sopravvivenza a 5 anni per un misero 2%, cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti? Sono morti? E se sì di chi è la colpa: del cancro o della cura?
Si è liberi di pensare che Big Pharma stia lavorando alacremente per sconfiggere il cancro ma così facendo si è lontanissimi dalla realtà.
Ecco la previsione futura:
“Non più morte, non più sofferenza a causa del cancro entro dieci anni.
Ora siamo sicuri che entro il 2015 il cancro diventerà una malattia cronica”Andrew Von Eschenbach
Ora siamo sicuri che entro il 2015 il cancro diventerà una malattia cronica”Andrew Von Eschenbach
Questa affermazione del dottor Andrew von Eschenbach è inquietante perché a parlare è il Direttore del National Cancer Institute, l’istituto nazionale che si occupa di cancro negli Stati Uniti, e significa inoltre che a certi livelli non si vuole curare il cancro, ma trasformarlo in una condizione cronica per poterla “mantenere” e “curare” nel tempo, possibilmente fino alla morte.
Decine o centinaia di milioni di persone che per tutta la vita faranno cure chemioterapiche “preventive” e/o di “mantenimento” aprono un mercato faraonico unico per le multinazionali farmaceutiche.
Decine o centinaia di milioni di persone che per tutta la vita faranno cure chemioterapiche “preventive” e/o di “mantenimento” aprono un mercato faraonico unico per le multinazionali farmaceutiche.
Vaccini & PILSta accadendo il medesimo risveglio anche nell’ambito vaccinale. Sempre più persone consapevoli infatti stanno obiettando le vaccinazioni pediatriche di massa.
Esattamente come per il cancro questo sta creando un danno economico notevole alle industrie che sono corse immediatamente ai ripari. I media a livello nazionale e locale si stanno sbizzarrendo con articoli-denuncia contro tutti quei medici che fanno ostruzione. E la spada di Damocle (la radiazione) si alza sempre di più sopra la testa dei medici.
Eppure i dati e l’esperienza clinica lo confermano ogni giorno: un bambino allattato al seno della mamma è più sano di un bambino tirato su con latte formulato e un bambino non vaccinato è più sano di uno vaccinato.
Qualunque pediatra onesto intellettualmente e soprattutto umile (cosa sempre più rara), quindi non schiavo del Sistema e dei propri condizionamenti culturali e accademici lo può confermare.
Esattamente come per il cancro questo sta creando un danno economico notevole alle industrie che sono corse immediatamente ai ripari. I media a livello nazionale e locale si stanno sbizzarrendo con articoli-denuncia contro tutti quei medici che fanno ostruzione. E la spada di Damocle (la radiazione) si alza sempre di più sopra la testa dei medici.
Eppure i dati e l’esperienza clinica lo confermano ogni giorno: un bambino allattato al seno della mamma è più sano di un bambino tirato su con latte formulato e un bambino non vaccinato è più sano di uno vaccinato.
Qualunque pediatra onesto intellettualmente e soprattutto umile (cosa sempre più rara), quindi non schiavo del Sistema e dei propri condizionamenti culturali e accademici lo può confermare.
D’altronde non è così strano pensare che i vaccini inoculati in esseri umani (in cui il sistema immunitario non è formato ed è immaturo), contenendo virus, frammenti di DNA fetale (i virus vengono coltivati su linee cellulari di feti umani abortiti) e svariati adiuvanti tossici tra cui l’idrossido di alluminio (metallo pesante) e la pericolosa formaldeide (dichiarato cancerogeno), possano in qualche maniera danneggiare l’organismo scatenando squilibri immunitari (allergie, dermatosi, ecc.) e patologie molto gravi (diabete di tipo-1, autismo, ecc.).
Ma per la casta dei camici bianchi questo problema non esiste: i vaccini sono i farmaci più testati e sicuri che esistano in commercio.
Esatto: testati su milioni di poveri e innocenti animali e certamente sicuri (grazie all’obbligo) per le casse delle case farmaceutiche. Eppure l’articolo 32 della Costituzione sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”…
Il Sistema fa quindi la voce grossa non perché la salute dei bambini interessi a qualcuno, tantomeno alle lobbies, ma perché il business vaccinale non si tocca, e dall’altro i vaccini andando a squilibrare il sistema immunitario in un momento delicatissimo di sviluppo potrebbero predisporre il bambino a patologie future…
Se un’azienda guadagna vendendo droghe e farmaci, produrre un vaccino in grado di rendere le persone sane ha senso secondo voi?
Ma per la casta dei camici bianchi questo problema non esiste: i vaccini sono i farmaci più testati e sicuri che esistano in commercio.
