domenica 31 marzo 2013
Il nuovo presidente della repubblica
L'elezione del prossimo presidente della Repubblica è l'atto politico più importante dei prossimi giorni. L'uomo, o la donna, che salirà al Quirinale condizionerà nel bene e nel male la vita del Paese per sette anni. I presidenti delle Camere e il prossimo presidente del Consiglio sono in transito, hanno il fiato corto, potrebbero arrivare, secondo valutazioni ormai unanimi, al massimo alle prossime elezioni europee della primavera del 2014. Le trattative per un nome condiviso per la presidenza della Repubblica tra pdl e pdmenoelle sono in uno stato avanzato. Il pdl vuole un presidente di garanzia, un salvacondotto per i processi dello psiconano. Il pdmenoelle vuole anch'esso un presidente di garanzia, che lo tuteli dalla prossima bomba ternmonucleare del MPS. Entrambi vorrebbero un presidente "Quieta non movere et mota quietare (Non agitare ciò che è calmo, ma calma piuttosto ciò che è agitato)". Non un Pertini, ma neppure più modestamente un Prodi che cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche. E' necessario un nome nobile e alto che stia appollaiato sul suo ramo ad ascoltare le lodi per la sua indiscutibile alterità che gli arriveranno copiose da giornalisti proni e da politici grati. Io ritengo che il prossimo presidente della Repubblica non debba venire dalla politica, né ricoprire, o aver ricoperto, incarichi istituzionali. Se infatti diventi presidente dell'ABI come Mussari o presidente della Finmeccanica come Orsi, sei comunque parte del gioco, promosso dai partiti. Un foglione di fico e nulla più.
blog di Beppe Grillo
I badanti della democrazia
Il presidente Napolitano ha confermato ieri le nostre posizioni su Parlamento e Governo. In sostanza ha affermato che un governo (mai sfiduciato...) è in carica, sebbene limitato agli affari correnti, e sta operando in collaborazione con il Parlamento, anzi solo previo consenso del Parlamento. Ad esempio la Commissione speciale sta esaminando un provvedimento legislativo di carattere economico per sbloccare pagamenti alle aziende per 40 miliardi di euro con il contributo di tutte le forze politiche, tra cui il M5S, come espressione del Parlamento e non, come è avvenuto negli ultimi anni, attraverso atti di imperio del Governo con ripetuti decreti. In questa fase, infatti, per poter emettere un decreto di urgenza fuori dagli affari ordinari, il Governo deve chiedere l'autorizzazione al Parlamento. Al momento è la miglior soluzione possibile in un Paese che ha visto una serie di Governi che hanno imposto le loro politiche a Parlamenti svuotati di ogni autorità e significato, anche grazie al Porcellum che ha trasformato i parlamentari in "nominati", in yes men. E' necessario ridare al Parlamento la sua centralità. Per farlo è urgente l'istituzione delle Commissioni per l'esame delle proposte di legge. Le Commissioni a più di un mese dal voto non sono ancora state istituite, il risultato è un rallentamento dell'attività legislativa che potrebbe occuparsi da subito di temi come la nuova legge elettorale, il conflitto di interessi, il reddito di cittadinanza, la legge anti corruzione, l'abolizione dell'IRAP.
Chi si oppone alle Commissioni? E perché? Il M5S da settimane sta proponendo la loro formazione immediata nell'indifferenza dei partiti e delle Istituzioni. Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell'inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di "badanti della democrazia", ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta.
blog di Beppe Grillo
venerdì 29 marzo 2013
La vera perdente? L'Europa anti-nazionale
La vera perdente? L'Europa anti-nazionale
di Ida Magli - il Giornale
http://www.italianiliberi.it/Edito13/la-vera-perdente-l-europa-antinazionale.html
A queste elezioni è stato presente un Convitato di pietra, un convitato che ha subìto, in silenzio, una grave sconfitta: l’Europa. Nessuno ne ha parlato, ma il risultato della lista Monti lo grida a gran voce. Monti è il fiduciario dell’Ue, è stato mandato (o chiamato, come si preferisce dire) esplicitamente a mettere in riga l’Italia, in apparenza per la questione del bilancio, ma in realtà perché l’Europa è diventata, con la crisi dell’euro, sempre più dubbiosa sulla fattibilità dell’unificazione e teme che da un giorno all’altro qualcuno degli Stati in difficoltà possa abbandonarla. L’Italia è uno Stato cardine dell’Unione, tanto sul piano concreto quanto su quello simbolico: nessuna Europa unita è possibile senza l’Italia. Tutta l’area del Mediterraneo sarebbe messa in forse da un’eventuale uscita dell’Italia e sicuramente molti Stati a quel punto ne seguirebbero l’esempio.
Tutti discorsi ovvi, è chiaro, ma il problema è che nessuno, né politici né giornalisti, come sempre per quanto riguarda l’Europa, ha affrontato e affronta il discorso. Le analisi sui risultati delle elezioni mancano perciò di una riflessione determinante e in definitiva risultano false.
Sicuramente molti dei voti che Bersani si aspettava e che sono mancati all’appello, sono andati per quest’unico motivo al movimento di Grillo. L’appoggio incondizionato del Pd a Monti ha convinto i suoi elettori che il partito era schiacciato sull’Europa e che, di conseguenza, anche se fosse andato al governo, non sarebbe stato libero di prendere nessuna iniziativa. D’altra parte è chiaro che non si può rappresentare il partito dei lavoratori, degli operai, e affiancarsi alla grande finanza che governa l’Europa. Il partito che oggi si chiama Pd ha una lunga storia alle spalle durante la quale i suoi elettori sono stati sempre fedelissimi, e molti avevano sopportato perfino il terribile 2012 del governo Monti, con i suoi quarantacinque suicidi di piccoli imprenditori e le centinaia di migliaia di disoccupati messi in cassa integrazione o del tutto sul lastrico, ritenendo che si trattasse di stringere i denti in un momento di crisi. La creazione della lista Monti ha fatto capire a tutti (e non soltanto agli elettori del Pd) che erano stati ingannati, che il potere europeo si era installato definitivamente in Italia e che non avrebbe più lasciato la presa.
Non parlare chiaramente del rapporto con l’Ue è stato anche il più grave errore di Berlusconi. Molti dei silenziosi antieuropeisti che bivaccavano nel Pdl se ne sono andati qua e là nelle piccole liste createsi durante il periodo di disintegrazione del partito, ma sarebbero tornati a votare per il Pdl se Berlusconi avesse fatto chiaramente una scelta antieuropeista. L’annullamento del partito di Fini, con la sua scomparsa dal parlamento, la scomparsa dei radicali con la fuoriuscita perfino di Pannella e di Bonino, il quasi annullamento del partito di Casini, sono tutti dovuti al loro dichiarato europeismo e all’abbraccio montiano. La situazione della Lega è più complessa perché le cause che hanno provocato il suo declino sono molteplici, dall’oscuramento della figura di Bossi agli scandali finanziari, ma è indubbio che il vecchio slogan della secessione è diventato con il passare del tempo sempre più logoro perché la presenza dell’Europa ha spinto tutti i cittadini, compresi quelli del nord, a riscoprire l’amore per l’Italia, o perlomeno a preferire lo Stato italiano piuttosto che l’annullamento dell’identità e dell’indipendenza nell’immenso buco nero dell’Europa.
Tutti hanno capito ormai, non soltanto gli Italiani, che nell’Ue gli Stati devono annullarsi e che i governi nazionali diventerebbero, nel momento in cui l’Unione europea riuscisse a formare una vera unione politica, puri fantocci agli ordini di Bruxelles e dell’alta finanza europea e mondiale. La Borsa scende? Ma certo: a chi gioca in Borsa non importa nulla di chi sia a governare uno Stato, ma che ci sia l’occasione per giustificare un po’ di movimento e vendere oggi per ricomprare domani a minor prezzo. Il ministero del Tesoro ha contemporaneamente collocato tutti i titoli emessi: il rischio del “fallimento” degli Stati è una delle più grosse fole messe in circolazione dai mercanti, bugiardi di professione cui da che mondo è mondo è da imbecilli credere.
Sono passati settant’anni da quando è stata progettata l’Ue, con la motivazione di non farsi la guerra. I giovani, tutti i giovani, non soltanto quelli di Grillo, non soltanto quelli italiani, trovano perfino ridicola, assurda un’idea del genere. La guerra? La guerra per conquistare un impero? Il nazismo, il fascismo appartengono alla storia. E la storia è passata sulla testa dei giovani di oggi. È questa la forza degli uomini.
Ida Magli
www.disinformazione.it
Papa Francesco il Gesuita
Messaggio ad un gesuita che si sente francescano
Marcello Pamio - 16 marzo 2013
Francesco Giovanni di Pietro Bernardone, meglio conosciuto come San Francesco d’Assisi visse per 44 anni e portò alla chiesa una primavera di Vita. Sicuramente uno dei grandi illuminati che ha aiutato ad illuminare uno dei periodi più tenebrosi.
Gandhi disse di lui che “ci vorrebbe un S. Francesco ogni cento anni e la salvezza del genere umano sarebbe garantita”. Come non essere d’accordo?
Cosa c’entra San Francesco d’Assisi con il neoeletto papa argentino Jorge Mario Bergoglio, il cui nome d’arte è Francesco I? Assolutamente nulla!
Il papa ha voluto precisare - forse perché sono trapelate alcune indiscrezioni che vedremo più avanti - di essersi ispirato per il nome proprio a Francesco d’Assisi.
Il motivo è presto detto: vuole una “chiesa povera tra i poveri” (1).
Chiesa povera???
Non mi risulta che i poveri indossino abiti come per esempio la casula, mitra, dalmatica pontificale che costano la bellezza di 32.000 euro, portati con estrema disinvoltura dal “papa emerito” Ratzinger.
Le casule indossate al conclave sono state ben 200.
Il camauro, scelto personalmente dal precedente pontefice, era di velluto rosso foderato e bordato di ermellino bianco. Esattamente gli stessi abiti - anche se all’epoca Prada non esisteva - usati dal poverello di Assisi.
L'uomo a capo di una delle istituzioni più sfacciatamente ricche del pianeta, che tira in ballo uno dei più grandi Uomini che siano mai apparsi all’umanità, l'Uomo che ha abbandonato tutte le ricchezze materiali per abbracciare il vangelo del Cristo, è non solo una stortura ma una offesa a tutte le persone che vivono realmente nella povertà e a tutte quelle persone che cercano di migliorare la condizione di tante persone più sfortunate. Certamente tantissimi uomini di vera fede stanno vivendo esattamente questo ogni giorno nelle baraccopoli del sud del mondo, o meglio, ai confini del mondo, ma non certo quelli del vaticano.
Ora il nuovo papa vuole una “chiesa povera tra i poveri”, quindi sicuramente metterà all’asta tutte le ricchezze fantasmagoriche che lo stato del vaticano in migliaia di anni ha accumulato, compreso i soldi depositati nei diversi paradisi fiscali, il tutto per aiutare a risolvere la fame e la povertà del mondo intero. Bellissimo quando irrealizzabile.