Esatto: testati su milioni di poveri e innocenti animali e certamente sicuri (grazie all’obbligo) per le casse delle case farmaceutiche. Eppure l’articolo 32 della Costituzione sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”…
Il Sistema fa quindi la voce grossa non perché la salute dei bambini interessi a qualcuno, tantomeno alle lobbies, ma perché il business vaccinale non si tocca, e dall’altro i vaccini andando a squilibrare il sistema immunitario in un momento delicatissimo di sviluppo potrebbero predisporre il bambino a patologie future…
Se un’azienda guadagna vendendo droghe e farmaci, produrre un vaccino in grado di rendere le persone sane ha senso secondo voi?
Vaccini e il Global Health Security AgendaUn altro ottimo motivo per cui i vaccini non si devono toccare arriva da Washington.
Secondo un comunicato stampa del 2014 dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Italia nei prossimi cinque anni guiderà le strategie e le campagne vaccinali nel mondo intero. Avete letto bene?
È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA), l’Agenda per la Sicurezza sanitaria globale nata nel febbraio 2014, incontro svoltosi venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e dal Presidente dell’AIFA prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente USA Barack Obama.
“Dobbiamo intensificare - dichiara Pecorelli - le campagne informative in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni.
Quindi tutte le persone che stanno prendendo coscienza sui rischi vaccinali sono dei “fenomeni anti vaccinazioni”.
La ministra Lorenzin (con portafoglio ma senza laurea) dice che: “il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso TUTTE le persone che vivono in Europa”.
La ministra non ha ben compreso, o fa finta di non comprendere, come funziona realmente il Sistema.
Se vogliamo veramente evitare il collasso di tutti i sistemi sanitari nazionali non solo non si devono comprare i vaccini ma ci si deve pure smarcare dai tentacoli di Big Pharma…
I costi abnormi delle cure farmaceutiche (in primis il cancro) stanno facendo affossare le economie dei paesi.
Secondo un comunicato stampa del 2014 dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Italia nei prossimi cinque anni guiderà le strategie e le campagne vaccinali nel mondo intero. Avete letto bene?
È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA), l’Agenda per la Sicurezza sanitaria globale nata nel febbraio 2014, incontro svoltosi venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e dal Presidente dell’AIFA prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente USA Barack Obama.
“Dobbiamo intensificare - dichiara Pecorelli - le campagne informative in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni.
Quindi tutte le persone che stanno prendendo coscienza sui rischi vaccinali sono dei “fenomeni anti vaccinazioni”.
La ministra Lorenzin (con portafoglio ma senza laurea) dice che: “il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso TUTTE le persone che vivono in Europa”.
La ministra non ha ben compreso, o fa finta di non comprendere, come funziona realmente il Sistema.
Se vogliamo veramente evitare il collasso di tutti i sistemi sanitari nazionali non solo non si devono comprare i vaccini ma ci si deve pure smarcare dai tentacoli di Big Pharma…
I costi abnormi delle cure farmaceutiche (in primis il cancro) stanno facendo affossare le economie dei paesi.
Codice europeo sulla trasparenzaDal 30 giugno 2016 circa 200 aziende farmaceutiche hanno iniziato a “svelare” i loro rapporti economici con medici, organizzazioni sanitarie, società scientifiche, strutture sanitarie pubbliche e private, università, associazioni dei malati e privati.
Si chiama Codice europeo sulla trasparenza, detto anche Disclosure Code.
L’Italia si è adeguata a tale codice di trasparenza della Federazione Europea delle Industrie Farmaceutiche [EFPIA], che prevede la pubblicazione online, sui siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria, delle somme elargite ai medici per partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, partecipazioni a congressi, ma anche consulenze, progetti di ricerca e promozione vendite.
Si chiama Codice europeo sulla trasparenza, detto anche Disclosure Code.
L’Italia si è adeguata a tale codice di trasparenza della Federazione Europea delle Industrie Farmaceutiche [EFPIA], che prevede la pubblicazione online, sui siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria, delle somme elargite ai medici per partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, partecipazioni a congressi, ma anche consulenze, progetti di ricerca e promozione vendite.
Al momento il 70% dei medici hanno dato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati, quindi rimane un 30% nascosto alla vista per motivi di privacy. Si tratta ovviamente dei pezzi grossi della medicina e delle istituzioni che prendono più quattrini dalle industrie.
Tuttavia quasi in contemporanea con questo provvedimento, molte aziende aderenti a Farmindustria hanno deciso di sospendere da quest’anno i pagamenti ad operatori sanitari che parlano di farmaci o vaccini a soggetti che possano prescriverli o influenzarne la prescrizione.
Hanno quindi trovato il modo di nascondere al mondo i loro nomi…
I soldi elargiti dalle ricchissime società farmaceutiche sono tanti.