E’ molto più probabile che Jorge Mario Bergoglio ha scelto il nome Francesco, non per ricordare il santo d’Assisi, ma per onorare Francesco de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, detto Francesco Saverio.
Una conferma arriva dal gesuita Giovanni La Manna presidente del Centro Astalli di Roma che in una intervista, dice letteralmente: “ho pensato immediatamente a questo riferimento, al nostro Francesco Saverio, che è un santo fondamentale per i gesuiti. Ha speso una vita intera nella sua missione di evangelizzazione” (2)
Francesco Saverio è stato un gesuita e missionario spagnolo del 1500 e uno dei primi testimoni della Compagnia di Gesù oltreché uno dei fondatori.
Papa Gregorio XV, lo stesso giorno, e cioè il 12 marzo 1622 canonizzò Francesco Saverio assieme al fondatore storico e riconosciuto dei gesuiti: Ignazio di Loyola!
Paragonare il gesuita Francesco Saverio con San Francesco d’Assisi equivale a bestemmiare in chiesa.
Ma chi sono i gesuiti?
Dopo circa 2000 anni di storia, per la prima volta, un militare siede nel trono papale.
L’Ordine dei Gesuiti o semplicemente la Compagnia dei Gesuiti è una organizzazione potentissima, strutturata come una milizia o esercito. Si considerano l’esercito del Cristo.
L’obbedienza verso il diretto superiore è pressoché totale e il comandante è definito come Superiore Generale.
I gesuiti prestano totale obbedienza al padre generale, detto anche “papa nero” che attualmente è Adolfo Nicolàs. Il nero è perché il generale veste sempre di quel colore, ma anche per indicare che è nell’ombra del Papa bianco…
Ora il papa bianco è uno di loro.
La Compagnia fin dall’inizio venne usata dal Vaticano per contrastare i vari movimenti di Riforma e protesta e per “evangelizzare”, diciamo così, le masse.
Oggi l’Ordine conta circa 19.000 membri e controlla/lavora con un altro gruppo quello dell’Ordine Militare di Malta che ha circa 12.500. Se a questi aggiungiamo i 26.000 membri dell’Opus Dei si ha un vero e proprio esercito.
Per comprendere la potenza di queste istituzioni poco conosciute, il Sovrano Militare Ordine di Malta è un osservatore permanente alle Nazioni Unite, intrattiene rapporti diplomatici con oltre 100 paesi e la sua sovranità è riconosciuta da 105 stati del mondo.
L’iniziazione gesuitica
Nella Compagnia la disciplina è assolutamente ferrea.
Ogni singolo allievo deve fare degli esercizi spirituali che conducono alla vita occulta attraverso la volontà e il tutto tramite una severissima disciplina, che si potrebbe chiamare un vero e proprio addestramento.
Nessuno viene ammesso agli effettivi gradini superiori del gesuitismo se non ha sperimentato nella propria anima la trasformazione totale di questi esercizi spirituali.
Esercizi occulti che rendono l’adepto schiavo della Compagnia per tutta la vita.
Padre Giovanni La Manna dice candidamente nell’intervista detta prima, che “chi è stato gesuita per anni non può cancellare le sue origini”.
Dire che il gesuita non può cancellare le proprie origini è un modo edulcorato per dire che un gesuita non può uscire dalla Compagnia perché la propria anima è stata per così dire incatenata a seguito della potente iniziazione.
Nel libro “Da Gesù a Cristo”, il filosofo Rudolf Steiner spiega nel dettaglio l’iniziazione occulta che i gesuiti devono passare, spiegando le immagini che per diverse settimane devono forzatamente vivere nella loro anima, nel totale abbandono e isolamento. Queste immagini hanno esattamente la funzione di trasformare e modificare la loro anima.
Un’azione diretta e profondissima sulla volontà fa sì che l’allievo si astragga da tutto il resto votandosi solamente all’idea che “il re Gesù deve diventare il dominatore della terra”.
Loro sono una milizia, la milizia di Gesù. Con questa idea estrema, marchiata a caldo nell’anima, i gesuiti si avvalgono di qualsiasi mezzo, legale e illegale, per servire e realizzarla.
Quando però la volontà diventa tanto forte per mezzo degli esercizi spirituali occulti, la volontà acquista anche la capacità di agire a sua volta direttamente sugli altri...
Stiamo assistendo a questo da oltre 500 anni.
Papa Francesco I e la dittatura argentina
Il nuovo papa è da anni accusato di essere stato colluso con la dittatura militare argentina.
Dittatura iniziata da Jorge Rafael Videla che sterminò oltre 9000 persone senza tenere conto dei 30.000 desaparecidos, molti dei quali finirono gettati nell’Oceano dagli aerei. Nella foto a sinistra il futuro papa che da la comunione al criminale (a destra Videla assieme a Pio Laghi).
Videla è stato condannato a due ergastoli e 50 anni di galera per violazione dei diritti umani.
Un libro “L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina” di Horacio Verbistky elenca quelle che sarebbero le prove di tale connivenza.
Nel 1976, all’età di 36 anni il gesuita Mario Bergoglio divenne il più giovane Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Tutti i sacerdoti gesuiti erano sotto le sue dipendenze.
Durante la dittatura militare, Bergoglio avrebbe svolto attività politica nella Guardia di Ferro, un’organizzazione della destra peronista.
Non sappiamo se tali denunce sono fondate oppure no, ma a parte questo, cosa c’è di nuovo all’orizzonte? Nulla, perché da che mondo e mondo, una parte dell’istituzione ecclesiastica, quella collusa con la massoneria e i potentati finanziari internazionali, ha sempre spalleggiato i vari regimi dittatoriali e militari sparsi nel mondo.
In questo preciso momento storico, alla chiesa - intesa come istituzione gerarchica umana, che nulla ha di spirituale - serviva dare una importante svolta mediatica. La crisi per il vaticano è su tutti i livelli, ad eccezione di quello economico ovviamente.
La realtà molto probabilmente è la seguente: le chiese si stanno svuotando giorno dopo giorno, gli scandali della pedofilia hanno lasciato un vergognoso marchio indelebile, come pure gli scandali economico-finanziari, per non parlare della crisi di vocazione degli stessi preti.
Per non perdere ulteriormente potere, soldi ma soprattutto controllo sulle masse, cosa fare, tenuto conto che il pontificato del pastore tedesco ha aiutato l’aggravamento e la sfiducia generali? Cambiare papa e far sedere nel trono di Pietro, uno che dia speranza di rinnovamento. L’illusione del cambiamento che non potrà mai avvenire, tanto meno da un gesuita!
L’idea è strepitosa e il nome Francesco è a dir poco geniale.
Una persona umile, modesta, che arriva dalla “fine del mondo”, un povero che gira in metropolitana, balla il tango, paga il conto di tasca propria e che ha avuto addirittura una fidanzatina. A quando il parlare agli uccelli e ammansire i lupi?
Ma cosa volete di più?
La fiaba è perfetta e come in tutte le fiabe che si rispettino, alla fine: “vivranno tutti (i ricchi in vaticano) felici e contenti”.
“Se volete seguirmi, vendete ciò che possedete e il ricavato datelo ai poveri”, così ha detto ma soprattutto fatto, il vero e unico San Francesco d’Assisi.
[1] http://terni.corriere.it/news.shtml?news=OPG78310
[2] “Papa Bergoglio, il primo gesuita a salire sul soglio di Pietro” http://www.huffingtonpost.it/2013/03/13/papa-gesuita-intervista-padre-giovanni-la-manna_n_2870717.html?utm_hp_ref=italy
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giovedì 28 marzo 2013
Chi ci spia e censura l'informazione
Chi ci spia nella rete tra blog e social media
Visible Tecnologies è una società specializzata nel monitoraggio dei siti web 2.0. I suoi software sono capaci di scansionare più di mezzo milione di siti al giorno, esaminando più di un milione di post su blog e social network quali Flickr, YouTube, Twitter e anche le recensioni su Amazon. Rimangono per ora esclusi i social network a carattere ‘chiuso’, come Facebook. Selezionando le parole-chiave che lo interessano, l’utente riceve aggiornamenti personalizzati sui contenuti dei siti sotto osservazione. Inoltre, il Visible etichetta ogni post come positivo o negativo ed esamina quanto sia influente una conversazione o un autore. È possibile anche inoltrare i post ai colleghi e permettere loro di rispondere attraverso un’interfaccia web. Attualmente, Visible Tecnologies è al lavoro per conto di diverse multinazionali, tra cui Dell, AT&T e Verizon. Per Microsoft, sta monitorando le reazioni al lancio di Windows 7, mentre per la Hormel, produttrice della storica carne in scatola Spam, sta tracciando le campagne online degli animalisti contro la compagnia. Ma Visible Tecnologies non è solo al servizio dello spionaggio privato. Infatti, secondo l’ad Dan Vetras ora tra i clienti finali c’è anche la CIA, la quale peraltro ha investito nella software house attraverso la sua società In-Q-Tel, che si occupa di sviluppare e procurare tecnologie per l’intelligence. La In-Q-Tel ha affermato di voler utilizzare Visible Tecnologies per tenere traccia dei social media stranieri.
Scritto il 31/10/10 alle 21:25 | Permalink
fonte: l'Espresso blog
mercoledì 27 marzo 2013
Il disastro Italiano non ha padri
Immagine: Particolare di Saturno che divora i suoi figli, di Francisco Goya
Le nuove generazioni sono senza padri, sono figlie di NN, dal latino "Nomen nescio : nome non conosco". Sulle loro carte di identità, sui loro documenti di lavoro, nei libretti universitari alla voce "figlio di" risulta la sigla NN, figlio di nessuno, figlio della colpa, figlio di padre ignoto, figlio di vecchi puttanieri che si sono giocati ogni possibile lascito testamentario indebitando gli eredi. Non ci sono però responsabili conclamati della miseria, della mancanza di un futuro, di una qualunque prospettiva a cui sono stati condannati questi ragazzi. Nessuno ammette responsabilità di sorta. E' opera del destino cinico e baro, dello Spirito Santo, della moderna divinità chiamata mercato che si manifesta all'improvviso come un nume iroso che chiede sacrifici umani. Lo sfascio ha origini soprannaturali, non è causa dei dilettanti, cialtroni, delinquenti che hanno smontato con determinazione e scientificità lo Stato italiano negli ultimi vent'anni. Quei padri che rifiutano ogni addebito del disastro nazionale, che percepiscono però vitalizi e doppie pensioni, gente canuta che non ha mai avuto il problema della disoccupazione e del pane quotidiano, è ancora qui, ancora a spiegarci come e perché siano le nuove gen
martedì 26 marzo 2013
Non vedo, non sento, non parlo
"L'utilità di una forza fuori del sistema in Parlamento si è palesata sin dalla prima settimana di insediamento. Il MoVimento 5 stelle ha rivelato l'esistenza di una delibera parlamentare, secondo la quale è obbligatorio da parte dei nuovi gruppi parlamentari,assumere personale che già ha prestato servizio per i partiti. Laura Castelli del M5s ha rivelato che i gruppi parlamentari devono destinare il 55% del budget, a loro destinato per l'assunzione di collaboratori, alla scelta di persone contenute in due elenchi nei quali vi è l'indicazione solo del nome e cognome, mancando, molte volte anche indicazione del loro curriculum vitae. La Castelli rivela che "si tratta di ex dipendenti di partito, che qualcuno vuole che ritornino in Parlamento". La delibera è stata adottata dalla Camera lo scorso Dicembre e obbliga i gruppi parlamentari ad assumere queste persone senza concorso. Martina Proietti ha realizzato una inchiesta per la trasmissione "L'ultima parola" intervistando Rosy Bindi (Pd), che all'epoca era all'ufficio della Presidenza della Camera. "Non ho visto mai nulla, chieda ai questori" - risponde irritata il deputato Pd - "Se uno non vuol parlare, non parla perché le ho già risposto. Io non ho mai visto questa delibera, frutto dell'opera dei questori. A noi non è mai arrivato niente!" Segnalazione da net1news
Postato il 25 Marzo 2013 alle 20:25 in Minipost | Scrivi |
La porcata di fine legislatura
Roberta Lombardi, capogruppo M5S alla Camera, ieri sera alle 20, ha presentato una video-relazione della giornata trascorsa nei palazzi tra riunioni e incontri, in cui smaschera la porcata di fine legislatura. Di seguito l'estratto del suo intervento.
"Ieri alle 17 si è tenuta la riunione dei capigruppo con tre atti da approvare in tempi brevi per scadenze di legge o per urgenza. Visto che le commissioni non partono per problemi di poltrone, si deve istituire una Commissione speciale. L'atto più importante è la relazione al Parlamento del Governo sull'allentamento del vincolo di bilancio e la revisione (in negativo) dei saldi di finanza pubblica, per un futuro decreto legge che stanzi i soldi creati con nuovo debito pubblico, per i pagamenti dei crediti delle imprese verso la PA.
Si tratta di 40 miliardi: 20 miliardi per il 2013 e 20 per il 2014. Bisogna allentare il Patto di stabilità per un decreto legge visto che la materia è urgente. Fermo restando che siamo assolutamente a favore del pagamento dei crediti alle PMI, non ci hanno convinto due punti della relazione di Grilli.
Il primo: "una parte dei pagamenti alle imprese confluirà immediatamente al sistema creditizio [..] se da un lato questo aspetto diminuisce l'impatto sul sistema economico, dall'altro contribuisce a ridurre le tensioni all interno del sistema creditizio. [...] si attende una riduzione dei tassi d interesse alla clientela e un'attenuazione delle tensioni sull'offerta di credito.". Ossia: i cittadini prendono un impegno per 40 miliardi di debito pubblico, di cui una parte (nessuno sa quanta) andrà direttamente alle banche e da questa generosa, ennesima, regalìa ci si aspetta che subito erogheranno prestiti e finanziamenti alle PMI italiane. L'esperienza di questi anni ci ha reso cauti sugli effetti nell'economia reale dei finanziamenti alle banche.
L'altro punto: "gli interventi programmati prevedono il pagamento di una quota dei debiti relativi alle spese di investimento nell'ordine dello 0,5 punti percentuali di PIL, per cui il livello programmatico dell'indebitamento netto per l'anno 2013 si dovrebbe attestare al 2,9% del PIL, rispettando in tal modo i vincoli di bilancio imposti a livello europeo". Il 2,9% del PIL, come indebitamento netto, è sotto il famoso 3% del rapporto deficit/PIL. Ossia con questo decreto legge, approvato dal Consiglio dei Ministri, presentato in una Commissione speciale che avrà 3 - 4 giorni per curarne la fase istruttoria, presentarlo in aula e votarlo velocemente, ci stiamo giocando tutto l'indebitamento che possiamo stanziare per la crescita per il 2013 e per il 2014. Un decreto fatto in fretta e furia nelle segrete stanze come è solita fare la politica per una porcata di fine legislatura.
Noi ci siamo opposti. Questa questione deve venire in aula e seguire un iter normale. Chiediamo alla presidente Boldrini di istituire le Commissioni permanenti e permettere il dibattito in aula in sedute pubbliche, di modo che tutti possano capire cosa sta succedendo con i soldi dei cittadini." Roberta Lombardi, capogruppo portavoce del M5S alla Camera
lunedì 25 marzo 2013
Europa dei Popoli: Entrate, abolito il segreto bancario - ECONOMIA
Europa dei Popoli: Entrate, abolito il segreto bancario - ECONOMIA: Entrate, abolito il segreto bancario - ECONOMIA ------------L'avete voluta la bicicletta ? adesso pedalate !
domenica 24 marzo 2013
Manifestazione PDL
Manifestazione PDL, i "figuranti" per riempire la piazza - video
Un'agenzia ha assoldato persone pagate dieci euro ciascuna per scendere in piazza.
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Come tutti sanno, ieri è stata la giornata della manifestazione del PDL a Roma in sostegno a Silvio Berlusconi e contro "l'accanimento dei giudici" nei suoi confronti. A seguito dell'evento molte le foto che ritraevano una piazza piena di gente. Ma sotto sotto si scopre anche che i manifestanti non erano tutti mossi da un istinto, per così dire, "spontaneo".
Come mostra il servizio esclusivo di Repubblica "Un'agenzia, la Aba.Video, ha reclutato persone, pagate dieci euro ciascuna, per la manifestazione pro Silvio Berlusconi in piazza del Popolo. Quasi nessuno lo ha votato, quasi nessuno è militante del partito. In molti hanno lavorato invece come figuranti, grazie all'agenzia, presso programmi Rai. Per l'occasione a Roma tre pullman con 50 persone ciascuno, mentre altri sono partiti all'alba da Milano"
Ed ecco quindi svelata la "sentita" partecipazione dei manifestanti del PDL...
venerdì 22 marzo 2013
mercoledì 20 marzo 2013
lunedì 18 marzo 2013
Qui giace l'euro
20/AGO/2012
L'EURO E' LA TOMBA DELL'EUROPA...
Einaudi diceva: “io non voglio la dissoluzione dei singoli Stati ma auspico una federazione Europea dotata di varie libertà, soprattutto, economiche”.
Su questa falsariga economisti e politologi autorevoli, indipendenti e di diverso colore ideologico, hanno chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un’ ESPLOSIONE INCONTROLLATA. Si tratterebbe di uno “smantellamento concertato” che per noi Italiani porterebbe non solo turbolenze immediate (la Lira perderebbe il 35% del suo valore), ma anche benefici come ad es. più COMPETITIVITÀ e nuovi posti di lavoro. L'avvento dell'euro ha accresciuto povertà e diseguaglianze, e ora vogliono farci credere che senza l'euro non possiamo vivere. Non è vero! L'euro è la vera tomba dell'Europa. Si può stare in Europa anche senza la cosiddetta moneta unica, che unica non è, come Regno unito e Polonia, hanno dimostrato. Il fatto che almeno 5 paesi su 17 stanno avendo grossi problemi con l'euro, significa che questa moneta non è adatta a loro. Per l'Italia con 2000 mld di debito ed una moneta non sovrana, significa rimanere per lunghissimo tempo sotto scacco.
BISOGNA RITORNARE ALLA MONETA SOVRANA NON CI SONO ALTERNATIVE.
Con la moneta sovrana nessuno deve prestare soldi allo stato italiano visto che esso è fonte del denaro. Lo stato, cioè, si stampa la moneta. Di conseguenza lo stato non ha alcun bisogno che qualcun altro gli presti la moneta. Se la Grecia esce dall'euro, significa che il sistema "euro" perde pezzi e questo già sta accadendo, oggi la divisa europea è scesa di molto sul dollaro, a febbraio eravamo a 1,35 oggi 1,25.
L'avvento dell'euro ha accresciuto povertà e diseguaglianze, e ora vogliono farci credere che senza l'euro non possiamo vivere. Allora come abbiamo fatto a vivere fino al 2002? L'euro è la tomba dell'Europa.
Pertanto se la Grecia esce, l'euro perderà ancora più credibilità internazionale, quindi si deprezzerà ancora di più e quindi non credo che le dracme saranno carta straccia, come non credo lo saranno le lire, anzi credo che dopo un breve periodo di shock, la lira si può perfino apprezzare sull'euro. Non sarà l'Italia a perdere l'euro, ma sarà l'euro a perdere l'Italia e questo lo porterà alla sua morte certa!
Chi fa previsioni apocalittiche sull'uscita dell' Italia dall'euro, non ha capito, o fa finta di non capire, che dopo l'uscita dell'Italia (e di altre nazioni), dall'Euro, non è l'Italia a non esistere più, ma bensì è l'Euro stesso. La dotazione di nuove divise, sarà una logica conseguenze. le nazioni non muoiono mai, le divise sì! E' questo che li terrorizza, è questo che terrorizza principalmente gli eurocrati che hanno costruito il loro potere su questa divisa falsa, che non rappresenta, per eccesso o per difetto, nessuna economia nazionale. E' un medio comun denominatore di tutto, ma nel contempo di niente. Le che non rappresentano l'economia reale ma che nascono da mere operazioni algebriche, sono false e sono quindi destinate a morire. Chi dice il contrario, chi paventa scenari catastrofici, vuole solamente mascherare il bluff che c'è dietro.
Cosa fare? E’ a questo punto della storia che entriamo in gioco noi CITTADINI, come? SFANCULANDO la Bce! In che modo? Mettendo in minoranza i maggiori partiti italiani ed organizzandoci nei Circoli Operai oppure eleggendo in parlamento RAPPRESENTANTI veri che, perentoriamente, dichiarino e dimostrino urbi et orbi: di non essere collusi e sostenitori di questo sistema capitalista … Draghi e tutta la BCE sono ABUSIVI. Tutti hanno il proprio portafoglio, persino i bambini. Il fatto che le Nazioni non lo abbiano e debbano farsi prestare soldi dalle banche, indica solo una cosa, ossia che l'Unione Europea non è una unione di Nazioni, ma una unione fatta dalle Banche per FREGARE gli Stati. Il debito pubblico non è una colpa bensì una entità contabile.
L'EURO E' LA TOMBA DELL'EUROPA... e i partito come PD, PDL, Monti e Casini ne sono i becchini, ma non solo dell'Europa ma anche dell'Italia.
fonte parziale excubias
La CNN annuncia la fine dell’euro...
“It’s time to break-up the Euro”
(“E’ tempo di dividere l’Euro”)
Ci siamo! Oggi anche la CNN ha pubblicato un articolo online dal titolo “It’s time to break-up the Euro” (“E’ tempo di dividere l’Euro”) dove prevede, una fine imminente (tenuta segreta!) della moneta unica europea.
Roger Bootle, l’economista d'oltreoceano che ha già previsto, a suo tempo e con ampio anticipo, il “crash” del mercato “dot.com” e poi quello del mercato immobiliare dà come “inevitabile" l’uscita organizzata dall'Euro e la creazione di almeno due monete europee, una per l’area periferica (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, ormai conosciuti come i paesi “PIIGS”), e una per l’area delle economie europee forti, con la Francia libera di decidere per quale moneta optare.