Tuttavia quasi in contemporanea con questo provvedimento, molte aziende aderenti a Farmindustria hanno deciso di sospendere da quest’anno i pagamenti ad operatori sanitari che parlano di farmaci o vaccini a soggetti che possano prescriverli o influenzarne la prescrizione.
Hanno quindi trovato il modo di nascondere al mondo i loro nomi…
I soldi elargiti dalle ricchissime società farmaceutiche sono tanti.
Tra i primi a pubblicare online nomi e importi ricevuti, la Amgen dichiara il 90% di adesioni tra i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo [ovvero studi clinici, non clinici osservazionali], 1,8 milioni per consulenze ad operatori sanitari e 5,2 milioni destinati alla formazione.
Per la Menarini l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni investiti in ricerca e sviluppo e 8,7 milioni di euro per la formazione e 860.000 per le consulenze.
Adesioni al 90% per Sanofi-Pasteur che investe 523.000 euro in ricerca e sviluppo, 128.000 per le consulenze e 423.000 euro per la formazione continua, mentre circa 44.000 euro per far partecipare medici a congressi. Spiccano 27.000 euro elargiti alla Società Italiana di Pediatria.
Da Pfizer Iitalia che ha avuto l’80% di adesioni, sono stati spesi 24 milioni, di cui 5 milioni in ricerca e sviluppo e 1,2 milioni in consulenze.
Da Novartis sono stati spesi 19 milioni di euro.
La Glaxo Smith-Kline ha investito sui medici italiani e sulle organizzazioni sanitarie italiane ben oltre 11 milioni di euro. Di questi solo 5.009.147,63 sono andate nella ricerca e nello sviluppo con il rimanente 54,61% investito in altre attività che non avevano nulla a che fare con la ricerca.
Solo la GSK, a vario titolo ha versato ad alcuni componenti del Teamvaxitalia 5.000 euro e al sito Vaccinarsi.org qualcosa come 24.000 euro.
Per la Menarini l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni investiti in ricerca e sviluppo e 8,7 milioni di euro per la formazione e 860.000 per le consulenze.
Adesioni al 90% per Sanofi-Pasteur che investe 523.000 euro in ricerca e sviluppo, 128.000 per le consulenze e 423.000 euro per la formazione continua, mentre circa 44.000 euro per far partecipare medici a congressi. Spiccano 27.000 euro elargiti alla Società Italiana di Pediatria.
Da Pfizer Iitalia che ha avuto l’80% di adesioni, sono stati spesi 24 milioni, di cui 5 milioni in ricerca e sviluppo e 1,2 milioni in consulenze.
Da Novartis sono stati spesi 19 milioni di euro.
La Glaxo Smith-Kline ha investito sui medici italiani e sulle organizzazioni sanitarie italiane ben oltre 11 milioni di euro. Di questi solo 5.009.147,63 sono andate nella ricerca e nello sviluppo con il rimanente 54,61% investito in altre attività che non avevano nulla a che fare con la ricerca.
Solo la GSK, a vario titolo ha versato ad alcuni componenti del Teamvaxitalia 5.000 euro e al sito Vaccinarsi.org qualcosa come 24.000 euro.
In sostanza, sono state elargite briciole e noccioline in compenso a quanto finanziato dal Ministero della Salute [495.000 euro di soldi pubblici a partire da gennaio 2017] per posizionare il sito Vaccinarsi.org in alto fra i motori di ricerca, in modo che diventi più visibile, e monitorare la rete perché la crescente sfiducia nelle vaccinazioni genera molto timore in taluni venditori di malattia.Anche alla Federazione Italiana dei Medici Pediatri, una sorta di holding mezzo sindacale e mezzo commerciale, sono stati elargiti più di 56.000 euro.[4]
Quindi le lobbies ogni anno destinano svariati milioni di euro a medici, istituzioni sanitarie, associazioni di familiari e a tutti coloro che possono tornare utili a spacciare i loro farmaci.
Quindi le lobbies ogni anno destinano svariati milioni di euro a medici, istituzioni sanitarie, associazioni di familiari e a tutti coloro che possono tornare utili a spacciare i loro farmaci.
ConclusioneI vaccini non si toccano, nonostante i bambini danneggiati crescono sempre più.
I protocolli oncologici non si toccano, nonostante le persone continuino a morire.
Non è così strano quindi venire a sapere che gli opinion leaders, i testimonial prezzolati che in tivù o nelle interviste difendono con ogni mezzo le cure ufficiali per il cancro e naturalmente i vaccini, figurano spessissimo tra i nomi dei collaboratori e consulenti stipendiati delle lobbies...