La cosa più inquietante è che Bootle prevede che l’operazione sarà tenuta segreta, anche per renderla più efficace. Se ne deduce che potrebbe essere già in atto! La sua opinione non è isolata e prende linfa da esempi del passato (tipico quello dell’Argentina) e dall'utilizzo di modelli previsionali complessi, oltre che dalla sua esperienza e capacità ampiamente riconosciute nel mondo. La CNN lo presenta come un “Nostradamus” dell’economia. Già da tempo sono numerosi gli economisti che predicano la fine della moneta, o almeno il riallineamento del suo valore sul mercato internazionale. In particolare, la CNN cita l’anziano economista Allan Meltzer (84 anni, autore di numerosi saggi tra cui la storia della banca centrale degli USA) che predica da tempo che il problema non è il debito dei paesi periferici ma il differenziale di competitività, il quale già da solo presuppone una moneta con un valore diverso da quella dei paesi strutturalmente competitivi.
fonte :excubias
Secondo Bootle, il PIL dei paesi periferici si contrarrebbe solo per alcuni mesi, al massimo un anno, per poi ripartire a crescere in maniera molto più robusta, evitando dunque una persistenza sine die dell’odierna crisi, che evidentemente non è solo finanziaria e prodotta da squilibri legati al debito, ma prodotta proprio dai fondamentali dell’economie periferiche d’Europa, quali la produttività e la competitività.
Dopo la recente (e troppo tardiva) disponibilità della BCE a comprare titoli di stato dei paesi in difficoltà, finalmente accettata finanche dalla Merkel e le istituzioni tedesche, solo una svalutazione dell’Euro, anche nella forma di moneta unica, può salvare adesso l’unità monetaria europea. Che i capi di governo lo vogliano o no, dovranno scegliere: o accettare la svalutazione dell’Euro odierno (probabilmente fino alla parità con il dollaro e oltre), oppure creare, come predica Bootle, una o più monete europee con un grande “spin-off” pilotato, con nuove monete svalutate a seconda del paese.
domenica 17 marzo 2013
Questo Papa
Questo cardinale poteva essere papa!
Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, presidente dei vescovi argentini, nonché tra i più votati, un anno fa, nel conclave Vaticano che ha scelto il successore di Giovanni Paolo II, è accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò novemila persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo 1976, sono racchiuse nel libro L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, del giornalista argentino Horacio Verbitsky, che da anni studia e indaga sul periodo più tragico del Paese sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi attraverso ricerche serie e attente.
I fatti riferiti da Verbitsky. Nei primi anni Settanta Bergoglio, 36 anni, gesuita, divenne il più giovane Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Entrando a capo della congregazione, ereditò molta influenza e molto potere, dato che in quel periodo l’istituzione religiosa ricopriva un ruolo determinante in tutte le comunità ecclesiastiche di base, attive nelle baraccopoli di Buenos Aires. Tutti i sacerdoti gesuiti che operavano nell’area erano sotto le sue dipendenze. Fu così che nel febbraio del ’76, un mese prima del colpo di stato, Bergoglio chiese a due dei gesuiti impegnati nelle comunità di abbandonare il loro lavoro nelle baraccopoli e di andarsene. Erano Orlando Yorio e Francisco Jalics, che si rifiutarono di andarsene. Non se la sentirono di abbandonare tutta quella gente povera che faceva affidamento su di loro.
La svolta. Verbitsky racconta come Bergoglio reagì con due provvedimenti immediati. Innanzitutto li escluse dalla Compagnia di Gesù senza nemmeno informarli, poi fece pressioni all’allora arcivescovo di Buenos Aires per toglier loro l’autorizzazione a dir messa. Pochi giorni dopo il golpe, furono rapiti. Secondo quanto sostenuto dai due sacerdoti, quella revoca fu il segnale per i militari, il via libera ad agire: la protezione della Chiesa era ormai venuta meno. E la colpa fu proprio di Bergoglio, accusato di aver segnalato i due padri alla dittatura come sovversivi. Con l’accezione “sovversivo”, nell’Argentina di quegli anni, venivano qualificate persone di ogni ordine e grado: dai professori universitari simpatizzanti del peronismo a chi cantava canzoni di protesta, dalle donne che osavano indossare le minigonne a chi viaggiava armato fino ai denti, fino ad arrivare a chi era impegnato nel sociale ed educava la gente umile a prendere coscienza di diritti e libertà. Dopo sei mesi di sevizie nella famigerata Scuola di meccanica della marina (Esma), i due religiosi furono rilasciati, grazie alle pressioni del Vaticano.
Botta e risposta. Alle accuse dei padri gesuiti di averli traditi e denunciati, il cardinal Bergoglio si difende spiegando che la richiesta di lasciare la baraccopoli era un modo per metterli in guardia di fronte a un imminente pericolo. Un botta e risposta che è andato avanti per anni e che Verbitsky ha sempre riportato fedelmente, fiutando che la verità fosse nel mezzo. Poi la luce: dagli archivi del ministero degli Esteri sono emersi documenti che confermano la versione dei due sacerdoti, mettendo fine a ogni diatriba. In particolare Verbitsky fa riferimento a un episodio specifico: nel 1979 padre Francisco Jalics si era rifugiato in Germania, da dove chiese il rinnovo del passaporto per evitare di rimetter piede nell’Argentina delle torture. Bergoglio si offrì di fare da intermediario, fingendo di perorare la causa del padre: invece l’istanza fu respinta. Nella nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, c’è scritto: “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è stato detenuto nell’Esma”. Poi termina dicendo che la fonte di queste informazioni su Jalics è proprio il Superiore provinciale dei gesuiti padre Bergoglio, che raccomanda che non si dia corso all’istanza. E non finisce qui. Un altro documento evidenzia ancora più chiaramente il ruolo di Bergoglio: “Nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la Compagnia Argentina non ha fatto pulizia al suo interno. I gesuiti furbi per qualche tempo sono rimasti in disparte, ma adesso con gran sostegno dall’esterno di certi vescovi terzomondisti hanno cominciato una nuova fase”. È il documento classificato Direzione del culto, raccoglitore 9, schedario B2B, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9. Nel libro di Verbitsky sono pubblicati anche i resoconti dell’incontro fra il giornalista argentino e il cardinale, durante i quali quest’ultimo ha cercato di presentare le prove che ridimensionassero il suo ruolo. “Non ebbi mai modo di etichettarli come guerriglieri o comunisti – affermò l’arcivescovo – tra l’altro perché non ho mai creduto che lo fossero”.
Ma… Ad inchiodarlo c’è anche la testimonianza di padre Orlando Yorio, morto nel 2000 in Uruguay e mai ripresosi pienamente dalle torture, dalla terribile esperienza vissuta chiuso nell’Esma. In un’intervista rilasciata a Verbistky nel 1999 racconta il suo arrivo a Roma dopo la partenza dall’Argentina: “Padre Gavigna, segretario generale dei gesuiti, mi aprì gli occhi – raccontò in quell’occasione – Era un colombiano che aveva vissuto in Argentina e mi conosceva bene. Mi riferì che l’ambasciatore argentino presso la Santa Sede lo aveva informato che secondo il governo eravamo stati catturati dalle Forze armate perché i nostri superiori ecclesiastici lo avevano informato che almeno uno di noi era un guerrigliero. Chiesi a Gavigna di mettermelo per iscritto e lo fece”. Nel libro, inoltre, Verbistky spiega come Bergoglio, durante la dittatura militare, abbia svolto attività politica nella Guardia di ferro, un’organizzazione della destra peronista, che ha lo stesso nome di una formazione rumena sviluppatasi fra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, legata al nazionalsocialismo. Secondo il giornalista, l’attuale arcivescovo di Buenos Aires, quando ricoprì il ruolo di Provinciale della Compagnia di Gesù, decise che l’Università gestita dai gesuiti fosse collegata a un’associazione privata controllata dalla Guardia di ferro. Controllo che terminò proprio quando Bergoglio fu trasferito di ruolo. “Io non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”, incalza Verbitsky. “Lui agisce con il tipico stile di un politico. È in relazione costante con il mondo politico, ha persino incontri costanti con ministri del governo”.
Oggi. Nonostante non abbia mai ammesso le sue colpe, il presidente dei vescovi argentini ha spinto la Chiesa del paese latinoamericano a pubblicare una sorta di mea culpa in occasione del 30esimo anniversario del colpo di Stato, celebratosi lo scorso marzo. “Ricordare il passato per costruire saggiamente il presente” è il titolo della missiva apostolica, dove viene chiesto agli argentini di volgere lo sguardo al passato per ricordare la rottura della vita democratica, la violazione della dignità umana e il disprezzo per la legge e le istituzioni. “Questo, avvenuto in un contesto di grande fragilità istituzionale – hanno scritto i vescovi argentini – e reso possibile dai dirigenti di quel periodo storico, ebbe gravi conseguenze che segnarono negativamente la vita e la convivenza del nostro popolo. Questi fatti del passato che ci parlano di enormi errori contro la vita e del disprezzo per la legge e le istituzioni sono un’occasione propizia affinché come argentini ci pentiamo una volta di più dai nostri errori per assimilare l’insegnamento della nostra storia nella costruzione del presente”.
Tanti tasselli, quelli raccolti dal giornalista argentino nel suo libro che ci aiutano a vedere un po’ meglio in un mosaico tanto complesso quanto doloroso della storia recente di Santa Romana Chiesa.
Stella Spinelli
Riguardo a questo post sul nuovo Papa Jorge Mario Bergoglio tratto dal sito di Don Vitaliano
Fonte Cache Don Vitaliano Della Sala
Fonte Don Vitaliano Della Sala
Papa Francesco
Vorrei dire una parola (per me finale) sul caso Bergoglio/Verbitsky/Esquivel.
In Argentina, durante la dittatura, vi furono padri che denunciarono i figli, convinti che una lavata di capo avrebbe fatto loro bene. È successo decine di volte. Oggi i figli sono desaparecidos e molti padri sono morti suicidi, disperati per non aver compreso in tempo la perversione di quel regime che torturava, assassinava, stuprava, faceva sparire i corpi, rapiva i bambini, li privava d’identità in nome dell’Occidente cristiano. Torturava in nome della croce e spesso erano i preti stessi a torturare, uccidere o assolvere con la loro partecipazione chi torturava e uccideva.
Ho sostenuto dall’inizio: se la Chiesa argentina nel suo insieme non può non essere condannata, non può bastare un singolo episodio poco chiaro per condannare il giovane Padre Bergoglio al marchio del complice. In un’ipotetica inchiesta sul caso dei due gesuiti Yorio e Jalics, il provinciale dei gesuiti dell’epoca sarebbe probabilmente rinviato a giudizio, ma poi uscirebbe assolto dal processo.
Ha gioco facile quindi Padre Lombardi a difenderlo, anche se liquidare i critici come “sinistra anticlericale” non gli fa onore. In particolare appare puerile l’ennesimo tentativo di occultare il fatto che troppi, non solo nella curia porteña ma anche Oltretevere, sapevano del genocidio e se non approvarono, di sicuro non mossero un dito. Ci sono lecarte. Horacio Verbitsky resta uno dei più scrupolosi giornalisti investigativi al mondo. Emilio Mignone, che è morto e non può difendersi, meriterebbe di essere fatto santo per il ruolo che ha svolto in difesa dei diritti umani in Argentina. Ilcomunicato dei gesuiti tedeschi firmato Jalics poi, pubblicato in tedesco da un 86enne che non compare in pubblico, dice solo che non commenta il ruolo di Bergoglio, col quale si è poi riconciliato, nel suo sequestro. Anche la dichiarazione di Adolfo Pérez Esquivel (foto), da ieri riportata ovunque (spesso per metà) è chiara e, al di là dei taglia e cuci dei virgolettati di comodo, è espressa qui. Nel passaggio chiave Pérez Esquivel sostiene: «Non considero che Jorge Bergoglio sia stato complice della dittatura ma sostengo che non ebbe il coraggio di accompagnare la lotta per i diritti umani nei momenti più difficili».
Qualcuno può contentarsi dell’assoluzione dal peccato (la complicità), ma vi sono anche le omissioni (il non aver difeso i diritti umani) e ognuno può farsi la propria opinione, sapendo che poi il nuovo papa andrà giudicato per come si porrà rispetto all’America latina di oggi. Per la prima volta nella storia dell’umanità la regione può non essere più vista come periferia anche da chi, per ignoranza o malafede, non ha mai ascoltato i segnali che in questo sito testimoniamo da oltre un decennio. Additare fin d’ora Francesco come un avversario per l’America latina integrazionista non è né utile, né corretto, né saggio. Se poi vi aspettavate un papa favorevole ai matrimoni gay o un Camilo Torres…
Ai dibattiti (o guerre) di religione non si addicono le sfumature di grigio che emergono dalla realtà. Da una parte si cerca di far passare Bergoglio come un Pio Laghi, il nunzio complice che giocava a tennis col dittatore, dall’altra si elimina con un atto di fede, che spesso è convenienza, ogni legittimo dubbio su quello che all’epoca era un quadro medio delle gerarchie cattoliche più compromesse d’America. A quest’ultima parrocchia appartiene il complesso disinformativo industriale che schiera le cannoniere per creare un mood positivo per il mercato dell’opinione pubblica. Fa specie, ma fa perfino piacere, che in questi giorni siano stati restituiti onori al grande premio Nobel argentino Adolfo Pérez Esquivel, trattato finalmente con la deferenza che merita.
Abbiamo memoria: fino a ieri Adolfo era trattato come un vecchio pazzo, indegno di quel premio Nobel inopinato. Nessun giornale mainstream lo avrebbe cercato nel suo umile, polveroso, piccolo studio della Calle Piedras, in pieno San Telmo, con una finestra a una sola anta che dà su un brutto patio interno, per domandargli cosa pensava per esempio del demonio Hugo Chávez (qui la sua lettera dello scorso ottobre) o della lotta per l’integrazione latinoamericana o dei loro monopoli mediatici, quando sostiene che solo “sradicando” tali monopoli mediatici si può avere vera libertà d’espressione. Adesso usano Adolfo, i grandi media: quelli che appoggiarono le dittatura e poi l’impunità (dal Clarín al Corriere della Sera, l’internazionale della disinformazione), umiliandone la statura del lottatore sociale di una vita. Lo usano e lo gettano.
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it
sabato 16 marzo 2013
giovedì 14 marzo 2013
La politica pilotava il Monte Paschi di Siena
Mps,
così la politica
pilotava
le nomine
Spunta Bisignani
e persino una suora
legata ad Andreotti
L'INFORMATIVA
Siamo tra l'aprile e il maggio del
2009, gli anni in cui Mps ristruttura i derivati, e a Napoli un imprenditore della sanità è finito sotto acDA CARDINALE A PAPA
«Di un imminente incontro a Siena di Lupinacci e Pollina con il
presidente di Mps Giuseppe Mussari, vengono informati Deborah
Bergamini e anche, attraverso
quest'ultima, Madre Tekla, e un
non meglio identificato "ornino
nero"». E' il12 maggio 2009, quando Lupinacci chiama la Bergamini
raccontandole che Pollina ha un
rapporto straordinario con Mussari e l'incontro è andato «molto
bene». Poi aggiunge: «Siamo stati
una mezz'oretta insieme, mi ha
spiegato i termini: la prima data è
il 27 agosto. Bergamini gli chiede
se è una cosa certa, Lupinacci risponde: «Me l'ha data per certa,
perché aspetta la Fondazione; non
appena la Fondazione completa i
suoi assetti si procede. Ha fatto un
discorso molto serio». Quando poi
Pollina e Lupinacci sono convinti
di avercela fatta, esplodono al telefono: «Lupinacci da cardinale diventerà Papa».
CURRICULUM SPARITO
Si legge nell'informativa: «Dal contenuto delle conversazioni intercettate tra Pollina e Lupinacci
emergono due elementi importanti: l'interessamento del presidente
Berlusconi alla definizione dei
membri del cda: «Stasera si decide
tutto a Milano ove si trova il presidente del Consiglio». A tal proposito Deborah Bergamini avrebbe dovuto anche consegnare al Presidente del consiglio (ad Arcore) il
curriculum di Lupinacci che invece non si sarebbe trovato quando
Bisignani si recò ad Arcore per
proporre Lupinacci nella carica».
Valentina Errante
c RIPRODUZIONERISERVATA , a. n ., .. . nn v
cusa, ma nelle intercettazioni del
UNCH I ESTA
R 0 M A Arriva da Napoli sulle scrivanie dei pm di Siena Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso l'informativa che racconta come avvenissero le nomine ai vertici di Monte dei Paschi durante la
gestione Mussari. Ed emerge che
la politica, anche con il Pdl, non e
più soltanto un'ombra sulla gestione della banca. «Stasera si decide
tutto a Milano dove si trova il Presidente del Consiglio», dice Angelo Pollina, ex vicepresidente della
Regione Toscana, già sentito dai
pm e all'epoca fedelissimo del coordinatore del Pdl, Denis Verdini.
E' intercettato mentre parla con
Sergio Lupinacci, un avvocato che
vuole a tutti i costi una poltrona
nel cda e quando capisce che non
sarà possibile, punta su Antonveneta. Ma il documento è anche
uno spaccato sugli interventi della
politica sulle altre banche, perché
Giuseppe Mussari, ex presidente
Mps, spiega a Pollina: «Tremanti
su Siena non ha messo bocca, perché lui si è preso Unicredit».
nucleo Tributario della Finanza,
finiscono anche le conversazioni
tra Pollina e Lupinacci, un avvocato e noto per gli incarichi ottenuti
anche durante i lavori per i "Grandi eventi" dall'ex presidente del
consiglio per i Lavori pubblici Angelo Balducci. Lupinacci ha saputo che i componenti del cda di Mps
aumenteranno, da dieci a dodici, e
vuole un posto. Così scende in
campo con tutte le sue forze: si rivolge a Pollina, alla parlamentare
Pdl Deborah Bergamini perché
UN 'INFORMATIVA
RACCONTA
LA RACCOLTA
Di RACCOMANDAZIONI
PER DIVENTARE
MEMBRO DEL COA
«interessi» il sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio Gianni
Letta (che se ne lava le mani), a
Madre Tekla, badessa generale
dell'ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, affinché lo
metta in contatto con Giulio Andreotti, e a Luigi Bisignani. Alla fine «nonostante l'interessamento
dei personaggi di rilievo», il progetto non riesce: il numero dei
consiglieri di Mps rimane immutato e quelli in carica vengono riconfermati. Lupinacci non si arrende: Pollina e Bisignani lavorano per lui e punta ad Antonveneta.
Ma nelle conversazioni si parla anche del «collocamento in seno al
gruppo di Giambattista Duso, già
responsabile direzione corporate
del medesimo istituto di credito».
Il Messagero
"Questo nuovo papa è il meno peggio"
ma le polemiche sul web, e non solo, sono già scoppiate. Su la7, Concita De Gregorio, ex direttrice de L’Unità, ha ricordato che sul nuovo pontefice c’è un libro che farà molto discutere perché getta ombre pesanti sul rapporto con la dittatura argentina.
Il testo a cui la giornalista fa riferimento è L’Isola del silenzio: il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina. Pubblicato nel 2006, il libro è stato scritto da Horatio Verbitsky, giornalista, politico e attivista per i diritti umani, insignito di numerosi di riconoscimenti nel mondo, ha collaborato per diversi prestigiosi quotidiani, tra cui Wall Street Journal, New York Times ed El Pais. Ha anche tenuto un blog sul sito del Fatto Quotidiano.
Nel recensire il libro dello scrittore argentino, il sito dazebaonews evidenzia le gravi colpe del clero. Bertoglio avrebbe giocato un ruolo decisivo nella tragica vicenda che ebbe per vittime migliaia di persone, tra cui anche due gesuiti:
“Come scrive Verbitsky, tra le nefandezze di cui Bergoglio si rese complice, ci fu la denuncia ai militari golpisti di due gesuiti vicini alle idee della Teologia della liberazione, che avevano avuto la colpa di continuare ad aiutare e difendere i diritti della gente dei barrios più poveri di Buenos Aires, nonostante la chiesa argentina avesse ordinato loro di abbandonarli al proprio destino. Orlando Yorio e Francisco Jales furono rapiti da militari in borghese, portati alla famigerata Scuola di Meccanica della Marina, centro clandestino di detenzione e tortura durante la dittatura militare, oggi Museo della Memoria, dove vennero torturati per mesi e lasciati incatenati al suolo in mezzo alle loro feci. Se conosciamo questa storia è solo perché i due si sono salvati, probabilmente da qualcuno che nella Chiesa argentina, non aveva perso completamente l’identità umana.Verbitsky, ha impiegato dieci anni a comporre questo libro. Il verbo comporre è d’obbligo perché ‘L’isola del silenzio’ è una narrazione dei fatti dove ogni affermazione, ogni frase, ogni lacrima delle madri, è suffragata da una nota che rimanda a documenti, articoli, saggi, archivi, interviste, atti processuali, testimonianze, deposizioni, numeri di cause e denunce, certificati notarili, messaggi di ambasciate ai propri governi: una vera e propria composizione giornalistica inespugnabile, che nessuno riuscirà mai a negare (fonte: dazebaonews.it)”.
Jorge Bergoglio, l'emigrante che torna in Italia da Papa compromesso con la dittatura argentina?
14/03/2013, 10:22 A CURA DI DAVIDE SCAGLIONE 0 COMMENTI STAMPA
RESPONSABILE CATEGORIA: SERENA CASU
FIRENZE, 14 MARZO 2013- Origini piemontesi, nemico del lusso, tifoso di calcio e un aspetto rassicurante. Le prime ore da Pontefice per Jorge Mario Bergoglio hanno tracciato un profilo positivo, dal punto di vista comunicativo, per il nuovo Papa che ha scelto il nome di Francesco I. Una decisione, quest’ultima, molto apprezzata dai fedeli che, forse, indica una nuova strada per la Chiesa di Roma. Un atteggiamento da uomo semplice a tratti quasi impacciato. D’altronde essere eletto, a sorpresa, il nuovo Pietro della cristianità non deve essere stato facile. Una responsabilità enorme in un momento molto delicato. Il pensiero rivolto al “dimissionario” Benedetto XVI è apparso “politicamente corretto” oltre che doveroso. Un bel gesto che merita di essere evidenziato.