Può essere onesto e soprattutto credibile un medico che difende i vaccini e/o la chemioterapia per poi farsi pagare profumatamente delle consulenze o dei corsi di formazione (viaggi in paradisi esotici camuffati da aggiornamenti professionali) da quelle stesse società che producono vaccini o chemioterapici?
I protocolli oncologici non si toccano, nonostante le persone continuino a morire.
Non è così strano quindi venire a sapere che gli opinion leaders, i testimonial prezzolati che in tivù o nelle interviste difendono con ogni mezzo le cure ufficiali per il cancro e naturalmente i vaccini, figurano spessissimo tra i nomi dei collaboratori e consulenti stipendiati delle lobbies...
Può essere onesto e soprattutto credibile un medico che difende i vaccini e/o la chemioterapia per poi farsi pagare profumatamente delle consulenze o dei corsi di formazione (viaggi in paradisi esotici camuffati da aggiornamenti professionali) da quelle stesse società che producono vaccini o chemioterapici?
La situazione è così allarmante per l’establishment che a Roma il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, il medico ed ex attore Walter Ricciardi, assieme alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha organizzato per mercoledì 12 ottobre 2016 un corso intitolato: “Vaccini e Vaccinazioni il ruolo dei media nella tutela della salute pubblica”.
Una piccola nota informativa sul Walter Ricciardi va fatta. Il professore che dirige il ISS oltre ad essere membro di numerosi panel è stato il responsabile scientifico del Primo Libro Bianco sull’Health Technology Assessment in Italia e del progetto ViHTA (Valore in Health Technology Assessment), iniziative finanziate da GlaxoSmithKline. Da giugno 2013 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Lilly. La Eli Lilly, una delle multinazionali più attive a livello mondiale nella produzione di vaccini e la creatrice del tristemente noto conservante Thimerosal (a base di mercurio) contenuto fino a poco tempo fa in numerosi vaccini....
Il corso fatto passare per un vademecum dedicato ai giornalisti che si occupano di salute nasconde invece un vero e proprio indottrinamento. Per il Sistema infatti è fondamentale mantenere il controllo globale delle informazioni che circolano.
Una piccola nota informativa sul Walter Ricciardi va fatta. Il professore che dirige il ISS oltre ad essere membro di numerosi panel è stato il responsabile scientifico del Primo Libro Bianco sull’Health Technology Assessment in Italia e del progetto ViHTA (Valore in Health Technology Assessment), iniziative finanziate da GlaxoSmithKline. Da giugno 2013 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Lilly. La Eli Lilly, una delle multinazionali più attive a livello mondiale nella produzione di vaccini e la creatrice del tristemente noto conservante Thimerosal (a base di mercurio) contenuto fino a poco tempo fa in numerosi vaccini....
Il corso fatto passare per un vademecum dedicato ai giornalisti che si occupano di salute nasconde invece un vero e proprio indottrinamento. Per il Sistema infatti è fondamentale mantenere il controllo globale delle informazioni che circolano.
Per quale motivo si è arrivati a dover organizzare un corso gratuito per giornalisti? I giornalisti non dovrebbero essere liberi di scrivere e soprattutto scevri da interessi di qualunque tipo? Non dovrebbero essere il cane da guardia della politica ma anche dei grossi poteri e interessi economici?
Ovviamente no, e il Sistema vacilla e fa acqua da tutte le parti.
Alla fine nonostante tutto l’accanimento mediatico, gli attacchi personali, le accuse, i decreti, le leggi, le radiazioni, gli indottrinamenti dei giornalisti, le coscienze si stanno inesorabilmente svegliando per cui la fine dell’attuale paradigma è segnata.
Tale processo evolutivo è inarrestabile e tutto il vecchio, assieme alle cariatidi aggrappate alle pareti come le cozze sugli scogli, verranno spazzati via dal nuovo che si sta affacciando…
Un nuovo dove al centro di tutto c’è l’Uomo, la sacralità della Vita umana e non gli interessi economici di poche e diaboliche aziende…
Ovviamente no, e il Sistema vacilla e fa acqua da tutte le parti.
Alla fine nonostante tutto l’accanimento mediatico, gli attacchi personali, le accuse, i decreti, le leggi, le radiazioni, gli indottrinamenti dei giornalisti, le coscienze si stanno inesorabilmente svegliando per cui la fine dell’attuale paradigma è segnata.
Tale processo evolutivo è inarrestabile e tutto il vecchio, assieme alle cariatidi aggrappate alle pareti come le cozze sugli scogli, verranno spazzati via dal nuovo che si sta affacciando…
Un nuovo dove al centro di tutto c’è l’Uomo, la sacralità della Vita umana e non gli interessi economici di poche e diaboliche aziende…
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