Tuttavia sul primo Papa sudamericano della storia cattolica sono calate alcune ombre che rischiano di smorzare l’entusiasmo della sua elezione. Bergoglio negli anni della feroce dittatura militare in Argentina (che durò dal 1976 al 1983) era Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina e questo ruolo gli conferiva una notevole influenza sulle comunità ecclesiastiche di base. Il nuovo pontefice non è mai stato deferito e di conseguenza condannato per collusione con il regime in quei tormentati anni di repressione che costarono la vita a migliaia di persone. Nessuna prova o testimonianza inchioderebbe esplicitamente il religioso, intendiamoci. Tuttavia non risulterebbe neanche una netta presa di posizione contro la dittatura di Videla e a favore dei tanti perseguitati. Un periodo terribile che ha lasciato ferite aperte in Argentina.
I dubbi sono stati sollevati dal giornalista d’inchiesta argentino Horacio Verbitsky, autore del celebre libro “Il Volo” e de “L’Isola del Silenzio” in cui ricostruisce il ruolo della Chiesa negli anni del regime. In particolare Verbitsky fa riferimento a un episodio in cui Bergoglio avrebbe chiesto a due sacerdoti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, che lavoravano nelle comunità di base della baraccopoli ”Bajo Flores”, di abbandonare queste attività. Dopo il loro rifiuto Bergoglio, decise di allontanarli dalla Compagnia di Gesù e, secondo il giornalista, fece pressione sull’allora arcivescovo di Buenos Aires perché impedisse loro di dir messa. Secondo Verbitsky in quei tempi a Buenos Aires bastava essere vagamente riconducibili a un’area progressista, essere additati come persone “di sinistra”, per finire nelle liste di potenziali sovversivi. Punire i due sacerdoti “disobbedienti” – è la riflessione di Verbitsky – e togliere la “protezione ecclesiastica”equivaleva a far correre loro il rischio concreto di essere perseguitati dalle perverse autorità argentine dell’epoca. Infatti pochi giorni dopo il golpe del 24 marzo 1976 i due sacerdoti furono rapiti. Dopo sei mesi di prigionia nei solai della tristemente nota Escuela mecanica del armada (Esma), i religiosi furono rilasciati. Pare per l’intervento diretto della Chiesa da Roma che salvò loro la vita.
Nel libro-intervista pubblicato nel 2010 dei giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, “Il Gesuita” il neo pontefice smentisce categoricamente questa ricostruzione. Bergoglio, anzi, ha sottolineato il suo impegno nella vicenda "Ho iniziato a muovermi" per la loro liberazione "fin dalla notte stessa in cui ho saputo del sequestro", ricordando inoltre che a tal proposito incontrò due volte Jorge Rafael Videla (esiste anche una foto d’archivio che li ritrae), e l'ammiraglio Emilio Massera, tra gli aguzzini più spietati della giunta militare. “La Chiesa, come tutta la società, ha conosciuto quanto successe poco a poco. All'inizio non ne era cosciente", ha precisato Bergoglio nel libro. "Immagino la disperazione di quelle donne che cercavano in tutti i modi i propri figli e si trovavano di fronte al cinismo delle autorità che le trascinavano da una parte e dall'altra. All'inizio sapevamo poco, o niente, lo abbiamo saputo solo gradualmente", ha aggiunto il nuovo Vescovo di Roma, riferendosi all’atroce destino dei tanti desaparecidos e all'infamia degli anni della dittatura militare.
Davide Scaglione / info oggi
"Se i grillini arrivano in commissioni delicate
Dini, fai outing!
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"In un Senato semideserto Lamberto Dini dice* a Beppe Pisanu: "Se i grillini arrivano in commissioni delicate come l'Antimafia o il Copasir è un problema. E tu lo sai.". "Eccome", risponde l'ex ministro, "se avranno un questore renderanno pubblici i costi di qualsiasi cosa qui dentro. Caramelle comprese"." Dini, fai outing! Se credi che il M5S al Copasir sia un problema, racconta subito tutto quello che sai.
*fonte: la Repubblica
La domanda è cosa hanno da nascondere e cosa ci hanno nascosto fino ad oggi ?
"GREEN ECONOMY SOTTOVALUTATA E ACQUE INQUINATE: ITALIA BOCCIATA"
"GREEN ECONOMY SOTTOVALUTATA E ACQUE INQUINATE: ITALIA BOCCIATA"
Domenica, 10 Marzo 2013
IL RAPPORTO OCSE: "MOLTI PROBLEMI PER L'AMBIENTE"
Un Paese in cui la produzione di spazzatura è aumentata più in fretta di quanto sia cresciuto il Pil ha molti problemi sul piano ambientale. Il rapporto Ocse sulle performance "verdi" dell'Italia, diffuso nei giorni scorsi, non le manda a dire. La fotografia sul Belpaese tra luci e ombre. Qualche progresso è stato compiuto: alcune leggi sono state varate, ma c'è un regime fiscale che non scoraggia gli inquinatori. E non solo: si sottovaluta la green economy, mentre sono state dimezzate le risorse dei fondi "green". "All'ambiente è stata assegnata una priorità relativamente bassa nella maggior parte dell'ultimo decennio - si legge nella relazione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico -. Di conseguenza, la politica ambientale italiana è stata caratterizzata da frammentazione e la sua formulazione è stata dettata soprattutto dall'emergenza, con un orizzonte temporale di breve termine".
La green economy? Una spinta vitale che ha contenuto il peso della crisi economica e ha permesso di abbattere le emissioni serra del nove percentro tra il 2000 e il 2010, però è stata mortificata dalla mancanza di capacità di programmazione e regole certe. L'efficienza energetica delle auto, per esempio, continua a migliorare e l'Italia ha già raggiunto l'obiettivo comunitario, previsto per il 2015, di una media di 130 grammi di anidride carbonica per chilometro per le macchine di nuova immatricolazione. Ma per i veicoli commerciali il miglioramento è stato molto più lento anche a causa dei vantaggi fiscali sui carburanti di cui godono gli autotrasportatori: chi inquina di più paga di meno. Le tasse automobilistiche, ancora, non tengono conto dei livelli di emissione di CO2.
Scatta l'allarme anche sul fronte dell'acqua. Il cambiamento climatico - avverte l'Ocse - renderà ancora più grave lo stress idrico che già colpisce il nostro Paese. Se si aggiunge l'inquinamento delle acque, si ottiene un quadro tutt'altro che rassicurante: oltre un terzo dei fiumi e dei laghi e l'11 percento dei corpi idrici sotterranei non raggiungeranno gli obiettivi di buono stato ecologico fissati dalla direttiva europea per il 2015.
Le imprese della green economy, comunque, sono riuscite a limitare i danni. Di nuovo l'Ocse: "Le domande di registrazione di brevetti per tecnologie legate all'energia da fonti rinnovabili sono aumentate più rapidamente che le domande di brevetti per tutti gli altri tipi di tecnologie". In particolare, nel campo delle rinnovabili ci sono stati investimenti pari a 21 miliardi di euro nel 2011, con un aumento del 43 percento rispetto all'anno precedente. "Gli incentivi - continua il rapporto - hanno portato a uno straordinario incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e hanno incoraggiato la crescita e l'occupazione nel settore. Nel complesso, nel 2010 le energie rinnovabili hanno rappresentato circa il 10% del consumo finale lordo di energia, in aumento rispetto al 2005 (meno del 5%). L'Italia potrà quindi raggiungere l'obiettivo del 17% di energie rinnovabili sul consumo finale lordo di energia fissato per il 2020. Un progresso così repentino, tuttavia, ha comportato costi sempre più elevati".
TAG: ambiente, fonti rinnovabili
mercoledì 13 marzo 2013
Nomina del papa
Dal momento che proprio i cattolici non sono rispettosi delle persone che la pensano diversamente da loro, che non sono cioè cretini; tutti i giorni a menarcela con la nomina di sto papa che non ce ne fotte un cazzo e, dal momento che a pagare sta buffonata saremo noi Italiani, anche coloro che sono avversi e contrariati alla dittatura Vaticana, a questa curia di pedofili clero maniacali, non ritengo bisogna avere rispetto per questa gentaglia di criminali secolarizzati e questo vale anche per quegli idioti che ancora credono nella chiesa.
la diocesi del cardinale mohony
Preti pedofili, la diocesi di Los Angeles
pagherà 10 milioni di dollari a quattro vittime
Il patteggiamento per evitare i processi. L'ex sacerdote Baker avrebbe molestato almeno 23 ragazzini in 26 anni di servizio
L'arcidiocesi cattolica di Los Angeles ha accettato di pagare quasi 10 milioni di dollari per chiudere - senza arrivare a processo - quattro casi di abusi sessuali di un prete su minori. Si tratta dell'ex sacerdote Michael Baker. Del caso fu informato a suo tempo l'allora arcivescovo Roger Mahony, ora impegnato nel Conclave. L'avvocato della diocesi Michael Hennigan ha confermato il patteggiamento. Il caso Baker è al centro dei documenti recentemente pubblicati dalla diocesi di Los Angeles - migliaia di pagine di corrispondenza - da cui emerge che il prete incontrò nel 1986 l'allora arcivescovo e gli confessò di aver molestato due fratellini per quasi sette anni. Uno dei bambini aveva dieci anni, l'altro 14.
LA RIABILITAZIONE IN NEW MEXICO - In una lettera dell'anno successivo, dopo che Baker era stato mandato in riabilitazione presso la Foundation House, un centro anti-pedofilia in New Mexico, il braccio destro di Mahony, monsignor Thomas Curry aveva scritto al vescovo che il prete era «ben consapevole che quel che ha fatto rientra nella giurisdizione penale dello stato della California». Curry aveva aggiunto che «è sorprendente che il terapista che lo ha avuto in cura in California non lo abbia denunciato. Sarebbe meglio se Mike non tornasse da lui».
IL PRETE FU REINTEGRATO - Dopo il periodo in New Mexico, il prete fu reintegrato nel suo ruolo sacerdotale: rispondendo alla proposta di Curry di coinvolgere il sacerdote in lavori ecclesiastici rivolti principalmente ad adulti, Mahony diede il nulla osta: «Mi sembra buono. Per favore procedi. Grazie». Ma Baker tornò a molestare di nuovo. Secondo l'autorità giudiziaria, in 26 anni di ministero l'ex sacerdote avrebbe molestato almeno 23 ragazzini. Solo nel 2007, messo sotto processo, aveva ammesso in tribunale abusi su due minori ed era stato condannato a 10 anni di carcere. Nel 2011 è stato rilasciato sulla parola. Mahony è stato arcivescovo di Los Angeles dal 1985 al 2011.
f. Corriere
Segue il metodo Di Bella e ora dovràrisarcire l'Ausl con 113.000 euro
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Segue il metodo Di Bella e ora dovràrisarcire l'Ausl con 113.000 euro
Segue il metodo Di Bella e ora dovrà
risarcire l'Ausl con 113.000 euro
La storia di Flora Nardelli, malata di tumore. Il tribunale nega i rimborsi e impone il risarcimento. Lei:«È una condanna a morte»
Il professore Luigi Di Bella
BOLOGNA - Segue il metodo Di Bella dal 2006, ma ora non potrà più proseguire nella terapia alternativa per la lotta al tumore dopo la sentenza dei giudici d'appello: la cura non può essere gratuita, anzi la paziente deve restituire all'Ausl 113.000 euro. È la vicenda - raccontata dal Resto del Carlino - di Flora Nardelli, 49 anni, che scoprì nel 2000 di essere malata di mieloma multiplo. La donna fino al 2006 ha seguito le cure tradizionali: chemioterapia e trapianto di midollo osseo.
IL METODO - Poi, nel 2006, la scoperta del metodo Di Bella e la decisione di provarlo, anche perchè le terapie seguite non avevano dato buoni risultati. Fino ad oggi la paziente è stata seguita dal figlio del creatore del metodo, Giuseppe Di Bella, anch'egli medico. Assistita da un legale, ha intrapreso una battaglia contro l'Ausl e nel 2008 ha vinto in primo grado: il giudice ha stabilito che l'Ausl doveva pagarle le cure e rimborsarle 30.000 euro. Ma il mese scorso, in appello, sentenza ribaltata. «Per me questa è una condanna a morte - commenta la donna - Senza la cura Di Bella la malattia ritornerà e io sarò spacciata. Non ho i soldi per pagarla di tasca mia». La cura del professor Luigi Di Bella divenne nota a livello nazionale dopo che il pretore di Maglie, nel '97, ordinò all' Asl di somministrare la somatostatina a un piccolo paziente. Nel '98 l'allora ministro della Sanità Rosy Bindi dispose un anno di sperimentazione del metodo su 384 pazienti. Dopo alcuni mesi il giudizio fu netto: totalmente inefficace. Un risultato però contestato dal professore, morto nel 2003, e dal suo staff. «I pazienti curati con il metodo di mio padre - dice Giuseppe Di Bella - in più dell'80% dei casi sono guariti».
Rimborsi IMU chi paga ?
mercoledì 13 marzo 2013
Le lettere di rimborso Imu del Pdl costeranno oltre 2 milioni di euro agli italiani
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inShare.
La notizia gira da qualche giorno su Facebook, ed è arrivata la conferma: la promessa di Silvio Berlusconi di rimborsare l’Imu, agli italiani, è costata cara. Sì, perché la lettera arrivata a milioni di persone in campagna elettorale non l’ha pagata il Pdl. O meglio, non solo. Una bella fetta delle spese di spedizione, ben 2.160.000 euro, sono state a carico dei cittadini. A loro insaputa. La legge parla chiaro: il francobollo per i messaggi elettorali, per gli aspiranti parlamentari, costa meno. E molto.
Le comunicazioni, i candidati, le fanno spesso usando questo mezzo, forti della legge 515 del 10 dicembre 1993 che consente loro una riduzione dei costi davvero notevole. Nel caso dell’Imu e della promessa di rimborso si parla di milioni di lettere e francobolli che al Cavaliere sono costati appena 4 centesimi l’una. La condizione, è bene precisarlo, è garantita a tutti i partiti e non solo al leader del Pdl. Ma il punto è un altro. Perché tirando le somme, quelle missive, alle Poste, sono costate 28 centesimi ognuna. Chi ha pagato i 24 centesimi di differenza? Lo Stato. Facendo due conti, per promettere i 4 miliardi dell’Imu sulla prima casa a 9 milioni di persone (tante sono le lettere spedite) gli italiani hanno contribuito con 2.160.000 euro e spiccioli.
E’ un diritto sancito per legge, la comunicazione in periodo di campagna elettorale, e a disciplinarlo è la legge del ’93 che apre un capitolo specifico nei casi di elezione alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica e ai vari consigli - comunali, provinciali e regionali. Nonché per le corse alle poltrone di sindaco, presidente di Provincia e di Regione.
A dettare le regole, nello specifico, è l’articolo 17, che prevede agevolazioni per ciascun candidato in un collegio uninominale e ciascuna lista di candidati in una circoscrizione per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica che ha diritto ad usufruire di una tariffa postale agevolata di lire 70, per plico di peso non superiore a grammi 70, per l'invio di materiale elettorale per un numero massimo di copie pari al totale degli elettori iscritti nel collegio per i singoli candidati, e pari al totale degli elettori iscritti nella circoscrizione per le liste di candidati.
Pubblicato da Val3riO a 11:57
Etichette: Berlusconi, economia, ICI, IMU, rimborso, soldi, tasse
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22/ott/2010Le Truffe della Vodafone
ore 9:19 AM
E ora, una segnalazione che ci porterà a parlare di un altro tema vergogna in Italia,
ovvero: Le Truffe della Vodafone (italiana)
Cercheremo di tenere sempre aggiornato questo post, per farvi evitare d'incorrere nelle stesse spiacevoli situazioni raccontate.
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Prima di cominciare con le segnalazioni,
vi diciamo subito che, alla data in cui scriviamo, nessun operatore Vodafone del 190 vi dirà chiaramente come e cosa fare per inoltrare un Reclamo diretto a loro; all'infuori dal fornirvi un numero di fax, e di farvi perdere tempo magari aspettando mesi per una loro risposta, non faranno assolutamente nulla. Per cui, ecco il motivo per il quale abbiamo deciso di aprire questo post di Denuncia. La Speranza è che si risolva il problema e il servizio cambi.
La procedura corretta sarebbe: non perdere tempo dietro a loro, ma, come suggerito dal sito dell'ADUC (Assistenza Consumatori), inviare subito una "lettera di mora" o di diffida, seguendo i passi burocratici giusti (che già di per sè, è un iter abbastanza lungo) come spieghiamo al fondo di questo stesso articolo.
Attualmente infatti, purtroppo, come leggiamo a questo link
http://assente.vega9.com/it/mi_manda_rai_3_e_i_rimborsi_per_ladsl_vodafone_station
https://docs.google.com/document/d/10CQb1GnZN6H9xXqHVilkCbjKz2sFMyQ0R66qMTeCci4/edit
anche i conduttori Televisivi di trasmissioni come "Mi Manda Rai 3" sembrano "asserviti" al potere, in questo caso alla Vodafone, e non difendono adeguatamente noi cittadini.
- - -
Pubblichiamo ora, preso da qui:
http://forum.telefonino.net/showthread.php?t=411632
Come inoltrare una richiesta di reclamo alla Vodafone e sperare di essere ascoltati; come farlo nella maniera corretta
RECLAMO A VODAFONE (come farlo )
12-04-2008, 15:37
Scrivo qui dove inviare un reclamo a Vodafone perché se telefonate al 190 una decina di volte, vi daranno sempre informazioni diverse e cosa piu grave indirizzi diversi dove mandare la raccomandata!
Se il Cliente ritiene che le indicazioni e gli impegni della Carta del Cliente non sono rispettate da Vodafone, o comunque intende inviare una segnalazione relativa alla qualità del servizio offerto da Vodafone, può rivolgere un reclamo:
1. a mezzo lettera, all'indirizzo "Casella Postale 190 - 10015 Ivrea (TO)"
2. a mezzo fax, al numero 8000 34 626
E' inoltre a disposizione della Clientela un servizio di assistenza clienti, contattabile dal numero 190, numero nazionale gratuito contattabile sia da cellulare che da rete fissa.
Prima di fare il reclamo consultate la Carta Cliente Vodafone per citare i punti che non sono stati rispettati.
La trovate all'indirizzo:
http://www.areaprivati.190.it/190/tr...carta_cliente3
Preso invece da qui
http://www.ikaro.net/commento/vodafone_wap_internet_mobile/12152.html
Spett.le
Ufficio Reclami Clienti Business Vodafone
Casella Postale 190
10015 Ivrea (TO)
Fax: 800 034622 -800 034.636
c.p.c. Sig. Luca Gallucci
Securtel Srl
Corso Grosseto 350
10151 Torino
securtel@agenzie.vodafone.it
c.p.c. Corecom
Via F. Dellala, 8
10121 Torino
Fax 011/5757 - 140/305
info.corecom@consiglioregionale.piemonte.it
Mentre, da quest'altro link:
http://forum.telefonino.net/showthread.php?t=493278
https://docs.google.com/document/d/1rz3D0FDgRKKhmGl66i0ugnKj2_WaiG0SQ8eV7yZaSyY/edit
Se vuoi scrivere formalmente, puoi intestarlo così:
Vodafone Omnitel N.V.
Sede dell'amministrazione e gestionale
Via Jervis, 13
10015 Ivrea (TO)
Esprimi nel fax, in maniera dettagliata, quanto di increscioso è occorso ed esigi un immediato ricontatto telefonico: in via preliminare, stante la normativa sulla trasparenza, dovresti ricevere un sms sul tuo numero Vodafone con il codice di gestione pratica.
Allorchè parlerai con l'ufficio competente, oltre a farti accreditare il denaro, per il disagio cagionatoti, fatti dare qualche promo.
Ciao Vero,
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Dove trovare i negozi autorizzati Vodafone
Per trovare invece i punti vendita autorizzati (negozi Vodafone One) più vicini a casa vostra, consultate questo link:
https://trova.vodafone.it/negozio/
Comunque, neanche i Negozi si salvano molto.
Guardate qua:
http://knol.google.com/k/cuau/reclamo-centro-vodafone/2qb9ggeatnac7/7
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Dove SCRIVERE ?
Non esiste, invece, nessuna mail dedicata alla ricezione reclami (se infatti entrate nel loro sito alla sezione contatti, troverete solo mail per uso commerciale ossia: per proporvi delle offerte d'acquisto) e questa, la dice lunga sulla qualità del loro servizio clienti e sulla disponibiltà che hanno ad ascoltarvi.. .
Aggiornamento:
anche se non hanno una mail, a questo link:
potrete compilare un formulario.
Tratto da qui:
http://it.narkive.com/2008/2/21/4235188-numero-fax-per-reclamo-vodafone.html#axzz13WOtXbdj
Incredibile come nell'era di internet questo gestore telefonico di nome
Vodafone si affidi ai fax per gestire i reclami della propria clientela.
Meditate gente, meditate prima di scegliere un gestore telefonico capace di
prendere in seria considerazione i propri clienti. E in Vodafone non c'è più
quel valore aggiunto del 190 di una volta, quando si chiamava ancora
Omnitel.
Meditate gente prima di scegliere un gestore. E quando sbagliano fategliela
pagare cara e passate a un altro operatore come ho fatto io.
Read More: http://it.narkive.com/2008/2/21/4235188-numero-fax-per-reclamo-vodafone.html#ixzz13WPWWqeo
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In data odierna, 22 10 2010, confermiamo che il numero di fax è sempre quello; e aggiungiamo anche il più recentemente nato nuovo sito, parallelo della Vodafone ma sempre ufficiale: il lab.Vodafone (laboratorio sperimentale)
http://lab.vodafone.it/
con le relative mail
info@vodafonelab.it | redazione@vodafonelab.it | abuse@vodafonelab.it
e, col suo relativo
Forum pubblico
http://lab.vodafone.it/forum/
Che dovrebbe appunto essere nato per permettere una maggiore interazione e comunicazione con il pubblico-Cliente.
Anche se, a giudicare da come hanno trattato per esempio questo poverino
http://lab.vodafone.it/forum/viewtopic.php?f=13&t=13285&sid=f6a9e40e6787af0f2c68c7b424ba9c44
https://docs.google.com/document/d/1l8k7KUzApjt97IpLqL8AuU1f2w1MT4YRkkSKbPJqhWs/edit
che chiedeva solo (e giustamente) chiarimenti e rimborsi, e si è sentito invece solo ripetere che doveva portare rispetto ai moderatori e abbassare il suo tono,
forse, neanche questo servirà dunque a molto per farvi ascoltare.
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Registrate sempre le vostre conversazioni col 190!!
Il nostro consiglio è invece questo: REGISTRATE SEMPRE le vostre conversazioni al 190, per poi spedirle, tramite posta normale, all'indirizzo di cui sopra oppure: pubblicarle in rete, online. Sono le prove più concrete che potrete avere in mano.
Ricordatevi che la funzione di registrazione chiamate è ormai inclusa in praticamente tutti i cellulari di nuova generazione; è sufficiente che, mentre state chiamando o ricevendo la chiamata, schiacciate il tasto delle Opzioni e poi da lì nel sottomenu, cerchiate quello di "Registra". A fine chiamata, ricordatevi di salvare il file audio e rinominarlo per non confonderlo con altri.
Registratele sempre e DENUNCIATE quando gli operatori sono cafoni, si comportano male ecc; come ha fatto la persona che ci ha inviato la prima segnalazione che andiamo ora a proporvi.
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La prima segnalazione è anonima, ma per modo di dire perchè la Vodafone dai dati esposti può capire benissimo di che numero si tratti e aiutare quindi l'intestatario, se fosse nel suo interesse farlo, ad avere un minimo di rimborso oppure semplicemente a ricevere delle scuse per i torti che gli sono stati fatti e che continua a subire.
Trattato male dal 190 di Vodafone: che fare?
Ecco la storia dei maltrattamenti subiti da me dal 190
Era il 2 Ottobre di quest'anno, 2/10/2010, quando mi decido a richiamare il 190.. un'ennesima volta, per avere il diritto sacrosanto di rimborso degli MMS che puntualmente, negli ultimi due mesi, mi tariffavano senza motivo, dato che avendo la promozione che mi accreditavano e quindi pagavo loro ogni mese, avevo diritto a 100 MMS al giorno GRATIS verso tutti i Vodafone.
Le prime due volte, devo dire, non si sono fatti troppo pregare. Per fortuna me li hanno riaccreditati quasi subito (ed erano parecchi), ma l'ultima volta... quel 2 di Ottobre per l'appunto, mi risponde un cretino facendomi perder tempo e anche la pazienza devo dire, dicendomi che io non dovevo chiamare così tanto spesso il 190...
Alla mia naturale risposta: e allora, mi scusi, che ci state a fare e chi dovrei chiamare? Mi sento urlare rimproperi del tipo: il suo comportamento è controproducente, lei ci fa solo perder tempo.. al che io, ribatto, ma guardi che se lei pensa che io non abbia niente di meglio da fare che chiamar voi, lei è proprio fuori... e il tipo, mi mette giù.
Vivaddio, dico io. E mi riaccingo a chiamare il 190.. ma la mia Epopea, era appena iniziata...
Dopo pochi secondi, mi richiama il tipo (che ovviamente s'è ben guardato dal darmi i suoi dati e il suo codice operatore), e mi dice, TESTUALI PAROLE: "e ORA, LA RICHIAMO SOLO PER DIRLE CHE SONO IO A BUTTARGLI GIU!" inutile dirvi la mia sorpresa! Visto che era stato invece lui a farlo!!
Ma l'avrei buttata anche forse sul ridere se fosse finita lì; il problema, è che non è finita lì!!!
Praticamente il tipo, aveva fatto passare la voce a tutti i suoi colleghi per cui io, ogni volta che chiamavo lo stramaledetto 190, tutti mi buttavano giù!! Cioè, vi rendete conto!!????????? Ma in che cazzo di Paese viviamo!?!!!!!!
E, non solo!! Pensate che mi abbiano fatto il benedetto riaccredito? Neanche a parlarne...
Anzi, ricevevo pure chiamate da numeri privati che, quando io rispondevo, si sentiva tipo struscio di sottofondo.. solo per farmi perdere credito!!!!!! Cioè, ma rendo l'idea della gravità dei fatti!?!?!!?!!!!!!!!!!!!
Nei successivi giorni e settimane, m'intestardì a chiamare allora il 190, e a chiedere spiegazioni su questo loro riprovevole comportamento!!! Minacciando fax e quant'altro!! Sapete cos'è successo?! Ogni volta che chiamavo loro, la prima cosa che chiedevo era DATEMI IL VOSTRO CODICE OPERATORE. e Pensate voi che me lo davano?
Col Cavolo!! Mi ricordo di un tipo cafone che mi disse, TESTUALE: NO, IL MIO CODICE NON GLIELO DO, e giù a buttarmi giù il telefono in faccia!
Io, allora, ho cominciato a REGISTRARE TUTTE LE LORO CONVERSAZIONI, E.. sapete cos'è successo? Devono avere un "qualche dispositivo" che gli fa capire quando una loro telefonata è registrata, perchè, da allora... non mi hanno mai più trattata male! (al massimo, si limitavano a mettere giù, ma senza insulti.)
Peccato, perchè bramavo comunque dalla voglia di appiccicarvi qui per voi un bel file Audio.. da ascoltare... ma non è escluso che prima o poi ci riesca e li pigli in fallo, e dunque lo avrete.
Ciao alla prossima. State Attenti!! e REGISTRATELI SEMPRE!!!!
--.
- - -
altre
Segnalazioni alla nostra redazione:
Vodafone casa 2009 - Bella "Fregata"
Vi racconto questa storiella in merito a Vodafone casa (attenti alle date). La traggo dalla prima raccomandata che ho fatto alla Vodafone in data 15-02-2010 alla quale è seguita una un po' più seccato (!!!) il 3-05-2010. Naturalmente senza ricevere alcunchè di risposta:
- Ho fatto il 4 dicembre 2009 con un Vs. collaboratore in un centro commerciale una proposta per un nuovo allacciamento per una linea Adsl + Telefono casa con fatturazione con Partita Iva;
- Dopo 20 gg. collegandomi con il sito per vedere a che punto era la pratica ho notato due errori
- la fatturazione era con C. F. e non con partita Iva
- ma ancora più grave l’indirizzo era sbagliato; infatti il comune in cui risiedo (e segnato chiaramente nella proposta) è Almenno S. Bartolomeo – Cap 24030, mentre nel sito era segnato Almenno S. Salvatore – Cap 24031.
Ho fatto subito presente al vostro collaboratore, con cui ho sottoscritto la proposta, che ha provveduto (come mi è stato detto) ad annullare quella sbagliata e trasmetterne una nuova giusta.
Ho però notato subito che era ancora sbagliata per quanto riguardava la partita Iva in quanto ancora segnata con C.F.
Ho segnalato ancora la cosa al vostro collaboratore che mi ha detto che avrebbe sistemato la cosa.
Nel frattempo ho saputo dal vostro 800121800 che c’erano già stato due o tre K.O. da parte della Telecom e perciò difficilmente avrei avuto questa linea.
Aspettavo perciò a giorni una risposta definitiva, ma, invece è arrivata una vostra fattura, con pagamento con Carta di credito, sbagliata in più parti:
- Codice fiscale al posto della partita Iva
- Pagamento di tutte due gli allacciamenti , quello giusto e quello sbagliato, come avessi proposto io due allacciamenti.
- Inoltre il pagamento sarebbe esigibile solo se e dopo l’allacciamento della linea ADSL + Telefono, cosa che ormai, come dettomi da una vostra telefonista, è assolutamente improbabile.
Perciò vi do tempo 10 gg. per restituirmi innanzitutto il “maltolto” e poi per darmi la risposta definitiva sulla possibilità di avere quanto richiesto, tenendo presente che a me interessa solo la ADSL e non collegamenti Umts od altro, in caso contrario mi ritengo libero da qualsiasi impegno.
La vostra “Wodafone Station” compresa la Key e la Sim sono ancora imballate e perciò potete riprenderle in quanto a nulla mi servono (la zona non è coperta dalla vostra Umts).
Preciso che nella mia zona ancora adesso non c'è possibilità di ADSL (periferia di Bergamo ! grazie Telecom), perciò probabilmente questa offerta di telefono+adsl la fanno ancora sapendo che è un sogno irrealizzabile.
Continuo a segnalare a tutti (istituzioni, forum ed altro), ma i soldi "rubatimi" li aspetto sempre e chissà ancora per quanto.
Ciao
carolucio@gmail.com
segnalazione ricevuta il 10 Dicembre 2010 alle ore 17:51
- - -
altre
Segnalazioni dalla rete
Ad attestare la veradicità di queste segnalazioni, aggiungiamo anche
altre presenti in rete:
sempre sul pessimo servizio offerto dal 190
Preso da qui:
http://forum.unionesarda.it/posts/list/5845.page
https://docs.google.com/document/d/1tjj5q4pfQodTPSSpjYzVEJkktKpKVVHj-C0hL9AZnRE/edit
A distanza di OTTO GIORNI dal mio fax mi arriva un sms della Vodafone con il quale vengo invitato a contattare il 190.
A questo proposito apro una parentesi: sebbene siano loro in difetto,
nelle loro comunicazioni (sempre tardive e molto laconiche) non ricevo mai uno "scusi per il disservizio" o simili, ma una sequela di ordini!
Il primo operatore call center: "chiami quest'altro numero!"
Chiamo il numero indicatomi ma il secondo operatore call center mi riserva lo stesso trattamento: "chiami quest'altro numero!".
Il terzo operatore call center mi ordina di fare un reclamo via fax.
Ora con il loro sms, sebbene io abbia lasciato il mio numero di cellulare e la mia mail, mi ordinano di contattare il 190: ma invece di mandarmi un sms non potevano telefonarmi ed evitarmi la solita mezz'ora di chiacchiere inutili con il call center?
Morale: ti fregano 316 euro, se non tene accorgi (e accade spesso, specie se il cliente non è giovanissimo) se li tengono; se te ne accorgi ti rendono la vita difficilissima tramortendoti di istruzioni assurde e contraddittorie per fare reclamo e se persisti si tengono comunque i quattrini e ti consentono (bontà loro) di continuare a essere loro cliente fino a quando non avrai compensato il credito che vanti nei loro confronti.
E in un altro anno chissà quanti altri "sbagli
martedì 12 marzo 2013
lunedì 11 marzo 2013
domenica 10 marzo 2013
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